La Caduta dell'uomo
Abbiamo tutti una mente
originale che ci spinge a rifiutare il male e cercare il bene. Tuttavia, anche
senza esserne consapevoli, siamo indotti da forze malvagie a rinunciare alla
bontà desiderata dalla nostra mente originale per compiere cattive azioni che,
nel profondo del cuore, non vogliamo fare. Finché saremo esposti a queste forze
malvagie, la storia del peccato continuerà ad affliggere l'umanità.
Nel Cristianesimo, il
signore di queste forze malvagie è conosciuto come Satana. Non siamo stati mai
in grado di debellare le forze di Satana perché non abbiamo compreso l'identità
di Satana, né come questi sia venuto ad esistere. Per estirpare totalmente il
male, e così mettere fine alla storia del peccato e inaugurare una nuova era di
bontà, dobbiamo prima svelare la motivazione e l'origine di Satana e
riconoscere la distruzione che ha causato nella vita dell'uomo. La spiegazione
della Caduta dell'uomo chiarirà questi temi.
Sezione 1
La radice del peccato
Nessuno ha mai conosciuto la
radice del peccato, che agisce in profondità nell'uomo e lo porta sulla strada
del male. Basandosi sulla Bibbia, i Cristiani hanno una vaga credenza, secondo
cui la radice del peccato fu l'atto di Adamo ed Eva, che mangiarono il frutto
dell'albero della conoscenza del bene e del male. Alcuni Cristiani credono che
il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male sia il frutto di un
albero reale, mentre altri, considerando che ampie parti della Bibbia si
esprimono in linguaggio metaforico, credono che si tratti d'un simbolo.
Esaminiamo quindi il racconto biblico della Caduta dell'uomo per arrivare a una
spiegazione completa.
L'albero della vita e
l'albero della conoscenza del bene e del male
Adamo ed Eva caddero quando
mangiarono il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Molti
Cristiani finora hanno pensato che si tratti del frutto d'un albero reale. Ma è
mai possibile che Dio, l'amorevole Genitore dell'umanità, faccia apparire così
attraente un frutto capace di causare la Caduta (Gn. 3:6) e lo metta così
facilmente alla portata dei Suoi figli? D'altra parte, Gesù disse:
“Non è quel che entra nella bocca che contamina l'uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco quel che contamina l'uomo” - Mt. 15:11
Come può allora un alimento
corrompere chi lo mangia?
L'umanità è afflitta dal
peccato originale, ereditato dai primi antenati. Ma può qualcosa che si mangia
causare un peccato che si trasmette ai posteri? L'eredità si trasmette soltanto
tramite la discendenza. La temporanea malattia che può derivare dall'aver
mangiato un cibo nocivo non può perpetuarsi attraverso il lungo corso della
discendenza.
Alcuni credono che Dio creò
il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, e comandò ad Adamo
ed Eva di non mangiarne, per mettere alla prova la loro obbedienza. Potremmo
chiederci se il Dio d'amore sottoporrebbe l'uomo - così spietatamente - a una
prova suscettibile di causarne la morte. Adamo ed Eva mangiarono il frutto
anche se sapevano, perché Dio li aveva avvertiti, che sarebbero morti nel
momento che l'avessero mangiato. Adamo ed Eva non mancavano di cibo. Non
avrebbero rischiato la vita, disobbedendo a Dio, solo per soddisfare la loro
ghiottoneria. Perciò, possiamo dedurre che il frutto dell'albero della
conoscenza del bene e del male, invece che un normale frutto, era qualcosa di
così straordinariamente stimolante, che neanche la paura della morte dissuase Adamo
ed Eva dal coglierlo.
Se il frutto dell'albero
della conoscenza del bene e del male non era un frutto materiale, doveva
simboleggiare qualcos'altro. Perché dovremmo caparbiamente aderire a
un'interpretazione letterale del frutto, quando così ampie parti della Bibbia
fa uso di simboli e metafore? Sarà meglio evitare un atteggiamento di fede così
ristretto e antiquato.
Per sapere cosa rappresenta
il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, analizziamo prima
l'albero della vita, che si trovava nel Giardino di Eden, accanto all'albero
della conoscenza del bene e del male (Gn. 2:9). Comprendendo il significato
dell'albero della vita, potremo poi anche cogliere il significato dell'albero
della conoscenza del bene e del male.
