La Provvidenza di
Restaurazione sotto la guida di Mosè
Terzo Corso Nazionale per
Restaurare Canaan
La fondazione di fede
Quando il popolo si
spaventò, ascoltando il rapporto sfiduciato delle spie, il secondo corso
nazionale per restaurare Canaan finì in fallimento. I quarant'anni passati da
Mosè nel deserto di Madian per restaurare la fondazione di fede furono invasi
da Satana. Come risultato del fallimento della missione di spionaggio, gli Israeliti
dovettero vagare nel deserto per quarant'anni, un anno per ogni giorno della
missione di spionaggio, finché ritornarono a Kades. Per Mosè, questi
quarant'anni furono il periodo per separare Satana, che aveva invaso la
precedente fondazione di fede, e restaurare tramite indennizzo la fondazione di
fede per il terzo corso. Onorando il Tabernacolo con fede e lealtà per tutti i
quarant'anni di vagabondaggio nel deserto, Mosè, prima del ritorno a Kades,
completò la fondazione di fede per il terzo corso nazionale per restaurare
Canaan e, nello stesso tempo, stabilì la posizione di Abele per la fondazione
di sostanza.
La fondazione di sostanza
La fondazione di sostanza
per il secondo corso era finita in fallimento quando, a causa della persistente
mancanza di fede del popolo, Satana aveva contaminato la fondazione per il
Tabernacolo. Comunque, rimase almeno la fondazione di fede per il Tabernacolo,
preservata dalla continua devozione di Mosè. Se, su questa fondazione, gli
Israeliti avessero seguito fedelmente Mosè nei quarant'anni di vagabondaggio
nel deserto, stabilendo così le basi per la separazione di Satana, si sarebbe
posta la fondazione di sostanza per il Tabernacolo e completata la fondazione
per il Tabernacolo. Se poi avessero onorato Mosè, obbedendogli ed entrando con
fede in Canaan, gli Israeliti avrebbero completato la fondazione di sostanza
per il terzo corso nazionale per restaurare Canaan.
Per Mosè, i quarant'anni di
vagabondaggio nel deserto furono il periodo richiesto per stabilire la
fondazione di fede per il terzo corso nazionale. Per gli Israeliti, lo scopo di
questo periodo era il completamento della provvidenza per l'inizio del terzo
corso. Gli Israeliti dovevano fare ciò stabilendo la fondazione per il
Tabernacolo, ritornando così nello stato di grazia di cui avevano goduto nel
secondo corso, subito dopo aver costruito il Tabernacolo sotto la guida di
Mosè.
La fondazione di sostanza
centrata su Mosè
Nel secondo corso, le
Tavole, il Tabernacolo e l'Arca dell'Alleanza erano divenuti necessari solo
perché nel deserto, subito dopo aver attraversato il Mar Rosso, gli Israeliti
avevano perso la fede e dimenticato i tre segni che Dio aveva dato, nel
condurre la provvidenza per l'inizio. Per restaurare tramite indennizzo la loro
mancanza di fede, Dio li aveva messi alla prova per un periodo di quaranta
giorni, mentre Mosè era sulla montagna, e aveva poi dato loro le tre
manifestazioni della grazia divina: le Tavole di pietra, l'Arca dell'Alleanza e
il Tabernacolo. Inoltre, Dio aveva dato le dieci piaghe, per restaurare le
dieci volte che Labano aveva ingannato Giacobbe in Aram, ma, quando gli
Israeliti avevano perso la fede, nonostante fossero stati testimoni delle dieci
piaghe, Dio aveva cercato di restaurare tramite indennizzo le piaghe con i Dieci
Comandamenti. Così, se avessero rinnovato la loro fede, onorando le tre
manifestazioni della grazia divina e obbedendo ai Dieci Comandamenti, gli
Israeliti sarebbero ritornati nello stato di grazia di cui avevano goduto nel
lasciare l'Egitto, sotto il potere di tali miracoli.
Analogamente, nel terzo
corso, gli Israeliti avrebbero dovuto completare il periodo d'indennizzo di
quarant'anni, seguendo Mosè attraverso il deserto con fede e obbedienza e, dopo
essere tornati a Kades, stabilirsi con Mosè sulla fondazione per il
Tabernacolo, onorando le Tavole, il Tabernacolo e l'Arca. In questo modo, si
sarebbero ristabiliti nella posizione che avevano conquistato, al completamento
della provvidenza per l'inizio del secondo corso, quando Dio colpì gli Egiziani
coi tre segni e le dieci piaghe. Le Tavole erano una rappresentazione ridotta
dell'Arca, come l'Arca lo era del Tabernacolo; perciò, le Tavole erano una
rappresentazione ridotta del Tabernacolo. L'Arca e il Tabernacolo possono
quindi essere rappresentate dalle Tavole o dalla loro radice, la roccia.
