domenica 7 dicembre 2014

Mose, Il Secondo Corso Nazionale per Restaurare Canaan e il Tabernacolo

La Provvidenza di Restaurazione sotto la guida di Mosè

Il Secondo Corso Nazionale per Restaurare Canaan

La provvidenza di restaurazione e il Tabernacolo

Esaminiamo per prima cosa come gli Israeliti ricevettero le Tavole di pietra, il Tabernacolo, e l'Arca dell'Alleanza. Gli Israeliti arrivarono nel deserto di Sinai all'inizio del terzo mese, dopo la vittoria sugli Amalechiti (Es. 19:1). Mosè prese allora con sé 70 anziani e salì sul monte Sinai per incontrare Dio, che lo chiamò da solo sulla cima, e gli comandò di digiunare per quaranta giorni, per ricevere i Dieci Comandamenti scritti sulle Tavole di pietra (Es. 24:9-10,18). Durante il digiuno, Mosè ricevette le istruzioni di Dio per l'Arca dell'Alleanza e il Tabernacolo (Es. 25-31). Al termine dei quaranta giorni di digiuno, Mosè ricevette due Tavole di pietra, coi Dieci Comandamenti incisi dal dito di Dio (Es. 31:18). Mosè scese dal monte Sinai con le due Tavole di pietra e ritornò dagli Israeliti, ma li trovò che adoravano un vitello d'oro, che avevano chiesto ad Aaronne di modellare durante l'assenza di Mosè. Vedendo che gli Israeliti veneravano il vitello d'oro come il Dio che li aveva portati fuori dall'Egitto, Mosè s'infiammò d'ira, scagliò a terra le Tavole di pietra e le ruppe ai piedi della montagna (Es. 32:1-19). Dio apparve nuovamente a Mosè e gli disse di scolpire un altro paio di tavole di pietra, identiche al primo paio, promettendogli che avrebbe scritto su di esse, un'altra volta, i Dieci Comandamenti. Mosè si presentò davanti a Dio sulla montagna e digiunò una seconda volta per quaranta giorni. Dio gli dettò i Dieci Comandamenti e Mosè li scrisse sulle Tavole (Es. 34:1, 27-28). Questa volta, quando Mosè ritornò con le Tavole dagli Israeliti, questi lo onorarono e costruirono l'Arca dell'Alleanza e il Tabernacolo seguendo le sue indicazioni (Es. 35-40).

Il significato e lo scopo delle Tavole di pietra, del Tabernacolo e dell'Arca dell'Alleanza

Cosa significavano le Tavole di pietra? Con le Tavole di pietra iscritte con la parola di Dio, ricevute da Mosè, si concluse l'Era della Provvidenza per porre la Fondazione per la Restaurazione, in cui l'uomo caduto poteva avere relazione con Dio solo attraverso i sacrifici, e iniziò l'Era della Provvidenza di Restaurazione, in cui l'uomo poteva avere relazione con Dio attraverso la Parola rivelata. È stato spiegato prima che, se fossero diventati perfetti, Adamo ed Eva, creati dalla Parola, ne sarebbero diventati l'incarnazione. Invece essi caddero e persero la Parola. Mosè ricevette le due Tavole iscritte con la Parola alla fine di un periodo di quaranta giorni per la separazione di Satana, che significava la restaurazione simbolica di Adamo ed Eva come incarnazioni della Parola. Allo stesso modo, le due Tavole simboleggiavano Adamo ed Eva restaurati ed anche Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, che dovevano venire come incarnazione della Parola. Nella Bibbia, Cristo è simboleggiato da una pietra bianca (Ap. 2:17) ed è scritto che "la roccia era Cristo" (1 Cor. 10:4). Come simboli di Gesù e della donna che egli avrebbe sposato, le Tavole di pietra erano anche simboli del cielo e della terra.

Cosa simboleggiava il Tabernacolo? Gesù paragonò il suo corpo al Tempio di Gerusalemme (Gv. 2:19-21) e noi, che crediamo in lui, siamo chiamati templi di Dio (1 Cor. 3:16). Il tempio era perciò una rappresentazione in immagine di Gesù. Se avessero completato vittoriosamente il primo corso per restaurare Canaan sotto la guida di Mosè, gli Israeliti, non appena entrati nella terra di Canaan, avrebbero costruito il tempio e si sarebbero preparati a ricevere il Messia. Invece, a causa della loro mancanza di fede, il primo corso fallì fin dall'inizio. Nel secondo corso, Dio li guidò in un lungo giro al di là del Mar Rosso e attraverso il deserto. Dio non poté far loro costruire il Tempio, ma dovette invece stabilire al suo posto il Tabernacolo, che era una rappresentazione simbolica di Gesù e poteva essere spostato da un luogo all'altro. Nel comandare a Mosè di costruire il Tabernacolo, Dio disse:

