lunedì 16 febbraio 2015

La Caduta dell'uomo e La Radice del Peccato

La Caduta dell'uomo
Abbiamo tutti una mente originale che ci spinge a rifiutare il male e cercare il bene. Tuttavia, anche senza esserne consapevoli, siamo indotti da forze malvagie a rinunciare alla bontà desiderata dalla nostra mente originale per compiere cattive azioni che, nel profondo del cuore, non vogliamo fare. Finché saremo esposti a queste forze malvagie, la storia del peccato continuerà ad affliggere l'umanità.
Nel Cristianesimo, il signore di queste forze malvagie è conosciuto come Satana. Non siamo stati mai in grado di debellare le forze di Satana perché non abbiamo compreso l'identità di Satana, né come questi sia venuto ad esistere. Per estirpare totalmente il male, e così mettere fine alla storia del peccato e inaugurare una nuova era di bontà, dobbiamo prima svelare la motivazione e l'origine di Satana e riconoscere la distruzione che ha causato nella vita dell'uomo. La spiegazione della Caduta dell'uomo chiarirà questi temi.
Sezione 1
La radice del peccato
Nessuno ha mai conosciuto la radice del peccato, che agisce in profondità nell'uomo e lo porta sulla strada del male. Basandosi sulla Bibbia, i Cristiani hanno una vaga credenza, secondo cui la radice del peccato fu l'atto di Adamo ed Eva, che mangiarono il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Alcuni Cristiani credono che il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male sia il frutto di un albero reale, mentre altri, considerando che ampie parti della Bibbia si esprimono in linguaggio metaforico, credono che si tratti d'un simbolo. Esaminiamo quindi il racconto biblico della Caduta dell'uomo per arrivare a una spiegazione completa.
L'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male
Adamo ed Eva caddero quando mangiarono il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Molti Cristiani finora hanno pensato che si tratti del frutto d'un albero reale. Ma è mai possibile che Dio, l'amorevole Genitore dell'umanità, faccia apparire così attraente un frutto capace di causare la Caduta (Gn. 3:6) e lo metta così facilmente alla portata dei Suoi figli? D'altra parte, Gesù disse:
“Non è quel che entra nella bocca che contamina l'uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco quel che contamina l'uomo” - Mt. 15:11
Come può allora un alimento corrompere chi lo mangia?
L'umanità è afflitta dal peccato originale, ereditato dai primi antenati. Ma può qualcosa che si mangia causare un peccato che si trasmette ai posteri? L'eredità si trasmette soltanto tramite la discendenza. La temporanea malattia che può derivare dall'aver mangiato un cibo nocivo non può perpetuarsi attraverso il lungo corso della discendenza.
Alcuni credono che Dio creò il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, e comandò ad Adamo ed Eva di non mangiarne, per mettere alla prova la loro obbedienza. Potremmo chiederci se il Dio d'amore sottoporrebbe l'uomo - così spietatamente - a una prova suscettibile di causarne la morte. Adamo ed Eva mangiarono il frutto anche se sapevano, perché Dio li aveva avvertiti, che sarebbero morti nel momento che l'avessero mangiato. Adamo ed Eva non mancavano di cibo. Non avrebbero rischiato la vita, disobbedendo a Dio, solo per soddisfare la loro ghiottoneria. Perciò, possiamo dedurre che il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, invece che un normale frutto, era qualcosa di così straordinariamente stimolante, che neanche la paura della morte dissuase Adamo ed Eva dal coglierlo.
Se il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male non era un frutto materiale, doveva simboleggiare qualcos'altro. Perché dovremmo caparbiamente aderire a un'interpretazione letterale del frutto, quando così ampie parti della Bibbia fa uso di simboli e metafore? Sarà meglio evitare un atteggiamento di fede così ristretto e antiquato.
Per sapere cosa rappresenta il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, analizziamo prima l'albero della vita, che si trovava nel Giardino di Eden, accanto all'albero della conoscenza del bene e del male (Gn. 2:9). Comprendendo il significato dell'albero della vita, potremo poi anche cogliere il significato dell'albero della conoscenza del bene e del male.
