La Provvidenza di
Restaurazione sotto la guida di Mosè
La fondazione di sostanza
centrata su Giosuè
Quando Mosè colpì due volte
la roccia di Kades, la provvidenza per l'inizio del viaggio verso Canaan,
basata sulla roccia, non poté realizzarsi. Tuttavia, nonostante l'invasione
esteriore di Satana, la fondazione interiore, che Mosè aveva posto facendo
sgorgare l'acqua dalla roccia di Refidim, rimase intatta ed egli poté comunque
far sgorgare l'acqua dalla roccia di Kades e dissetare il popolo. Fu così
stabilito il modello per gli avvenimenti successivi. Gli Israeliti esteriori
nati in Egitto, che avevano perso la fede nel deserto, morirono tutti, ad
eccezione di Giosuè e Caleb, che avevano dimostrato salda fede durante i
quaranta giorni di spionaggio (Nm. 32:11-12). Gli Israeliti interiori, la
generazione più giovane nata e cresciuta nel deserto, dove il popolo aveva
bevuto l'acqua della roccia e onorato il Tabernacolo, entrarono in Canaan sotto
la guida di Giosuè. Dio diede istruzioni a Mosè di delegare Giosuè al suo
posto:
Prendi Giosuè, figlio di
Nun, uomo in cui è lo spirito; porrai la mano su di lui, lo farai comparire
davanti al sacerdote Eleazar e davanti a tutta la raunanza, gli darai i tuoi
ordini in loro presenza, e lo farai partecipe della tua autorità, affinché
tutta la raunanza de' figliuoli d'Israele gli obbedisca" - Nm. 27:18-20
Nell'ascoltare il rapporto
delle spie, il popolo era stato sconvolto dalla paura e solo Giosuè e Caleb
erano rimasti fermi nella loro fede, sulla fondazione di fede che Mosè aveva
posto col Tabernacolo. Con assoluta fede e lealtà, Giosuè e Caleb stabilirono
la fondazione per il Tabernacolo e l'onorarono fino alla fine. Anche se più avanti
la fede di Mosè vacillò, le Tavole di pietra, l'Arca e il Tabernacolo rimasero
intatti sulla fondazione per il Tabernacolo posta da Giosuè.
Perciò, Dio ricominciò la
provvidenza per l'inizio del corso, basata questa volta sull'acqua sgorgata
dalla roccia, stabilendo Giosuè al posto di Mosè e facendo sì che gli Israeliti
interiori gli obbedissero e si ponessero con lui sulla fondazione per il
Tabernacolo. Su questa base, sarebbero entrati nella terra di Canaan, dove
avrebbero realizzato la condizione d'indennizzo nazionale per rimuovere la
natura caduta. In questo modo, Dio intendeva stabilire la fondazione di
sostanza centrata su Giosuè nel terzo corso nazionale (Dt. 3:28).
Dopo che Mosè aveva
completato in modo soddisfacente il periodo di quarant'anni nel deserto di
Madian, Dio gli era apparso e gli aveva ordinato di guidare gli Israeliti nella
terra di Canaan, la terra di latte e miele (Es. 3:8-10). Allo stesso modo,
quando Giosuè completò con fede e devozione il periodo di quarant'anni di
vagabondaggio nel deserto, Dio personalmente lo chiamò a prendere il posto di
Mosè, comandandogli:
Mosè, mio servo è morto; or
dunque, levati, passa questo Giordano, tu con tutto questo popolo, per entrare
nel paese che io do ai figliuoli d'Israele ... come sono stato con Mosè, così
sarò teco; io non ti lascerò e non ti abbandonerò. Sii forte e fatti animo,
poiché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri
di dare ad essi - Gs. 1:2, 5-6
Dopo aver ricevuto queste
istruzioni da Dio, Giosuè radunò i rappresentanti del popolo e trasmise loro le
istruzioni divine (Gs. 1:10). Essi risposero:
Noi faremo tutto quello ci hai comandato, e andremo dovunque ci manderai ... chiunque sarà ribelle ai tuoi ordini e non ubbidirà alle tue parole, qualunque sia la cosa che gli comanderai, sarà messo a morte. Solo sii forte e fatti animo! - Gs. 1:16-18
Giurarono così sulla loro
vita di seguire Giosuè. Come successore di Mosè nella missione di restaurare
Canaan, Giosuè prefigurò Cristo al Secondo Avvento, che sarebbe venuto a
completare la missione lasciata incompiuta da Gesù. Proprio come il corso di
Giosuè doveva restaurare tramite indennizzo il corso di Mosè, il corso di
Cristo al Secondo Avvento deve restaurare tramite indennizzo, sia fisicamente
che spiritualmente, il corso di restaurazione spirituale di Gesù.