L'albero della vita
Secondo la Bibbia, la
speranza dell'uomo caduto è quella di raggiungere l'albero della vita:
“La speranza differita fa languire il cuore, ma il desiderio adempiuto è un albero di vita” - Pr. 13:12
Così, gli Israeliti dell'Era
dell'Antico Testamento guardavano all'albero della vita come la loro speranza.
Allo stesso modo, la speranza di tutti i Cristiani dal tempo di Gesù fino ad
oggi è stata quella di avvicinarsi e avere parte all'albero della vita:
“Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte nella città” - Ap. 22:14
Dal momento che l'ultima
speranza dell'umanità è l'albero della vita, possiamo capire che quell'albero
era anche la speranza di Adamo ed Eva.
È scritto che quando Adamo
cadde, Dio bloccò la strada all'albero della vita, ponendovi a guardia un
cherubino dalla spada fiammeggiante (Gn. 3:24). Da questo possiamo anche
dedurre che l'albero delle vita era la speranza di Adamo prima della Caduta.
Adamo fu cacciato dal Giardino di Eden senza aver realizzato la sua speranza,
l'albero della vita. E da allora in poi, per l'uomo caduto, quell'albero è
rimasto una speranza irrealizzata.
Qual era la speranza di
Adamo durante il periodo in cui era immaturo e cresceva verso la perfezione?
Adamo sperava di diventare un uomo capace di realizzare l'ideale di creazione
di Dio, crescendo fino alla perfezione, senza cadere. L'albero della vita, in
effetti, è il simbolo di un uomo che ha pienamente realizzato l'ideale di
creazione. Adamo perfetto doveva essere quest'uomo ideale, e perciò l'albero
della vita è il simbolo di Adamo perfetto.
Se Adamo, invece di cadere,
avesse raggiunto l'albero della vita, anche i suoi discendenti avrebbero tutti
realizzato l'albero della vita, e avrebbero costruito il Regno dei Cieli in
terra. Ma Adamo cadde, e Dio bloccò la strada per l'albero col cherubino dalla
spada fiammeggiante. D'allora in poi, nonostante tutti gli sforzi dell'uomo
caduto, tesi a restaurare l'ideale di creazione, l'albero della vita è rimasto
un sogno irraggiungibile. Oppresso dal peccato originale, l'uomo caduto non può
completare l'ideale di creazione e diventare l'albero della vita con le sue sole
forze. Per realizzare quell'ideale, deve venire sulla terra un uomo che, dopo aver
completato l'ideale di creazione, deve unire a sé e innestare di sé tutta l'umanità,
come albero della vita (Rm. 11:17)1 . Gesù fu quell'uomo. L'albero della vita atteso
dai fedeli dell'Era dell'Antico Testamento (Pr. 13:12) non era altri che Gesù.
Da quando Dio bloccò la
strada all'albero della vita, ponendovi a guardia un cherubino dalla spada
fiammeggiante, non è stato più possibile avvicinarsi all'albero senza prima
aprire la strada. Il giorno di Pentecoste, lingue di fuoco discesero sui santi,
ed essi furono ripieni dello Spirito Santo (At. 2:3-4). Quest'avvenimento segnò
l'apertura della strada, e la rimozione della spada fiammeggiante, che apparve
sotto forma di lingue di fuoco, prima della discesa dello Spirito Santo. Fu
aperta così la strada, attraverso la quale tutti gli uomini, possono accostarsi
a Gesù, l'albero della vita, ed essere innestati di lui.
Tuttavia, i Cristiani sono
innestati di Gesù solo spiritualmente. Per questo motivo, anche i figli dei
Cristiani più devoti ereditano il peccato, che deve essere ancora redento.
Neanche i santi di più grande fede hanno potuto liberarsi dal peccato originale
ed evitare di trasmetterlo ai loro figli.2 Per questo motivo, Cristo deve
tornare sulla terra come albero della vita e, innestando ancora una volta di sé
tutti gli uomini, redimerli dal peccato originale. Così, i Cristiani aspettano
impazientemente l'albero della vita che, nel libro dell'Apocalisse, simboleggia
Cristo al Secondo Avvento (Ap. 22:14).