Perciò, il terzo corso nazionale per restaurare Canaan doveva iniziare a Kades
sulla base del completamento di una provvidenza per l'inizio basata sulla
roccia. Dopodiché, onorando il Tabernacolo con fede e devozione e seguendo Mosè
in Canaan, gli Israeliti avrebbero realizzato la condizione d'indennizzo per
rimuovere la natura caduta, richiesta per la fondazione di sostanza nel terzo
corso nazionale.
In che modo Dio intendeva
condurre la provvidenza per l'inizio basata sulla roccia? Durante i
quarant'anni di vagabondaggio nel deserto, gli Israeliti continuarono a
lamentarsi e mancare di fede. Per salvarli, Dio ordinò a Mosè di colpire la
roccia col suo bastone, per far sgorgare l'acqua e dar da bere al popolo (Nm.
20:4-5, 8). Mosè doveva colpire la roccia solo una volta. Gli Israeliti
dovevano allora unirsi a lui con deferenza, e così porsi, insieme a lui, sulla
fondazione per il Tabernacolo, realizzando in questo modo la provvidenza per
l'inizio basata sulla roccia. Invece, quando Mosè sentì che il popolo mormorava
contro di lui, lamentandosi perché non c'era acqua da bere, fu preso da una
rabbia incontenibile e colpì la roccia due volte. A questo punto, Dio gli
disse:
Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figliuoli d'Israele, voi non introdurrete questa raunanza nel paese che io le do - Nm. 20:12
Colpendo la roccia due
volte, mentre avrebbe dovuto colpirla una volta soltanto, Mosè rovinò la
provvidenza per l'inizio basata sulla roccia e, di conseguenza, non gli fu
permesso di entrare nella terra promessa, che poté solo vedere in lontananza,
alla fine della sua vita (Nm. 27:12-14).
Esaminiamo perché Mosè
avrebbe dovuto colpire la roccia una sola volta e colpirla due volte costituì
un peccato. La roccia è un simbolo di Gesù Cristo (1 Cor. 10:4; Ap. 2:17).
Poiché Cristo venne come albero della vita (Ap. 22:14)12 la roccia può essere
vista anche come un albero della vita. L'albero della vita è anche un simbolo
di Adamo perfetto nel Giardino di Eden; perciò la roccia simboleggia Adamo
perfetto. Nel Giardino di Eden, Adamo doveva maturare per diventare l'ideale
rappresentato dalla roccia ma, poiché Satana lo colpì e lo portò a cadere, non
poté diventare l'albero della vita o la roccia, capace dare l'acqua della vita
eterna ai suoi discendenti. Perciò, la roccia senz'acqua, prima che Mosè la
colpisse per la prima volta, simboleggiava Adamo caduto. Per indennizzare
l'atto di Satana, che colpì Adamo per impedirgli di diventare la roccia dalla
quale poteva sgorgare l'acqua di vita, Dio volle che Mosè colpisse la roccia
una volta. Colpendo la roccia una volta e facendone sgorgare l'acqua, Mosè
realizzò una condizione d'indennizzo per restaurare Adamo come la roccia che dà
acqua. La roccia, colpita una volta, simboleggiava Gesù, che doveva venire per
dare all'umanità caduta l'acqua di vita. Perciò Gesù disse:
Ma chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete; anzi, l'acqua che io gli darò, diventerà in lui una fonte d'acqua che scaturisce in vita eterna - Gv. 4:14
Così, Dio voleva che Mosè
colpisse la roccia una volta, come condizione d'indennizzo per restaurare Adamo
caduto nella persona del secondo, perfetto Adamo, e cioè Gesù. Ma l'atto di
Mosè che, a causa della mancanza di fede degli Israeliti, colpì la roccia due
volte con rabbia, dopo che n'era sgorgata l'acqua, rappresentò la possibilità
che venisse colpito Gesù, ovvero, in altre parole, pose la condizione per cui,
se il popolo ebreo, alla venuta di Gesù, avesse perso la fede, Satana avrebbe
potuto attaccare Gesù, la realizzazione della roccia. Questa è la ragione per
cui l'atto di Mosè costituì un peccato.