Nel secondo corso nazionale,
Mosè aveva mandato dodici spie in Canaan (Nm. 13:1-2). Sulla fondazione di
cuore posta dalle due spie che avevano fedelmente completato la loro missione,
Giosuè inviò due uomini a spiare la città fortificata di Gerico (Gs. 2:1). Al
ritorno da Gerico, le due spie diedero un rapporto improntato a grande fede:
Certo, l'Eterno ha dato in
nostra mano tutto il paese; e già tutti gli abitanti del paese han perso
coraggio dinanzi a noi - Gs. 2:24
Tutti gli Israeliti della generazione più giovane, cresciuti nel deserto, credettero alle parole delle spie e indennizzarono con la loro fede il peccato dei genitori, che non avevano completato correttamente i precedenti quaranta giorni di spionaggio. Avendo giurato sulla loro vita di obbedire a Giosuè, che stava sulla fondazione per il Tabernacolo, gli Israeliti interiori poterono stabilirsi con lui su quella fondazione e, restaurando la provvidenza per l'inizio basata sull'acqua della roccia, assunsero la stessa posizione dei loro genitori, che avevano partecipato, sotto la guida di Mosè, alla provvidenza per l'inizio e avevano ricevuto da Dio, all'esodo dall'Egitto, i tre segni e le dieci piaghe.
Così
come gli Israeliti sotto la guida di Mosè erano passati attraverso un corso di
tre giorni, prima di attraversare il Mar Rosso, gli Israeliti sotto la guida di
Giosuè passarono attraverso un corso di tre giorni, prima di attraversare il
fiume Giordano (Gs. 3:2). Nel secondo corso nazionale, completato il corso di
tre giorni, la colonna di nuvole e la colonna di fuoco avevano condotto gli
Israeliti verso il Mar Rosso. Analogamente, dopo che gli Israeliti sotto la
guida di Giosuè completarono il corso di tre giorni, l'Arca dell'Alleanza li
condusse al fiume Giordano (Gs. 3:3-6). Sia le Tavole custodite nell'Arca che
le colonne di nubi e di fuoco simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe
sposato.
Mosè aveva usato il suo
bastone per aprire la strada e dividere il Mar Rosso. Allo stesso modo, Giosuè
pose l'Arca dell'Alleanza davanti alle truppe, per guidare il loro percorso.
Quando i sacerdoti, che portavano l'Arca dell'Alleanza, entrarono nel fiume
Giordano, le acque si divisero e il popolo che seguiva l'Arca poté camminare
sul letto del fiume (Gs. 3:16-17). Come il bastone di Mosè simboleggiava Gesù,
l'Arca, contenente le Tavole di pietra, la manna e il bastone di Aaronne,
simboleggiava Gesù e la donna che egli avrebbe sposato. L'aprirsi del fiume
Giordano davanti all'Arca, per consentire agli Israeliti di entrare agevolmente
nella terra di Canaan, indicò quello che sarebbe successo davanti a Gesù e alla
sua Sposa: l'umanità peccatrice, simboleggiata dalle acque (Ap. 17:15), sarebbe
stata divisa fra giusti e malvagi e sottoposta al giudizio. Tutti i credenti
avrebbero allora completato la restaurazione di Canaan a livello mondiale.