L'albero della vita
Secondo la Bibbia, la speranza dell'uomo caduto è quella di raggiungere l'albero della vita:
“La speranza differita fa languire il cuore, ma il desiderio adempiuto è un albero di vita” - Pr. 13:12
Così, gli Israeliti dell'Era dell'Antico Testamento guardavano all'albero della vita come la loro speranza. Allo stesso modo, la speranza di tutti i Cristiani dal tempo di Gesù fino ad oggi è stata quella di avvicinarsi e avere parte all'albero della vita:
“Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte nella città” - Ap. 22:14
Dal momento che l'ultima speranza dell'umanità è l'albero della vita, possiamo capire che quell'albero era anche la speranza di Adamo ed Eva.
È scritto che quando Adamo cadde, Dio bloccò la strada all'albero della vita, ponendovi a guardia un cherubino dalla spada fiammeggiante (Gn. 3:24). Da questo possiamo anche dedurre che l'albero delle vita era la speranza di Adamo prima della Caduta. Adamo fu cacciato dal Giardino di Eden senza aver realizzato la sua speranza, l'albero della vita. E da allora in poi, per l'uomo caduto, quell'albero è rimasto una speranza irrealizzata.
Qual era la speranza di Adamo durante il periodo in cui era immaturo e cresceva verso la perfezione? Adamo sperava di diventare un uomo capace di realizzare l'ideale di creazione di Dio, crescendo fino alla perfezione, senza cadere. L'albero della vita, in effetti, è il simbolo di un uomo che ha pienamente realizzato l'ideale di creazione. Adamo perfetto doveva essere quest'uomo ideale, e perciò l'albero della vita è il simbolo di Adamo perfetto.
Se Adamo, invece di cadere, avesse raggiunto l'albero della vita, anche i suoi discendenti avrebbero tutti realizzato l'albero della vita, e avrebbero costruito il Regno dei Cieli in terra. Ma Adamo cadde, e Dio bloccò la strada per l'albero col cherubino dalla spada fiammeggiante. D'allora in poi, nonostante tutti gli sforzi dell'uomo caduto, tesi a restaurare l'ideale di creazione, l'albero della vita è rimasto un sogno irraggiungibile. Oppresso dal peccato originale, l'uomo caduto non può completare l'ideale di creazione e diventare l'albero della vita con le sue sole forze. Per realizzare quell'ideale, deve venire sulla terra un uomo che, dopo aver completato l'ideale di creazione, deve unire a sé e innestare di sé tutta l'umanità, come albero della vita (Rm. 11:17)1 . Gesù fu quell'uomo. L'albero della vita atteso dai fedeli dell'Era dell'Antico Testamento (Pr. 13:12) non era altri che Gesù.
Da quando Dio bloccò la strada all'albero della vita, ponendovi a guardia un cherubino dalla spada fiammeggiante, non è stato più possibile avvicinarsi all'albero senza prima aprire la strada. Il giorno di Pentecoste, lingue di fuoco discesero sui santi, ed essi furono ripieni dello Spirito Santo (At. 2:3-4). Quest'avvenimento segnò l'apertura della strada, e la rimozione della spada fiammeggiante, che apparve sotto forma di lingue di fuoco, prima della discesa dello Spirito Santo. Fu aperta così la strada, attraverso la quale tutti gli uomini, possono accostarsi a Gesù, l'albero della vita, ed essere innestati di lui.
Tuttavia, i Cristiani sono innestati di Gesù solo spiritualmente. Per questo motivo, anche i figli dei Cristiani più devoti ereditano il peccato, che deve essere ancora redento. Neanche i santi di più grande fede hanno potuto liberarsi dal peccato originale ed evitare di trasmetterlo ai loro figli.2 Per questo motivo, Cristo deve tornare sulla terra come albero della vita e, innestando ancora una volta di sé tutti gli uomini, redimerli dal peccato originale. Così, i Cristiani aspettano impazientemente l'albero della vita che, nel libro dell'Apocalisse, simboleggia Cristo al Secondo Avvento (Ap. 22:14).
Lo scopo della provvidenza di salvezza di Dio è quello di restaurare il mancato raggiungimento dell'albero della vita nel Giardino di Eden, realizzando l'albero della vita descritto nel libro dell'Apocalisse. A causa della Caduta, Adamo non poté completare l'ideale del primo albero della vita (Gn. 2:9) e perciò Gesù, "l'ultimo Adamo" (1 Cor. 15:45), deve ritornare negli Ultimi Giorni come albero della vita, per completare la salvezza degli uomini caduti.