Lo scopo della provvidenza
di salvezza di Dio è quello di restaurare il mancato raggiungimento dell'albero
della vita nel Giardino di Eden, realizzando l'albero della vita descritto nel
libro dell'Apocalisse. A causa della Caduta, Adamo non poté completare l'ideale
del primo albero della vita (Gn. 2:9) e perciò Gesù, "l'ultimo Adamo"
(1 Cor. 15:45), deve ritornare negli Ultimi Giorni come albero della vita, per
completare la salvezza degli uomini caduti.
L'albero della conoscenza
del bene e del male
Dio non voleva che Adamo
fosse solo, perciò creò Eva come sua moglie. Nel Giardino di Eden, così come
c'era un albero che simboleggiava l'uomo perfetto, doveva essercene un altro
che rappresentava la donna che ha pienamente realizzato l'ideale di creazione.
L'albero della conoscenza
del bene e del male, che stava accanto all'albero della vita (Gn. 2:9),
rappresentava la donna che, realizzando il suo scopo di bontà, sarebbe divenuta
la donna ideale, Eva perfetta.
La Bibbia si riferisce a
Gesù usando le metafore della vite (Gv. 15:5) e del ramo (Is. 11:1; Ger. 23:5).
Analogamente, per darci un'indicazione sul segreto della Caduta dell'uomo, Dio
ha utilizzato il simbolismo dei due alberi, che rappresentavano Adamo ed Eva
perfetti.
L'identità del serpente
Nella Bibbia leggiamo che un
serpente indusse Eva a commettere peccato (Gn. 3:4-5). Cosa simboleggia il
serpente? Analizziamo la vera identità del serpente, basandoci sul racconto del
libro di Genesi.
Il serpente descritto nella
Bibbia era in grado di conversare con l'uomo, che è un essere spirituale, e
causarne la caduta. Inoltre, il serpente sapeva che Dio aveva severamente
proibito agli esseri umani di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza
del bene e del male. Si tratta di prove evidenti che il serpente simboleggiava
un essere spirituale.
È scritto:
“E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra e con lui furon gettati gli angeli suoi” - Ap. 12:9
L'antico serpente è proprio
quello che tentò Eva nel Giardino di Eden. Avendo vissuto in cielo, prima
d'essere gettato giù, il Diavolo o Satana era un essere spirituale. In effetti,
dal tempo della Caduta dell'uomo in poi, Satana ha continuamente indirizzato il
cuore degli uomini verso il male.
Poiché Satana è un essere
spirituale, tale dev'essere anche il serpente che ne è il simbolo. Questi
elementi di prova, tratti dalla Bibbia, confermano che il serpente che tentò
Eva non era un animale ma invece simboleggiava un essere spirituale.
Viene da domandarsi se l'essere
spirituale simboleggiato dal serpente sia esistito prima della creazione
dell'universo o sia stato creato come parte di esso. Se quest'essere fosse
esistito prima della creazione, e avesse avuto uno scopo contrario a quello di
Dio, il conflitto tra bene e male nell'universo sarebbe inevitabile e perpetuo
e la provvidenza di restaurazione di Dio sarebbe inutile. Inoltre, il monoteismo,
che afferma che tutto l'universo è stato creato da un unico Dio, sarebbe infondato.
Dobbiamo quindi concludere che l'essere spirituale rappresentato dal serpente
fu creato originalmente con uno scopo buono, ma più tardi cadde e divenne
Satana.
Che tipo di essere
spirituale creato da Dio avrebbe potuto conversare con l'uomo, conoscere la
volontà di Dio e vivere in cielo? Che tipo di essere, anche dopo essere caduto
e divenuto malvagio, avrebbe potuto trascendere tempo e spazio e dominare
l'anima dell'uomo? Non ci sono esseri dotati di queste caratteristiche al di
fuori degli angeli. Possiamo concludere che il serpente, che tentò l'uomo e
peccò, era un angelo, come ci conferma il versetto:
“Perché se Dio non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi” - 2 Pt. 2:4
Il serpente ha la lingua
biforcuta: è qualcuno che, con una stessa lingua, esprime concetti
contraddittori e, con uno stesso cuore, conduce una doppia vita. Il serpente si
attorciglia intorno alla sua preda prima di divorarla: è la metafora di qualcuno
che approfitta degli altri per il proprio tornaconto. Per questi motivi, la Bibbia
paragona l'angelo che tentò l'uomo a un serpente.