Dopo aver raggiunto il fiume
Giordano, Dio comandò a Giosuè:
Prendete tra il popolo dodici uomini, uno per tribù, e date loro quest'ordine: pigliate di qui, di mezzo al Giordano, dal luogo dove i sacerdoti sono stati a pie' fermo, dodici pietre, portatele con voi di là dal fiume e collocatele nel luogo dove accamperete stanotte - Gs. 4:2-3
E il popolo così fece:
Il popolo uscì dal Giordano
il decimo giorno del primo mese e s'accampò in Ghilgal, all'estremità orientale
di Gerico. E Giosuè rizzò in Ghilgal le dodici pietre ch'essi avevano preso dal
Giordano - Gs. 4:19-20
Cosa indicava questo? Com'è
già stato esaminato, la pietra simboleggiava Gesù. Perciò, il fatto che
ciascuno dei capi delle dodici tribù prese una pietra dal fiume Giordano,
quando le acque si erano divise al passaggio dell'Arca, indicò quello che i
dodici discepoli di Gesù, rappresentanti delle dodici tribù, dovevano fare alla
sua venuta: sostenerlo nel portare la sua Parola, che giudica il mondo del
peccato e separa il bene dal male. Dopo aver preso le dodici pietre e averle
disposte nell'accampamento in Ghilgal, nella terra di Canaan, Giosuè disse:
Onde tutti i popoli della terra riconoscano che la mano dell'Eterno è potente, e voi temiate in ogni tempo l'Eterno, il vostro Dio - Gs. 4:24
Questo indicò che i dodici
discepoli di Gesù dovevano unirsi col cuore; solo allora avrebbero completato
la restaurazione di Canaan a livello mondiale; così che tutti i popoli del
mondo potessero eternamente lodare il potere di Dio.
Così come Giacobbe aveva
costruito un altare di pietra ovunque era andato, i rappresentanti delle dodici
tribù, discendenti dei dodici figli di Giacobbe, che avrebbero dovuto alla fine
costruire il Tempio, raccolsero le dodici pietre e costruirono un altare per la
gloria di Dio. Questo indicò che i dodici discepoli avrebbero dovuto insieme
onorare Gesù come il Tempio. Per questa ragione, quando i discepoli non erano
uniti, Gesù disse:
Disfate questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere - Gv. 2:19
In effetti, i dodici
discepoli non si unirono tra loro, e uno di essi, Giuda Iscariota, arrivò a
vendere Gesù ai suoi nemici. Solo dopo la crocefissione e, tre giorni più
tardi, la resurrezione, Gesù poté radunare i discepoli, che si erano dispersi.
Allora, i discepoli onorarono Gesù resuscitato come Tempio spirituale ma, alla
Seconda Venuta, i suoi seguaci potranno servirlo come Tempio incarnato.
Nel lasciare l'Egitto, per
il loro viaggio verso la terra di Canaan, gli Israeliti avevano celebrato la
festa della Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese (Es. 12:17-18).
Allo stesso modo, gli Israeliti sotto la guida di Giosuè, accampati in Ghilgal,
celebrarono la festa della Pasqua il quattordicesimo giorno del primo mese di
quell'anno, prima di partire per Gerico. Cominciarono allora a vivere dei
prodotti della terra e non ricevettero più la manna, che Dio aveva dato loro
per quarant'anni. Da quel momento in poi, dovettero procurarsi da vivere col
loro sudore e, finché non ebbero sgominato fino all'ultima delle città
sataniche, dovettero impegnarsi al massimo per realizzare la loro
responsabilità.