L'albero della conoscenza del bene e del male
Dio non voleva che Adamo fosse solo, perciò creò Eva come sua moglie. Nel Giardino di Eden, così come c'era un albero che simboleggiava l'uomo perfetto, doveva essercene un altro che rappresentava la donna che ha pienamente realizzato l'ideale di creazione.
L'albero della conoscenza del bene e del male, che stava accanto all'albero della vita (Gn. 2:9), rappresentava la donna che, realizzando il suo scopo di bontà, sarebbe divenuta la donna ideale, Eva perfetta.
La Bibbia si riferisce a Gesù usando le metafore della vite (Gv. 15:5) e del ramo (Is. 11:1; Ger. 23:5). Analogamente, per darci un'indicazione sul segreto della Caduta dell'uomo, Dio ha utilizzato il simbolismo dei due alberi, che rappresentavano Adamo ed Eva perfetti.
L'identità del serpente
Nella Bibbia leggiamo che un serpente indusse Eva a commettere peccato (Gn. 3:4-5). Cosa simboleggia il serpente? Analizziamo la vera identità del serpente, basandoci sul racconto del libro di Genesi.
Il serpente descritto nella Bibbia era in grado di conversare con l'uomo, che è un essere spirituale, e causarne la caduta. Inoltre, il serpente sapeva che Dio aveva severamente proibito agli esseri umani di mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male. Si tratta di prove evidenti che il serpente simboleggiava un essere spirituale.
È scritto:
“E il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato Diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù; fu gettato sulla terra e con lui furon gettati gli angeli suoi” - Ap. 12:9
L'antico serpente è proprio quello che tentò Eva nel Giardino di Eden. Avendo vissuto in cielo, prima d'essere gettato giù, il Diavolo o Satana era un essere spirituale. In effetti, dal tempo della Caduta dell'uomo in poi, Satana ha continuamente indirizzato il cuore degli uomini verso il male.
Poiché Satana è un essere spirituale, tale dev'essere anche il serpente che ne è il simbolo. Questi elementi di prova, tratti dalla Bibbia, confermano che il serpente che tentò Eva non era un animale ma invece simboleggiava un essere spirituale.
Viene da domandarsi se l'essere spirituale simboleggiato dal serpente sia esistito prima della creazione dell'universo o sia stato creato come parte di esso. Se quest'essere fosse esistito prima della creazione, e avesse avuto uno scopo contrario a quello di Dio, il conflitto tra bene e male nell'universo sarebbe inevitabile e perpetuo e la provvidenza di restaurazione di Dio sarebbe inutile. Inoltre, il monoteismo, che afferma che tutto l'universo è stato creato da un unico Dio, sarebbe infondato. Dobbiamo quindi concludere che l'essere spirituale rappresentato dal serpente fu creato originalmente con uno scopo buono, ma più tardi cadde e divenne Satana.
Che tipo di essere spirituale creato da Dio avrebbe potuto conversare con l'uomo, conoscere la volontà di Dio e vivere in cielo? Che tipo di essere, anche dopo essere caduto e divenuto malvagio, avrebbe potuto trascendere tempo e spazio e dominare l'anima dell'uomo? Non ci sono esseri dotati di queste caratteristiche al di fuori degli angeli. Possiamo concludere che il serpente, che tentò l'uomo e peccò, era un angelo, come ci conferma il versetto:
“Perché se Dio non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li inabissò, confinandoli in antri tenebrosi” - 2 Pt. 2:4
Il serpente ha la lingua biforcuta: è qualcuno che, con una stessa lingua, esprime concetti contraddittori e, con uno stesso cuore, conduce una doppia vita. Il serpente si attorciglia intorno alla sua preda prima di divorarla: è la metafora di qualcuno che approfitta degli altri per il proprio tornaconto. Per questi motivi, la Bibbia paragona l'angelo che tentò l'uomo a un serpente.
