La Provvidenza di
Restaurazione sotto la guida di Mosè
Il Secondo Corso Nazionale
per Restaurare Canaan
La provvidenza di
restaurazione e il Tabernacolo
Esaminiamo per prima cosa
come gli Israeliti ricevettero le Tavole di pietra, il Tabernacolo, e l'Arca
dell'Alleanza. Gli Israeliti arrivarono nel deserto di Sinai all'inizio del
terzo mese, dopo la vittoria sugli Amalechiti (Es. 19:1). Mosè prese allora con
sé 70 anziani e salì sul monte Sinai per incontrare Dio, che lo chiamò da solo
sulla cima, e gli comandò di digiunare per quaranta giorni, per ricevere i
Dieci Comandamenti scritti sulle Tavole di pietra (Es. 24:9-10,18). Durante il
digiuno, Mosè ricevette le istruzioni di Dio per l'Arca dell'Alleanza e il
Tabernacolo (Es. 25-31). Al termine dei quaranta giorni di digiuno, Mosè
ricevette due Tavole di pietra, coi Dieci Comandamenti incisi dal dito di Dio
(Es. 31:18). Mosè scese dal monte Sinai con le due Tavole di pietra e ritornò
dagli Israeliti, ma li trovò che adoravano un vitello d'oro, che avevano
chiesto ad Aaronne di modellare durante l'assenza di Mosè. Vedendo che gli
Israeliti veneravano il vitello d'oro come il Dio che li aveva portati fuori dall'Egitto,
Mosè s'infiammò d'ira, scagliò a terra le Tavole di pietra e le ruppe ai piedi
della montagna (Es. 32:1-19). Dio apparve nuovamente a Mosè e gli disse di
scolpire un altro paio di tavole di pietra, identiche al primo paio,
promettendogli che avrebbe scritto su di esse, un'altra volta, i Dieci
Comandamenti. Mosè si presentò davanti a Dio sulla montagna e digiunò una
seconda volta per quaranta giorni. Dio gli dettò i Dieci Comandamenti e Mosè li
scrisse sulle Tavole (Es. 34:1, 27-28). Questa volta, quando Mosè ritornò con
le Tavole dagli Israeliti, questi lo onorarono e costruirono l'Arca
dell'Alleanza e il Tabernacolo seguendo le sue indicazioni (Es. 35-40).
Il significato e lo scopo
delle Tavole di pietra, del Tabernacolo e dell'Arca dell'Alleanza
Cosa significavano le Tavole
di pietra? Con le Tavole di pietra iscritte con la parola di Dio, ricevute da
Mosè, si concluse l'Era della Provvidenza per porre la Fondazione per la
Restaurazione, in cui l'uomo caduto poteva avere relazione con Dio solo attraverso
i sacrifici, e iniziò l'Era della Provvidenza di Restaurazione, in cui l'uomo
poteva avere relazione con Dio attraverso la Parola rivelata. È stato spiegato
prima che, se fossero diventati perfetti, Adamo ed Eva, creati dalla Parola, ne
sarebbero diventati l'incarnazione. Invece essi caddero e persero la Parola.
Mosè ricevette le due Tavole iscritte con la Parola alla fine di un periodo di
quaranta giorni per la separazione di Satana, che significava la restaurazione
simbolica di Adamo ed Eva come incarnazioni della Parola. Allo stesso modo, le
due Tavole simboleggiavano Adamo ed Eva restaurati ed anche Gesù e la donna che
egli avrebbe sposato, che dovevano venire come incarnazione della Parola. Nella
Bibbia, Cristo è simboleggiato da una pietra bianca (Ap. 2:17) ed è scritto che
"la roccia era Cristo" (1 Cor. 10:4). Come simboli di Gesù e della
donna che egli avrebbe sposato, le Tavole di pietra erano anche simboli del
cielo e della terra.