Perché poté essere
restaurato l'atto di Mosè di rompere le Tavole di pietra, ma non il suo errore
di colpire la roccia la seconda volta? Nel contesto della provvidenza di
restaurazione, le Tavole di pietra e la roccia erano collegate come esteriore e
interiore. Le Tavole di pietra, iscritte con i Dieci Comandamenti, erano
l'essenza della Legge Mosaica e il cuore dell'Antico Testamento. Gli Israeliti
potevano ricevere la salvezza, accessibile nell'Era dell'Antico Testamento,
osservando gli ideali contenuti nelle Tavole. In questo senso, le Tavole di
pietra erano una rappresentazione esteriore di Gesù che doveva venire.
La roccia, d'altro lato, non
solo simboleggiava Cristo, ma, come radice delle Tavole di pietra,
simboleggiava anche Dio, l'origine di Cristo. Le Tavole di pietra erano
esteriori, la roccia era interiore. Se paragoniamo le Tavole al corpo, la
roccia corrisponde alla mente; se paragoniamo le Tavole al luogo santo, la
roccia corrisponde al luogo santissimo; se paragoniamo le Tavole alla terra, la
roccia corrisponde al cielo. In breve, come rappresentazione interiore di
Cristo, la roccia aveva un valore superiore alle Tavole di pietra.
Come rappresentazione
esteriore di Gesù, le Tavole di pietra simboleggiavano anche Aaronne, che era
il rappresentante esteriore di Gesù, perché stava davanti a Mosè, il
rappresentante di Dio (Es. 4:16; 7:1). Quando gli Israeliti insistettero perché
Aaronne costruisse il vitello d'oro (Es. 32:4), Aaronne perse la fede e questo
causò la rottura delle Tavole. Nonostante ciò, Aaronne poté pentirsi e
rinascere, perché stava ancora sulla fondazione di aver bevuto l'acqua dalla
roccia in Refidim (Es. 17:6). In questo modo, anche le Tavole di pietra, che
simboleggiavano Aaronne, poterono essere ricostruite e restaurate, sulla base
della fondazione interiore dell'acqua della roccia. Tuttavia, dal momento che
la roccia - la radice delle Tavole di pietra - simboleggiava non solo Gesù, ma
anche Dio, sua origine, il secondo colpo sulla roccia non poté essere
annullato.
Quali furono le conseguenze
di aver colpito la roccia due volte? Mosè colpì la roccia la seconda volta
perché fu preso da una rabbia incontenibile, causata dalla mancanza di fede del
popolo (Salmi 106:32-33), e agì sotto l'influsso di Satana, addirittura per
conto di Satana. Di conseguenza, la provvidenza per l'inizio, che Dio voleva
condurre basata sulla roccia, fu contaminata da Satana.
Anche se esteriormente
l'atto di Mosè di colpire la roccia la seconda volta si dimostrò un atto
satanico, in un senso interiore, più profondo, Mosè dissetò il popolo
coll'acqua sgorgata dalla roccia, salvando loro la vita. Si confermò così la
profezia, che Dio aveva dato in precedenza (Nm. 14:28-34), per cui gli
Israeliti esteriori, quelli già adulti al tempo della partenza dall'Egitto, non
sarebbero entrati nella terra promessa, ad eccezione di Giosuè e Caleb. Anche
Mosè sarebbe morto senza realizzare il sogno, a lungo accarezzato, di entrare
in Canaan (Dt. 34:4-5), mentre gli Israeliti interiori, che erano bambini al
tempo dell'Esodo, o erano nati durante il corso nel deserto, quando il popolo
aveva bevuto l'acqua della roccia e onorato il Tabernacolo, sarebbero entrati
in Canaan sotto la guida di Giosuè (Nm. 32:11-12), succeduto a Mosè (Nm.
27:18-20).
Poiché l'atto di Mosè di
colpire la roccia due volte permise l'invasione di Satana, c'era da immaginarsi
che la roccia non desse acqua. E allora, come fu possibile che dalla roccia
sgorgasse l'acqua? Mosè aveva già ottenuto l'acqua dalla roccia in Refidim (Es.
17:6) nel secondo corso nazionale per restaurare Canaan, ponendo così la
fondazione per ottenere l'acqua dalla roccia. Nel terzo corso nazionale le Tavole
di pietra, il Tabernacolo e l'Arca dell'Alleanza, stabiliti su questa
fondazione, erano stati sostenuti, nonostante la mancanza di fede del popolo,
dalla devozione incrollabile di Mosè, che aveva mantenuto saldamente la
fondazione di fede per il Tabernacolo posta durante i quaranta giorni di
digiuno. Anche se la fede di Mosè vacillò, in un momento di rabbia, il suo
cuore nei confronti di Dio era rimasto immutato. Inoltre, Giosuè aveva posto la
fondazione per il Tabernacolo, con la sua fede assoluta, durante i quaranta
giorni di spionaggio e, d'allora in poi, aveva continuato a sostenere le
Tavole, il Tabernacolo e l'Arca. Così, la fondazione per ottenere l'acqua dalla
roccia, che era stata stabilita in Refidim, rimase intatta, centrata su Giosuè.