La caduta dell'angelo e la caduta dell'uomo
Come abbiamo chiarito, il serpente che portò l'uomo a cadere era un angelo che, quando peccò e cadde, divenne Satana. Esaminiamo ora che tipo di peccato l'angelo e l'uomo commisero.
Il crimine dell'angelo
“E che Egli ha serbato in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno, gli angeli che non serbarono la loro dignità primiera, ma lasciarono la loro propria dimora. Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizi contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena d'un fuoco eterno” - Giuda 6-7
Da questo passo possiamo dedurre che l'angelo cadde a causa di un'indebita relazione sessuale.
La fornicazione è un peccato che non si può commettere da soli. Con chi, nel Giardino di Eden, l'angelo commise il suo atto sessuale illecito? Per svelare questo mistero, esaminiamo che tipo di peccato commise l'uomo.
Il crimine dell'uomo
Leggiamo che Adamo ed Eva, prima di cadere, erano entrambi nudi e non provavano vergogna (Gn. 2:25). Dopo la Caduta, invece, si vergognarono della loro nudità e fecero delle vesti di foglie di fico per coprirsi le parti basse (Gn. 3:7). Se il loro crimine fosse consistito nel mangiare un frutto reale, cresciuto su un albero chiamato albero della conoscenza del bene e del male, avrebbero certamente coperto le mani o la bocca. È nella natura dell'uomo celare i propri difetti. Così, l'atto di coprire le parti basse dimostrò che quelle parti, e non la bocca, erano la fonte della loro vergogna. In Giobbe 31:33 è scritto: "se, come fan gli uomini, ho coperto i miei falli celando nel petto la mia iniquità". Adamo, dopo la Caduta, nascose le parti basse, ad indicare che lì stava il suo difetto. Gli organi sessuali di Adamo ed Eva furono la fonte della loro vergogna perché erano stati gli strumenti del loro atto peccaminoso.
Nella situazione precedente alla Caduta, qual è l'atto che l'uomo sarebbe stato disposto a compiere anche mettendo a repentaglio la propria vita? Nient'altro che l'atto d'amore. Lo scopo di creazione di Dio, descritto nella benedizione "moltiplicate e riempite la terra" (Gn. 1:28), può essere realizzato solo attraverso l'amore. Di conseguenza, dal punto di vista dello scopo di creazione di Dio, l'amore doveva essere l'azione più preziosa e sacra, ma, poiché proprio l'atto sessuale fu la causa della Caduta, le persone lo considerano spesso con vergogna se non addirittura con disprezzo. In conclusione, l'uomo cadde attraverso la consumazione d'un rapporto sessuale illecito.
L'indebito atto sessuale tra l'angelo e l'uomo
Fin qui abbiamo spiegato che un angelo sedusse gli esseri umani e li fece cadere, e l'amore sessuale illecito fu la causa della Caduta sia dell'angelo che dell'uomo. Nell'intero universo, l'uomo e l'angelo sono gli unici esseri spirituali, capaci di avere relazioni d'amore. Possiamo dedurne che l'indebita relazione sessuale deve aver coinvolto l'angelo e l'uomo.
Gesù disse:
“Voi siete progenie del diavolo, ch'è vostro padre, e fate i desideri del padre vostro” - Gv. 8:44
Poiché il Diavolo s'identifica con Satana (Ap. 12:9), possiamo affermare che gli uomini sono discendenti di Satana, il "serpente antico" che tentò l'uomo. In che modo l'umanità divenne la discendenza dell'angelo caduto, Satana? Ci fu un'indebita relazione sessuale tra l'angelo e i primi antenati. Tutta l'umanità appartiene alla discendenza di Satana come frutto di quella relazione. San Paolo riconobbe come gli uomini caduti provengano dalla discendenza di Satana e non da quella di Dio, scrivendo:
“Anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l'adozione, la redenzione del nostro corpo” - Rm. 8:23
Giovanni Battista vituperò il popolo chiamandolo "razza di vipere" (Mt. 3:7), cioè figli di Satana. Gesù disse agli Scribi e ai Farisei:
“Serpenti, razza di vipere, come scamperete al giudizio della geenna?” - Mt. 23:33
Questi versi affermano che noi siamo figli di un'indebita relazione sessuale, che coinvolse l'angelo e i nostri primi antenati. Questa, in effetti, è l'essenza della Caduta dell'uomo.