Cosa simboleggiava il
Tabernacolo? Gesù paragonò il suo corpo al Tempio di Gerusalemme (Gv. 2:19-21)
e noi, che crediamo in lui, siamo chiamati templi di Dio (1 Cor. 3:16). Il
tempio era perciò una rappresentazione in immagine di Gesù. Se avessero
completato vittoriosamente il primo corso per restaurare Canaan sotto la guida
di Mosè, gli Israeliti, non appena entrati nella terra di Canaan, avrebbero
costruito il tempio e si sarebbero preparati a ricevere il Messia. Invece, a
causa della loro mancanza di fede, il primo corso fallì fin dall'inizio. Nel
secondo corso, Dio li guidò in un lungo giro al di là del Mar Rosso e
attraverso il deserto. Dio non poté far loro costruire il Tempio, ma dovette
invece stabilire al suo posto il Tabernacolo, che era una rappresentazione
simbolica di Gesù e poteva essere spostato da un luogo all'altro. Nel comandare
a Mosè di costruire il Tabernacolo, Dio disse:
E mi facciano un santuario perch'io abiti in mezzo a loro - Es. 25:8
Il Tabernacolo era diviso in
due parti: il luogo santo e il luogo santissimo. Solo il sommo sacerdote poteva
entrare nel luogo santissimo, una volta all'anno, per fare il sacrificio del
Giorno della Redenzione. Nel luogo santissimo, che simboleggiava lo spirito di
Gesù e dove Dio manifestava la Sua presenza, era custodita l'Arca
dell'Alleanza. Il luogo santo, che simboleggiava il corpo di Gesù, conteneva un
candelabro, un altare per l'incenso e una tavola per il pane della
Presentazione, che erano curati giornalmente dai sacerdoti. Inoltre, il luogo
santissimo simboleggiava il mondo spirituale, e il luogo santo quello fisico.
Quando Gesù fu crocifisso, la cortina fra il luogo santo e il luogo santissimo
si squarciò in due da cima a fondo (Mt. 27:51), a significare che la
crocefissione di Gesù pose la base per la salvezza spirituale, e aprì le porte
tra spirito e carne, o tra cielo e terra.
Cosa simboleggiava l'Arca
dell'Alleanza? L'Arca, custodita nel luogo santissimo, conteneva le
testimonianze dell'alleanza di Dio: le due Tavole di pietra, che
simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, come pure il cielo e
la terra; la manna - l'alimento principale degli Israeliti durante il corso nel
deserto - che simboleggiava il corpo di Gesù ed era contenuta in un'urna d'oro
che simboleggiava la gloria di Dio; il bastone di Aaronne che aveva dimostrato
il potere di Dio mettendo gemme e germogli (Eb. 9:4). L'Arca rappresentava il
cosmo e, allo stesso tempo, era una piccola rappresentazione del Tabernacolo.
Il propiziatorio fu messo in
alto, sopra l'Arca dell'Alleanza. Due cherubini d'oro battuto furono posti alle
due estremità del propiziatorio, cui davano ombra con le ali. Dio promise che
sarebbe personalmente apparso sul propiziatorio, fra i cherubini, per guidare
gli Israeliti (Es. 25:17-22), a prefigurare che quando Gesù e la sua Sposa,
simboleggiati dalle Tavole di pietra, fossero venuti a purificare gli uomini
dal peccato, Dio sarebbe apparso sul propiziatorio e avrebbe aperto il
passaggio tra i cherubini, che avevano bloccato la via all'albero della vita
nel Giardino di Eden (Gn. 3:24). Allora, ogni uomo avrebbe potuto andare
davanti a Gesù, l'albero della vita, e ricevere la pienezza della parola di
Dio.
Per quale scopo Dio diede le
Tavole di pietra, il Tabernacolo e l'Arca dell'Alleanza? Quando gli Israeliti
partirono per il deserto, dopo aver completato il periodo d'indennizzo di 400
anni dovuto all'errore di Abramo nell'offerta, Dio colpì gli Egiziani con segni
e piaghe e annegò le schiere dei soldati Egiziani, che cercarono d'inseguire
gli Israeliti attraverso il Mar Rosso. Gli Israeliti non potevano ritornare in
Egitto, non solo perché la Volontà di Dio glielo proibiva, ma anche perché
erano diventati acerrimi nemici degli Egiziani. Non avevano altra scelta che
quella di completare il viaggio fino a Canaan; Dio li aveva guidati al punto di
non ritorno. Nonostante ciò, gli Israeliti persero ripetutamente la fede
durante il viaggio. Alla fine, c'era il pericolo che perfino Mosè agisse senza
fede. Per fronteggiare questa situazione, Dio stabilì un oggetto di fede che
sarebbe rimasto immutabile anche se le persone fossero cambiate. Finché un uomo
avesse onorato quell'oggetto con assoluta fede, Dio avrebbe potuto continuare
la Volontà provvidenziale attraverso di lui, e quell'uomo avrebbe ereditato la
missione di onorare l'oggetto di fede, come il testimone che viene passato da
un atleta all'altro in una gara di staffetta.
Il Tabernacolo, che
custodiva l'Arca dell'Alleanza e le Tavole di pietra, fu quell'oggetto di fede
e, poiché rappresentava il Messia, la sua costruzione da parte degli Israeliti
significò che, in senso simbolico il Messia, era già venuto.
