Tutti lottiamo …
per
raggiungere la felicità ed evitare la disgrazia.
Nelle ordinarie questioni
individuali come nei grandi avvenimenti che modellano il corso della storia, si
manifesta alla base l'aspirazione umana per una felicità sempre più grande. Donde
proviene, dunque, la felicità?
L'uomo prova gioia quando
vede realizzati i propri desideri. Il termine desiderio, tuttavia, è spesso
inteso in un senso diverso da quello originale, poiché nelle attuali
circostanze i nostri desideri tendono a perseguire il male anziché il bene. I
desideri che producono iniquità non provengono dalla mente originale dell'uomo,
perché questa, ben consapevole che tali desideri portano alla sventura,
respinge i desideri malvagi e si sforza di favorire il bene. Anche a costo
della vita, l'uomo cerca la gioia capace di estasiare la mente originale.
Questa è la condizione umana: brancoliamo in un percorso estenuante per
scacciare l'ombra della morte e ricercare la luce della vita.
È mai accaduto che qualcuno
abbia raggiunto la gioia, della quale la sua mente originale potesse
compiacersi, perseguendo un desiderio iniquo?
Ogni volta che soddisfiamo
tali desideri, proviamo inquietudine nella coscienza e rimorso nel cuore. Quale
genitore istigherebbe mai il figlio ad essere malvagio, e quale maestro
insinuerebbe deliberatamente negli allievi l'iniquità? L'impulso della mente
originale, che ogni uomo possiede, detesta il male ed esalta il bene.
Nella vita delle persone
religiose si può vedere una fiera lotta intesa a realizzare il bene, seguendo
inflessibilmente i desideri della mente originale; e tuttavia, sin dall'inizio
dei tempi, nessun uomo si è attenuto fino in fondo al dettato della propria
mente originale. Come osservò San Paolo:
“Non v'è alcun giusto, neppur uno. Non v'è alcuno che abbia
intendimento, non v'è alcuno che ricerchi Dio” Rm. 3:10-11
Di fronte alla condizione
dell'uomo, egli deplorò:
“Poiché io mi diletto nella Legge di Dio, secondo l'uomo interno; ma
veggo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia
mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra.
Misero me uomo!” Rm. 7:22-24
In ogni uomo troviamo una
grande contraddizione. Nel medesimo individuo esistono due tendenze
contrapposte: la mente originale che vuole il bene, e la mente malvagia che
desidera il male, impegnate in una dura battaglia, con l'intento di realizzare
due scopi tra loro confliggenti. Qualsiasi cosa esistente che porti in sé tale
contraddizione è votata alla rovina, e gli esseri umani, che hanno acquisito
questa caratteristica, vivono sull'orlo del baratro.
È mai possibile che la vita
umana sia iniziata con una simile contraddizione?
Com'è stato possibile che
siano venuti ad esistere degli esseri dotati di una natura autodistruttiva? La
vita umana non avrebbe potuto neppure iniziare, se fosse stata oppressa sin
dall'avvio da tale contraddizione, ed essa perciò si dev'essere prodotta
successivamente alla nascita del genere umano. Il Cristianesimo vede in questa
situazione disastrosa il risultato della Caduta dell'uomo.
Chi può confutare la
condizione caduta dell'uomo?
Quando ci rendiamo conto
che, a causa della Caduta, siamo arrivati al limite dell'autodistruzione, ci
sforziamo disperatamente di risolvere la contraddizione dentro di noi,
respingendo i desideri del male che provengono dalla mente malvagia e
dedicandoci ai desideri del bene, che promanano dalla nostra mente originale.
In ogni caso, non siamo
riusciti a trovare la risposta finale alla domanda: qual è la natura del bene e
del male?
Ci manca tuttora una verità
assoluta e definitiva che ci consenta di distinguere, ad esempio:
- Tra il teismo e l'ateismo, quale dei due sia giusto e quale sbagliato. Inoltre, rimaniamo completamente disorientati di fronte a interrogativi quali: cos'è la mente originale, la sorgente dei buoni desideri?
- Qual è l'origine della mente malvagia, che istiga i desideri malvagi, in contrapposizione alla mente originale?
- Qual è la causa alla radice della contraddizione che porta la gente alla rovina?
Dobbiamo uscire dall'ignoranza
e diventare capaci di distinguere chiaramente il bene dal male, per ricacciare
i desideri malvagi e seguire quelli buoni. Allora potremo incamminarci verso la
vita di bontà che la mente originale cerca.
Dal punto di vista
intellettuale, la Caduta dell'uomo rappresenta lo scadimento dell'umanità
nell'ignoranza. Le persone sono fatte di due aspetti: interiore ed
esteriore, ovvero mente e corpo; analogamente, l'intelligenza consiste di due
componenti, interiore ed esteriore, e anche l'ignoranza è di due tipi,
interiore ed esteriore.
L'ignoranza interiore, in
senso religioso, è quella spirituale, cioè la mancanza di riposte a domande
come:
- Qual è l'origine degli esseri umani?
- Che scopo ha la vita? Cosa succede dopo la morte?
- Esistono Dio e l'altro mondo?
- Qual è la natura del bene e del male?
L'ignoranza esteriore si
riferisce alla natura, compreso il corpo umano. È l'ignoranza su temi come:
qual è l'origine dell'universo fisico? Quali sono le leggi naturali che
regolano tutti i fenomeni fisici?
Dagli albori della storia
fino ai giorni nostri, l'uomo ha cercato senza posa la verità con cui superare
entrambi i tipi d'ignoranza e conseguire la piena conoscenza. Attraverso la
religione, l'umanità ha seguito il percorso dell'indagine della verità interiore,
e attraverso la scienza ha seguito il percorso della ricerca della verità
esteriore.
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