La caduta dell'angelo e la
caduta dell'uomo
Come abbiamo chiarito, il
serpente che portò l'uomo a cadere era un angelo che, quando peccò e cadde,
divenne Satana. Esaminiamo ora che tipo di peccato l'angelo e l'uomo commisero.
Il crimine dell'angelo
“E che Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità primiera, ma lasciarono la loro propria dimora. Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizi contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena d'un fuoco eterno” - Giuda 6-7
Da questo passo possiamo
dedurre che l'angelo cadde a causa di un'indebita relazione sessuale.
La fornicazione è un peccato
che non si può commettere da soli. Con chi, nel Giardino di Eden, l'angelo
commise il suo atto sessuale illecito? Per svelare questo mistero, esaminiamo
che tipo di peccato commise l'uomo.
Il crimine dell'uomo
Leggiamo che Adamo ed Eva,
prima di cadere, erano entrambi nudi e non provavano vergogna (Gn. 2:25). Dopo
la Caduta, invece, si vergognarono della loro nudità e fecero delle vesti di
foglie di fico per coprirsi le parti basse (Gn. 3:7). Se il loro crimine fosse
consistito nel mangiare un frutto reale, cresciuto su un albero chiamato albero
della conoscenza del bene e del male, avrebbero certamente coperto le mani o la
bocca. È nella natura dell'uomo celare i propri difetti. Così, l'atto di
coprire le parti basse dimostrò che quelle parti, e non la bocca, erano la
fonte della loro vergogna. In Giobbe 31:33 è scritto: "se, come fan gli
uomini, ho coperto i miei falli celando nel petto la mia iniquità". Adamo,
dopo la Caduta, nascose le parti basse, ad indicare che lì stava il suo
difetto. Gli organi sessuali di Adamo ed Eva furono la fonte della loro
vergogna perché erano stati gli strumenti del loro atto peccaminoso.
Nella situazione precedente
alla Caduta, qual è l'atto che l'uomo sarebbe stato disposto a compiere anche
mettendo a repentaglio la propria vita? Nient'altro che l'atto d'amore. Lo
scopo di creazione di Dio, descritto nella benedizione "moltiplicate e
riempite la terra" (Gn. 1:28), può essere realizzato solo attraverso l'amore.
Di conseguenza, dal punto di vista dello scopo di creazione di Dio, l'amore doveva
essere l'azione più preziosa e sacra, ma, poiché proprio l'atto sessuale fu la causa
della Caduta, le persone lo considerano spesso con vergogna se non addirittura
con disprezzo. In conclusione, l'uomo cadde attraverso la consumazione d'un rapporto
sessuale illecito.
L'indebito atto sessuale tra
l'angelo e l'uomo
Fin qui abbiamo spiegato che
un angelo sedusse gli esseri umani e li fece cadere, e l'amore sessuale
illecito fu la causa della Caduta sia dell'angelo che dell'uomo. Nell'intero
universo, l'uomo e l'angelo sono gli unici esseri spirituali, capaci di avere
relazioni d'amore. Possiamo dedurne che l'indebita relazione sessuale deve aver
coinvolto l'angelo e l'uomo.
Gesù disse:
“Voi siete progenie del diavolo, ch'è vostro padre, e fate i desideri del padre vostro” - Gv. 8:44
Poiché il Diavolo
s'identifica con Satana (Ap. 12:9), possiamo affermare che gli uomini sono
discendenti di Satana, il "serpente antico" che tentò l'uomo. In che
modo l'umanità divenne la discendenza dell'angelo caduto, Satana? Ci fu un'indebita
relazione sessuale tra l'angelo e i primi antenati. Tutta l'umanità appartiene
alla discendenza di Satana come frutto di quella relazione. San Paolo riconobbe
come gli uomini caduti provengano dalla discendenza di Satana e non da quella
di Dio, scrivendo:
“Anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo” - Rm. 8:23
Giovanni Battista vituperò
il popolo chiamandolo "razza di vipere" (Mt. 3:7), cioè figli di
Satana. Gesù disse agli Scribi e ai Farisei:
“Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?” - Mt. 23:33
Questi versi affermano che
noi siamo figli di un'indebita relazione sessuale, che coinvolse l'angelo e i
nostri primi antenati. Questa, in effetti, è l'essenza della Caduta dell'uomo.