Riverendo e onorando il
Tabernacolo come il Messia e ritornando nella terra benedetta di Canaan sotto
la guida di Mosè, gli Israeliti avrebbero stabilito la fondazione nazionale di
sostanza. Persino se tutti gli Israeliti avessero perso la fede lungo la via,
finché Mosè avesse continuato a glorificare il Tabernacolo, il popolo avrebbe
potuto indennizzare la sua mancanza di fede ed essere restaurato sulla base
della fondazione intatta di Mosè. Inoltre, se perfino Mosè avesse perso la
fede, ma un altro Israelita avesse glorificato il Tabernacolo al suo posto, Dio
avrebbe potuto lavorare attraverso quell'uomo e restaurare tutto il popolo.
Se gli Israeliti, fidandosi
di Mosè, fossero entrati in Canaan nel primo corso nazionale, la famiglia di
Mosè avrebbe svolto il ruolo del Tabernacolo, e Mosè stesso avrebbe realizzato
il ruolo che fu assunto dalle Tavole di pietra e dall'Arca dell'Alleanza. La
famiglia di Mosè sarebbe stata la portatrice della legge del Cielo. Gli Israeliti
avrebbero potuto costruire il Tempio nella terra di Canaan, senza alcun bisogno
delle Tavole, dell'Arca o del Tabernacolo, che infatti furono date come
strumenti di salvezza soltanto dopo che il popolo aveva perso la fede. Il
Tabernacolo, come rappresentazione simbolica di Gesù e della donna che egli
avrebbe sposato, era necessario solo fino alla costruzione del Tempio, che a
sua volta, come rappresentazione in immagine di Gesù e della donna che egli
avrebbe sposato, era necessario solo fino alla venuta del Messia come Tempio
incarnato.
La fondazione per il
Tabernacolo
Così come dev'essere posta
una fondazione prima di poter ricevere il Messia, una fondazione doveva essere
posta prima che gli Israeliti potessero costruire e glorificare il Tabernacolo,
la rappresentazione simbolica del Messia. Ovviamente, per stabilire la
fondazione per il Tabernacolo, dovevano essere poste le fondazioni di fede e di
sostanza. Esaminiamo come gli Israeliti dovevano porre queste due fondazioni,
sotto la guida di Mosè.
Mosè doveva seguire le
istruzioni di Dio e porre la fondazione di fede per il Tabernacolo, digiunando
e pregando per quaranta giorni, un periodo necessario per la separazione di
Satana. Sulla base di questa fondazione di fede per il Tabernacolo, gli
Israeliti dovevano ubbidire fedelmente a Mosè e sostenerlo nel suo lavoro teso
a realizzare l'ideale del Tabernacolo. Essi avrebbero così realizzato la
condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e stabilito la
fondazione di sostanza per il Tabernacolo. Il Tabernacolo, in questo contesto,
include le Tavole di pietra e l'Arca dell'Alleanza.
La Prima Fondazione per il
Tabernacolo
L'uomo fu creato il sesto
giorno, per diventare l'incarnazione della Parola (Gv. 1:3). Quindi, per dare
la Parola di ricreazione all'uomo caduto, per la sua restaurazione, Dio doveva
prima restaurare il numero sei, che rappresentava il periodo di creazione
contaminato da Satana. Per questa ragione, Dio santificò il Monte Sinai
coprendolo con nuvole di gloria per sei giorni e il settimo giorno si manifestò
e chiamò Mosè dalle nuvole. Da quel momento, Mosè cominciò il suo digiuno di
quaranta giorni e quaranta notti (Es. 24:16-18). Dio comandò a Mosè di
completare un periodo di quaranta giorni per la separazione di Satana, per
stabilire la fondazione di fede per il Tabernacolo, il Messia simbolico. Dio
vide che ciò era necessario, perché gli Israeliti avevano perso la fede dopo
aver attraversato il Mar Rosso (Es. 16:1-12; 17:2-4).
Come abbiamo già detto, per
realizzare la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta, durante
il corso degli Israeliti per restaurare Canaan, non sarebbe bastato che questi
ultimi credessero in Mosè e lo seguissero solo per il breve tempo in cui egli
manifestava il potere di Dio, ed era invece necessario che gli Israeliti
mantenessero tale fede ed obbedienza finché, giunti in Canaan, avessero
costruito il Tempio e ricevuto il Messia. Allo stesso modo, per realizzare la
condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e porre la fondazione di
sostanza per il Tabernacolo, gli Israeliti dovevano obbedire fedelmente a Mosè
da quando questi era salito sulla montagna per iniziare i quaranta giorni di
digiuno sino alla fine della costruzione del Tabernacolo. Invece, mentre Mosè
digiunava e pregava sulla montagna, tutto il popolo perse la fede e adorò il
vitello d'oro. Di conseguenza, la fondazione di sostanza per il Tabernacolo non
fu stabilita.