E mi facciano un santuario perch'io abiti in mezzo a loro - Es. 25:8

Il Tabernacolo era diviso in due parti: il luogo santo e il luogo santissimo. Solo il sommo sacerdote poteva entrare nel luogo santissimo, una volta all'anno, per fare il sacrificio del Giorno della Redenzione. Nel luogo santissimo, che simboleggiava lo spirito di Gesù e dove Dio manifestava la Sua presenza, era custodita l'Arca dell'Alleanza. Il luogo santo, che simboleggiava il corpo di Gesù, conteneva un candelabro, un altare per l'incenso e una tavola per il pane della Presentazione, che erano curati giornalmente dai sacerdoti. Inoltre, il luogo santissimo simboleggiava il mondo spirituale, e il luogo santo quello fisico. Quando Gesù fu crocifisso, la cortina fra il luogo santo e il luogo santissimo si squarciò in due da cima a fondo (Mt. 27:51), a significare che la crocefissione di Gesù pose la base per la salvezza spirituale, e aprì le porte tra spirito e carne, o tra cielo e terra.

Cosa simboleggiava l'Arca dell'Alleanza? L'Arca, custodita nel luogo santissimo, conteneva le testimonianze dell'alleanza di Dio: le due Tavole di pietra, che simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, come pure il cielo e la terra; la manna - l'alimento principale degli Israeliti durante il corso nel deserto - che simboleggiava il corpo di Gesù ed era contenuta in un'urna d'oro che simboleggiava la gloria di Dio; il bastone di Aaronne che aveva dimostrato il potere di Dio mettendo gemme e germogli (Eb. 9:4). L'Arca rappresentava il cosmo e, allo stesso tempo, era una piccola rappresentazione del Tabernacolo.

Il propiziatorio fu messo in alto, sopra l'Arca dell'Alleanza. Due cherubini d'oro battuto furono posti alle due estremità del propiziatorio, cui davano ombra con le ali. Dio promise che sarebbe personalmente apparso sul propiziatorio, fra i cherubini, per guidare gli Israeliti (Es. 25:17-22), a prefigurare che quando Gesù e la sua Sposa, simboleggiati dalle Tavole di pietra, fossero venuti a purificare gli uomini dal peccato, Dio sarebbe apparso sul propiziatorio e avrebbe aperto il passaggio tra i cherubini, che avevano bloccato la via all'albero della vita nel Giardino di Eden (Gn. 3:24). Allora, ogni uomo avrebbe potuto andare davanti a Gesù, l'albero della vita, e ricevere la pienezza della parola di Dio.

Per quale scopo Dio diede le Tavole di pietra, il Tabernacolo e l'Arca dell'Alleanza? Quando gli Israeliti partirono per il deserto, dopo aver completato il periodo d'indennizzo di 400 anni dovuto all'errore di Abramo nell'offerta, Dio colpì gli Egiziani con segni e piaghe e annegò le schiere dei soldati Egiziani, che cercarono d'inseguire gli Israeliti attraverso il Mar Rosso. Gli Israeliti non potevano ritornare in Egitto, non solo perché la Volontà di Dio glielo proibiva, ma anche perché erano diventati acerrimi nemici degli Egiziani. Non avevano altra scelta che quella di completare il viaggio fino a Canaan; Dio li aveva guidati al punto di non ritorno. Nonostante ciò, gli Israeliti persero ripetutamente la fede durante il viaggio. Alla fine, c'era il pericolo che perfino Mosè agisse senza fede. Per fronteggiare questa situazione, Dio stabilì un oggetto di fede che sarebbe rimasto immutabile anche se le persone fossero cambiate. Finché un uomo avesse onorato quell'oggetto con assoluta fede, Dio avrebbe potuto continuare la Volontà provvidenziale attraverso di lui, e quell'uomo avrebbe ereditato la missione di onorare l'oggetto di fede, come il testimone che viene passato da un atleta all'altro in una gara di staffetta.

Il Tabernacolo, che custodiva l'Arca dell'Alleanza e le Tavole di pietra, fu quell'oggetto di fede e, poiché rappresentava il Messia, la sua costruzione da parte degli Israeliti significò che, in senso simbolico il Messia, era già venuto.