Camminando verso Gerico,
secondo il comando di Dio, 40.000 soldati procedevano in prima linea; dietro di
loro sette sacerdoti suonavano sette trombe, seguiti dall'Arca dell'Alleanza
portata dai sacerdoti Leviti; il resto dell'esercito d'Israele chiudeva lo
schieramento. Gli Israeliti marciarono intorno alla città fortificata, in
questa formazione, una volta al giorno per sei giorni, senza che nulla
accadesse nella città. Con pazienza e obbedienza, il popolo restaurò tramite
indennizzo il periodo dei sei giorni della creazione, invaso da Satana. Dopo
aver perseverato con fede per sei giorni, il settimo giorno i sette sacerdoti,
suonando le sette trombe, fecero sette volte il giro delle mura della città, e
Giosuè disse al popolo:
Gridate, perché il Signore v'ha dato la città - Gs. 6:16
Il popolo urlò a gran voce e
le mura della città crollarono. La conquista di Gerico (Gs. 6) stette a
indicare come, col potere di Cristo e l'opera dei suoi seguaci, la barriera
satanica fra il cielo e la terra crollerà e, una volta distrutta, non sarà mai
più ricostruita. Così, Giosuè proclamò:
Sia maledetto, nel cospetto dell'Eterno, l'uomo che si leverà a riedificare questa città di Gerico! Ei ne getterà le fondamenta sul suo primogenito, e ne rizzerà le porte sul più giovane de' suoi figliuoli - Gs. 6:26
Giosuè poi attaccò i nemici
con forza inarrestabile e, in totale, sconfisse trentuno re (Gs. 12:9-24).
Questo indicò che Cristo sarebbe venuto come Re dei Re, per costruire un unico
Regno dei Cieli in terra, costringendo alla resa tutti i re gentili e
conquistando il cuore dei loro popoli.
La fondazione per il Messia
Il secondo corso nazionale per restaurare Canaan era fallito, perché gli Israeliti non avevano realizzato la condizione per separare Satana, costituita dalla missione di quaranta giorni di spionaggio. Per indennizzare questo fallimento, gli Israeliti vagarono nel deserto per quarant'anni, durante il terzo corso nazionale. In questo periodo, Mosè pose la fondazione di fede per il terzo corso e gli Israeliti si stabilirono sulla fondazione per il Tabernacolo, ma Satana contaminò queste due fondazioni, a causa della mancanza di fede del popolo e dell'errore di Mosè, che colpì la roccia due volte. Di conseguenza, la vecchia generazione degl'Israeliti, ad eccezione di Giosuè e Caleb, perì nel deserto. Giosuè e Caleb avevano realizzato fedelmente la missione di quaranta giorni di spionaggio, mantenendo la fondazione di fede per il secondo corso e la fondazione di fede per il Tabernacolo poste da Mosè, e stabilito così la fondazione per il Tabernacolo.
La nuova generazione degli Israeliti attraversò il fiume Giordano, portando l'Arca dell'Alleanza con assoluta fede - sotto la guida di Giosuè, il successore di Mosè - e poi, distrutta la città fortificata di Gerico, entrò in Canaan, la terra promessa. Sulla base di questa vittoria, gli Israeliti posero la fondazione di sostanza e stabilirono la fondazione per il Messia per il terzo corso nazionale, sia pure come un popolo senza sovranità.
La fondazione familiare per
il Messia era stata stabilita al tempo di Abramo. I suoi discendenti avevano
attraversato un corso d'indennizzo di 400 anni, come schiavi in Egitto, prima
di entrare in Canaan e completare la fondazione nazionale per il Messia. Ma era
necessario ben altro che semplicemente entrare in Canaan e conquistarne il
territorio. Come abbiamo esaminato prima,13 i popoli caduti avevano già fondato
nazioni potenti come l'Egitto, governate da sovrani satanici, che si opponevano
alla provvidenza di restaurazione di Dio. Perciò, anche se sotto la guida di
Giosuè era stata stabilita la fondazione nazionale per il Messia, bisognava
edificare un regno sovrano, col quale il Messia potesse affrontare le nazioni
sataniche. Tuttavia, anche la nuova generazione degli Israeliti, dopo essere
entrata in Canaan, perse la fede; la provvidenza di Dio fu prolungata ancora e
subì ripetute traversie, fino al tempo di Gesù.
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Insegnamenti tratti dal Corso di Mosè
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