Poiché gli esseri umani
persero la base per la Parola, è loro parte di responsabilità recuperare la
base, per poterla ricevere nuovamente. Dio non interviene nelle azioni degli
uomini che lavorano per restaurare la Parola. Per questa ragione Dio, sebbene
avesse guidato gli Israeliti con segni e miracoli, non intervenne quando essi
peccarono.
Quando Mosè vide il popolo
adorare l'idolo e danzargli attorno, andò su tutte le furie, buttò giù le
Tavole e le spaccò (Es. 32:19). Come risultato, Satana invase la fondazione di
fede per il Tabernacolo. Com'è stato spiegato, le due Tavole di pietra
simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, che dovevano venire
come secondi, restaurati, Adamo ed Eva. Quest'evento indicò la possibilità che
Gesù, trovando alla sua venuta il popolo ebreo senza fede, morisse sulla croce
senza completare, insieme alla donna che egli doveva sposare, la missione
originale datagli da Dio. La mancanza di fede degli Israeliti ai piedi del
Monte Sinai rovinò la provvidenza di Dio per stabilire la fondazione per il
Tabernacolo e annullò i Suoi strenui sforzi per separare Satana ed educare il popolo
all'obbedienza a Mosè. A causa della loro persistente mancanza di fede, la
provvidenza di Dio per stabilire la fondazione per il Tabernacolo dovette
essere prolungata in un secondo e quindi in un terzo tentativo.
La Seconda Fondazione per il
Tabernacolo
Gli Israeliti, nella
provvidenza per ricevere le Tavole di pietra e quindi costruire il Tabernacolo,
si dimostrarono senza fede, ma ebbero una seconda possibilità, perché stavano
sulla fondazione di aver bevuto l'acqua dalla roccia - la radice simbolica
delle Tavole - in Refidim. Dio apparve a Mosè, che aveva spezzato le Tavole, e
gli promise di dare ancora la Sua Parola. Questa volta, Dio chiese a Mosè
stesso di scolpire le Tavole in bianco, su cui Egli avrebbe scritto i Suoi
Comandamenti. Comunque, Mosè non poteva restaurare le Tavole di pietra o
costruire il Tabernacolo intorno ad esse, senza aver prima restaurato la
fondazione di fede per il Tabernacolo completando, ancora una volta, una
fondazione basata sul numero quaranta per la separazione di Satana. Perciò,
Mosè dovette digiunare per altri quaranta giorni, prima di ottenere il secondo
paio di Tavole con iscritti i Dieci Comandamenti (Es. 34:28) e stabilire il
Tabernacolo come oggetto di fede. Questa volta, gli Israeliti aspettarono con
fede il ritorno di Mosè.
L'impegno vittorioso di Mosè
nel restaurare le Tavole spezzate attraverso i quaranta giorni di digiuno e la
fede degli Israeliti in lui, indicarono che Gesù, sebbene crocifisso, avrebbe
potuto ritornare e ricominciare il suo lavoro di salvezza, se i credenti
avessero devotamente realizzato la condizione d'indennizzo di riceverlo durante
i quaranta giorni della resurrezione del Signore - una fondazione basata sul
numero quaranta per la separazione di Satana.
Conservando la fede mentre
Mosè digiunava sulla montagna, e quindi obbedendo alle sue istruzioni di
costruire il Tabernacolo, gli Israeliti realizzarono la condizione d'indennizzo
per rimuovere la natura caduta. Fu posta così la fondazione di sostanza per il
Tabernacolo e quindi la fondazione per il Tabernacolo. Il Tabernacolo fu
costruito il primo giorno del primo mese del secondo anno (Es. 40:17).
Tuttavia, com'è stato già menzionato, la fondazione di sostanza nel secondo
corso nazionale per restaurare Canaan richiedeva ben più che la semplice
costruzione del Tabernacolo. Infatti gli Israeliti, finché fossero entrati in
Canaan e avessero costruito il tempio, dovevano onorare il Tabernacolo più di
quanto tenessero alla loro vita, e mantenere la stessa fede fino a ricevere il
Messia.