Il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male
Abbiamo mostrato poco fa che l'albero della conoscenza del bene e del male simboleggiava Eva. Cos'era allora il frutto di quest'albero? L'amore di Eva. Come un albero si moltiplica attraverso i frutti, così Eva avrebbe dovuto generare buoni figli, attraverso il Vero Amore, ma, al contrario, generò figli cattivi, attraverso l'amore satanico. Eva, che era stata creata in uno stadio acerbo, avrebbe dovuto raggiungere la completa maturità solo dopo aver attraversato un periodo di crescita. Così, c'era la possibilità che il suo amore portasse buon frutto o cattivo frutto. Questo è il motivo per cui l'amore di Eva è simboleggiato dal frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, ed Eva è simboleggiata da quell'albero.
Cosa significò mangiare il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male? Quando mangiamo qualcosa, ne facciamo parte di noi stessi. Eva doveva mangiare il frutto della bontà, consumando l'amore centrato su Dio; avrebbe così ricevuto l'essenza della divinità e moltiplicato una discendenza di bene. Al contrario, Eva mangiò il frutto del male, consumando l'amore centrato su Satana, e così ricevette l'essenza della sua natura malvagia e iniziò la discendenza di male, dalla quale ebbe origine la nostra società di peccato. Di conseguenza, il fatto che Eva mangiò il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male vuol dire che consumò una relazione d'amore satanico con l'angelo, col quale strinse un legame di sangue.
Dio maledisse l'angelo caduto, dicendo:
“Camminerai sul tuo ventre, e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita” - Gn. 3:14
L'espressione "camminerai sul tuo ventre" significa che l'angelo sarebbe divenuto un essere miserabile, incapace di condursi appropriatamente o di realizzare la sua funzione originale, e "mangerai polvere" vuol dire che, da quando è stato gettato giù dal cielo (Is. 14:12; Ap. 12:9), l'angelo non ha più ricevuto elementi di vita da Dio ed ha dovuto invece nutrirsi degli elementi di male racimolati nel mondo del peccato.
La radice del peccato
Da questa spiegazione della Bibbia abbiamo appreso che la radice del peccato non sta nella circostanza che i primi antenati mangiarono un frutto, quanto invece nel fatto che ebbero un'indebita relazione sessuale con un angelo (simboleggiato da un serpente) e di conseguenza moltiplicarono la cattiva discendenza di Satana invece della buona discendenza di Dio.
Numerose prove ci confermano che la radice del peccato dell'uomo proviene dall'immoralità nella sfera sessuale. Il peccato originale si è perpetuato da una generazione all'altra attraverso la linea genealogica, perché la radice del peccato si è consolidata in una relazione sessuale, che ha stabilito un legame di sangue. Inoltre le religioni, nel sottolineare la necessità di emendare il peccato, considerano la fornicazione un peccato cardinale e, nel contrastarla, insegnano le virtù della purezza e dell'astinenza sessuale, dimostrandoci così che la radice del peccato sta nei desideri lussuriosi. Gli Israeliti praticarono come condizione di santificazione il rito della circoncisione, e si qualificarono come popolo scelto di Dio versando il sangue, perché la radice del peccato consiste proprio nell'aver ricevuto il sangue malvagio, di cui siamo permeati, attraverso un atto impuro.
La promiscuità sessuale è una causa fondamentale della rovina di tanti eroi e patrioti, come pure d'intere nazioni. La radice del peccato - il desiderio sessuale illecito - è costantemente attiva anche nell'anima nelle persone migliori, molte volte senza neppure una loro diretta consapevolezza. Potremmo essere capaci di sradicare ogni altro male, stabilendo codici morali attraverso la religione, mettendo in atto rigorosi programmi educativi, e riformando i sistemi socioeconomici che producono il crimine, ma senza riuscire a debellare la piaga della promiscuità sessuale, che si è estesa proprio dove il progresso della civiltà ha reso le abitudini di vita più comode e indolenti. Perciò, la speranza d'un mondo ideale sarà un sogno vuoto, finché la radice di tutti i mali non sarà stata strappata all'origine. Cristo al Secondo Avvento dovrà riuscire a risolvere questo problema una volta per tutte.

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