In conclusione, la seconda provvidenza basata sulla roccia, seppure invasa
esteriormente da Satana, a causa dell'atto esteriore di mancanza di fede di
Mosè, rimase sana interiormente. La roccia diede l'acqua per il popolo, grazie
all'atteggiamento interiore di Mosè e Giosuè, improntato a irremovibile fede e
devozione.
Colpendo la roccia la
seconda volta, Mosè agì dalla posizione di Satana, e perciò questi prese
possesso della pietra. Di conseguenza, al tempo di Gesù, quando il popolo perse
la fede, Gesù stesso, la realizzazione della roccia, dovette andare personalmente
nel deserto a recuperarla. Questo è il motivo riposto della prima tentazione,
in cui Satana sfidò Gesù a trasformare la pietra in pane.
A causa della mancanza di
fede degli Israeliti, Mosè si adirò e colpì la roccia due volte. In questo
modo, Satana prese in pegno il suo corpo, e Mosè dovette morire fuori della
terra promessa. Tuttavia, Mosè poté entrare in Canaan in spirito, perché aveva
ottenuto l'acqua dalla roccia, in virtù della sua fede indomabile. Questo
anticipò cosa sarebbe accaduto alla venuta di Gesù, la vera manifestazione
della roccia. Se il popolo ebreo avesse perso la fede, anche il corpo di Gesù
sarebbe stato attaccato da Satana, fino all'estremo dell'uccisione sulla croce.
Gesù morì prima di completare la restaurazione di Canaan a livello mondiale, ma
nonostante ciò riuscì ugualmente a realizzare, con la sua resurrezione, la
parte spirituale della restaurazione.
Poco tempo dopo l'episodio
di Kades, gli Israeliti, proseguendo nel loro cammino, si lamentarono ancora, e
Dio mandò dei serpenti velenosi, che morsero e uccisero molti di loro. Quando
si pentirono, Dio disse a Mosè di fare un serpente di bronzo e porlo in cima a
un'asta, così che chiunque l'avesse guardato sarebbe stato salvato (Nm.
21:6-9). I serpenti velenosi simboleggiavano Satana, il serpente antico (Ap.
12:9) che aveva fatto cadere Eva; mentre il serpente di bronzo posto sull'asta
simboleggiava Gesù, che doveva venire come serpente del Cielo. Fu anche questa
un'indicazione di quanto avrebbe potuto accadere al tempo di Gesù, il quale
infatti disse:
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato - Gv. 3:14
Quando gli Israeliti
mancarono di fede, Dio li lasciò in preda al serpente satanico, ma quando si
pentirono e ritrovarono la fede Dio salvò la loro vita col serpente di bronzo.
Allo stesso modo, al tempo di Gesù, se il popolo avesse mancato di fede, Dio
avrebbe dovuto lasciarlo in balia di Satana, e Gesù sarebbe stato innalzato
sulla croce, come il serpente celeste, per salvare l'umanità: chiunque,
pentendosi, avesse creduto nella redenzione per mezzo della croce, avrebbe
avuto la salvezza. Anche l'episodio dei serpenti velenosi fu una delle cause
remote per cui Gesù dovette prendere la strada della crocefissione, per
iniziare il corso di salvezza spirituale.
Quando, adirato per la mancanza di fede degli Israeliti, Mosè colpì la roccia due volte, Dio lo avvisò che non sarebbe entrato nella terra di Canaan (Nm. 20:12). Nonostante le disperate preghiere, con cui supplicò Dio di concedergli di entrare in Canaan (Dt. 3:25), Mosè morì prima di varcare il confine. Dopo la sua morte, il corpo di Mosè fu sepolto in una valle della terra di Moab, ma nessuno seppe mai in quale luogo preciso (Dt. 34:6).
Anche quest'episodio indicò quello che avrebbe potuto accadere a Gesù: se il popolo l'avesse rifiutato, Gesù sarebbe stato crocifisso e, anche se avesse pregato disperatamente per evitare quel destino e realizzare il Regno dei Cieli - come in effetti pregò nel Giardino di Getsemani con la supplica "passi oltre da me questo calice", sarebbe morto senza realizzare la sua meta e, dopo la sua morte, nessuno avrebbe saputo la sorte del suo corpo.
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