Il ventesimo giorno del
secondo mese del secondo anno, gli Israeliti partirono dal deserto di Sinai,
schierati in formazione attorno al Tabernacolo e guidati dalla colonna di nubi
(Nm. 10:11-12), ma ben presto cominciarono a lamentarsi per le difficoltà e
mormorare contro Mosè. Gli Israeliti non si pentirono neppure quando Dio, nella
Sua collera, distrusse il loro campo: continuarono a lamentarsi, perché non
avevano da mangiare altro che manna, mostrarono risentimento verso Mosè e
desiderarono la carne, la frutta, le verdure e le comodità dell'Egitto (Nm.
11:1-6). Perciò, gli Israeliti non mantennero la seconda fondazione per il
Tabernacolo, che fu invasa da Satana. La provvidenza per restaurare questa
fondazione fu prolungata in un terzo tentativo.
La Terza Fondazione per il
Tabernacolo
Anche se Satana aveva
contaminato la seconda fondazione per il Tabernacolo, la fede e la devozione di
Mosè verso il Tabernacolo rimasero immutate. Perciò, il Tabernacolo rimase
saldo sulla fondazione di fede posta da Mosè, mentre gli Israeliti avevano
ancora la fondazione di aver bevuto l'acqua dalla roccia in Refidim (Es. 17:6).
La roccia, ricordiamo, era la radice delle Tavole di pietra, che erano al
centro del Tabernacolo. Su questa base, gli Israeliti poterono tentare di
stabilire una nuova fondazione basata sul numero quaranta per la separazione di
Satana e - obbedendo a Mosè, che aveva continuato a onorare il Tabernacolo -
restaurare tramite indennizzo, al terzo tentativo, la fondazione per il
Tabernacolo. La missione di quaranta giorni di spionaggio nella terra di Canaan
fu la condizione per ottenere questo scopo. Dio chiese a Mosè di scegliere un
capo da ciascuna delle dodici tribù d'Israele e di inviarli come spie nella
terra di Canaan per quaranta giorni (Nm. 13:1, 25). Al loro ritorno, tutte le
spie, eccetto Giosuè e Caleb, presentarono resoconti ispirati dalla mancanza di
fede:
Soltanto, il popolo che
abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime ... è un
paese che divora i suoi abitanti; e tutta la gente che vi abbian veduta è gente
d'alta statura ... ci pareva d'esser locuste; e tali parevamo a loro - Num.
13:28, 32-33
Le spie conclusero che gli
Israeliti non erano in grado di conquistare le città fortificate di Canaan o
sconfiggerne le genti. Udendo questi rapporti, gli Israeliti mormorarono ancora
contro Mosè e reclamarono un'altra guida che li riportasse in Egitto. Solo
Giosuè e Caleb chiesero al popolo di non aver paura, e andare all'attacco dei
Canaaniti obbedendo al comando di Dio:
Soltanto, non vi ribellate
all'Eterno, e non abbiate paura del popolo di quel paese; poiché ne faremo
nostro pascolo; l'ombra che li copriva s'è ritirata, e l'Eterno è con noi; non
ne abbiate paura - Num.14:9
Gli Israeliti non
accettarono questa esortazione e cercarono di lapidare Giosuè e Caleb. In quel
momento, la gloria del Signore apparve a tutto il popolo e Dio disse a Mosè:
Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatto in mezzo a loro? ... I vostri piccini, che avete detto sarebbero preda de' nemici, quelli vi farò entrare; ed essi conosceranno il paese che voi avete disdegnato. Ma quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. E i vostri figliuoli andran pascendo i greggi nel deserto per quarant'anni e porteranno la pena della vostra infedeltà, finché i vostri cadaveri non siano consunti nel deserto. Come avete messo quaranta giorni a esplorare il paese, porterete la pena delle vostre iniquità quarant'anni; un anno per ogni giorno; e saprete cosa sia incorrere nella mia disgrazia - Num. 14:11;31-34
A causa della mancanza di
fede, la terza fondazione per il Tabernacolo finì in fallimento e il corso di
ventun mesi nel deserto fu esteso a quarant'anni.
Il fallimento del secondo
corso nazionale per restaurare Canaan
A causa della mancanza di fede degli Israeliti, la fondazione per il Tabernacolo fu invasa da Satana tre volte. Perciò, non fu realizzata la condizione d'indennizzo nazionale per rimuovere la natura caduta, né fu posta la fondazione di sostanza per il secondo corso nazionale per restaurare Canaan. Conseguentemente l'intero secondo corso nazionale per restaurare Canaan finì in fallimento e la provvidenza di Dio fu prolungata in un terzo corso nazionale.
Continua a leggere:
Mose, Terzo Corso Nazionale per Restaurare Canaan
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