Il frutto dell'albero della
conoscenza del bene e del male
Abbiamo mostrato poco fa che
l'albero della conoscenza del bene e del male simboleggiava Eva. Cos'era allora
il frutto di quest'albero? L'amore di Eva. Come un albero si moltiplica
attraverso i frutti, così Eva avrebbe dovuto generare buoni figli, attraverso
il Vero Amore, ma, al contrario, generò figli cattivi, attraverso l'amore
satanico. Eva, che era stata creata in uno stadio acerbo, avrebbe dovuto raggiungere
la completa maturità solo dopo aver attraversato un periodo di crescita. Così,
c'era la possibilità che il suo amore portasse buon frutto o cattivo frutto.
Questo è il motivo per cui l'amore di Eva è simboleggiato dal frutto dell'albero
della conoscenza del bene e del male, ed Eva è simboleggiata da quell'albero.
Cosa significò mangiare il
frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male? Quando mangiamo
qualcosa, ne facciamo parte di noi stessi. Eva doveva mangiare il frutto della bontà,
consumando l'amore centrato su Dio; avrebbe così ricevuto l'essenza della
divinità e moltiplicato una discendenza di bene. Al contrario, Eva mangiò il
frutto del male, consumando l'amore centrato su Satana, e così ricevette
l'essenza della sua natura malvagia e iniziò la discendenza di male, dalla
quale ebbe origine la nostra società di peccato. Di conseguenza, il fatto che
Eva mangiò il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male vuol dire
che consumò una relazione d'amore satanico con l'angelo, col quale strinse un legame
di sangue.
Dio maledisse l'angelo
caduto, dicendo:
“Camminerai sul tuo ventre, e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita” - Gn. 3:14
L'espressione
"camminerai sul tuo ventre" significa che l'angelo sarebbe divenuto
un essere miserabile, incapace di condursi appropriatamente o di realizzare la
sua funzione originale, e "mangerai polvere" vuol dire che, da quando
è stato gettato giù dal cielo (Is. 14:12; Ap. 12:9), l'angelo non ha più
ricevuto elementi di vita da Dio ed ha dovuto invece nutrirsi degli elementi di
male racimolati nel mondo del peccato.
La radice del peccato
Da questa spiegazione della
Bibbia abbiamo appreso che la radice del peccato non sta nella circostanza che
i primi antenati mangiarono un frutto, quanto invece nel fatto che ebbero
un'indebita relazione sessuale con un angelo (simboleggiato da un serpente) e
di conseguenza moltiplicarono la cattiva discendenza di Satana invece della
buona discendenza di Dio.
Numerose prove ci confermano
che la radice del peccato dell'uomo proviene dall'immoralità nella sfera
sessuale. Il peccato originale si è perpetuato da una generazione all'altra
attraverso la linea genealogica, perché la radice del peccato si è consolidata in
una relazione sessuale, che ha stabilito un legame di sangue. Inoltre le
religioni, nel sottolineare la necessità di emendare il peccato, considerano la
fornicazione un peccato cardinale e, nel contrastarla, insegnano le virtù della
purezza e dell'astinenza sessuale, dimostrandoci così che la radice del peccato
sta nei desideri lussuriosi. Gli Israeliti praticarono come condizione di santificazione
il rito della circoncisione, e si qualificarono come popolo scelto di Dio
versando il sangue, perché la radice del peccato consiste proprio nell'aver ricevuto
il sangue malvagio, di cui siamo permeati, attraverso un atto impuro.
La promiscuità sessuale è
una causa fondamentale della rovina di tanti eroi e patrioti, come pure
d'intere nazioni. La radice del peccato - il desiderio sessuale illecito - è
costantemente attiva anche nell'anima nelle persone migliori, molte volte senza
neppure una loro diretta consapevolezza. Potremmo essere capaci di sradicare
ogni altro male, stabilendo codici morali attraverso la religione, mettendo in
atto rigorosi programmi educativi, e riformando i sistemi socioeconomici che
producono il crimine, ma senza riuscire a debellare la piaga della promiscuità
sessuale, che si è estesa proprio dove il progresso della civiltà ha reso le
abitudini di vita più comode e indolenti. Perciò, la speranza d'un mondo ideale
sarà un sogno vuoto, finché la radice di tutti i mali non sarà stata strappata
all'origine. Cristo al Secondo Avvento dovrà riuscire a risolvere questo problema
una volta per tutte.
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