Riverendo e onorando il Tabernacolo come il Messia e ritornando nella terra benedetta di Canaan sotto la guida di Mosè, gli Israeliti avrebbero stabilito la fondazione nazionale di sostanza. Persino se tutti gli Israeliti avessero perso la fede lungo la via, finché Mosè avesse continuato a glorificare il Tabernacolo, il popolo avrebbe potuto indennizzare la sua mancanza di fede ed essere restaurato sulla base della fondazione intatta di Mosè. Inoltre, se perfino Mosè avesse perso la fede, ma un altro Israelita avesse glorificato il Tabernacolo al suo posto, Dio avrebbe potuto lavorare attraverso quell'uomo e restaurare tutto il popolo.

Se gli Israeliti, fidandosi di Mosè, fossero entrati in Canaan nel primo corso nazionale, la famiglia di Mosè avrebbe svolto il ruolo del Tabernacolo, e Mosè stesso avrebbe realizzato il ruolo che fu assunto dalle Tavole di pietra e dall'Arca dell'Alleanza. La famiglia di Mosè sarebbe stata la portatrice della legge del Cielo. Gli Israeliti avrebbero potuto costruire il Tempio nella terra di Canaan, senza alcun bisogno delle Tavole, dell'Arca o del Tabernacolo, che infatti furono date come strumenti di salvezza soltanto dopo che il popolo aveva perso la fede. Il Tabernacolo, come rappresentazione simbolica di Gesù e della donna che egli avrebbe sposato, era necessario solo fino alla costruzione del Tempio, che a sua volta, come rappresentazione in immagine di Gesù e della donna che egli avrebbe sposato, era necessario solo fino alla venuta del Messia come Tempio incarnato.

La fondazione per il Tabernacolo

Così come dev'essere posta una fondazione prima di poter ricevere il Messia, una fondazione doveva essere posta prima che gli Israeliti potessero costruire e glorificare il Tabernacolo, la rappresentazione simbolica del Messia. Ovviamente, per stabilire la fondazione per il Tabernacolo, dovevano essere poste le fondazioni di fede e di sostanza. Esaminiamo come gli Israeliti dovevano porre queste due fondazioni, sotto la guida di Mosè.

Mosè doveva seguire le istruzioni di Dio e porre la fondazione di fede per il Tabernacolo, digiunando e pregando per quaranta giorni, un periodo necessario per la separazione di Satana. Sulla base di questa fondazione di fede per il Tabernacolo, gli Israeliti dovevano ubbidire fedelmente a Mosè e sostenerlo nel suo lavoro teso a realizzare l'ideale del Tabernacolo. Essi avrebbero così realizzato la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e stabilito la fondazione di sostanza per il Tabernacolo. Il Tabernacolo, in questo contesto, include le Tavole di pietra e l'Arca dell'Alleanza.

La Prima Fondazione per il Tabernacolo

L'uomo fu creato il sesto giorno, per diventare l'incarnazione della Parola (Gv. 1:3). Quindi, per dare la Parola di ricreazione all'uomo caduto, per la sua restaurazione, Dio doveva prima restaurare il numero sei, che rappresentava il periodo di creazione contaminato da Satana. Per questa ragione, Dio santificò il Monte Sinai coprendolo con nuvole di gloria per sei giorni e il settimo giorno si manifestò e chiamò Mosè dalle nuvole. Da quel momento, Mosè cominciò il suo digiuno di quaranta giorni e quaranta notti (Es. 24:16-18). Dio comandò a Mosè di completare un periodo di quaranta giorni per la separazione di Satana, per stabilire la fondazione di fede per il Tabernacolo, il Messia simbolico. Dio vide che ciò era necessario, perché gli Israeliti avevano perso la fede dopo aver attraversato il Mar Rosso (Es. 16:1-12; 17:2-4).

Come abbiamo già detto, per realizzare la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta, durante il corso degli Israeliti per restaurare Canaan, non sarebbe bastato che questi ultimi credessero in Mosè e lo seguissero solo per il breve tempo in cui egli manifestava il potere di Dio, ed era invece necessario che gli Israeliti mantenessero tale fede ed obbedienza finché, giunti in Canaan, avessero costruito il Tempio e ricevuto il Messia. Allo stesso modo, per realizzare la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e porre la fondazione di sostanza per il Tabernacolo, gli Israeliti dovevano obbedire fedelmente a Mosè da quando questi era salito sulla montagna per iniziare i quaranta giorni di digiuno sino alla fine della costruzione del Tabernacolo. Invece, mentre Mosè digiunava e pregava sulla montagna, tutto il popolo perse la fede e adorò il vitello d'oro. Di conseguenza, la fondazione di sostanza per il Tabernacolo non fu stabilita.

Poiché gli esseri umani persero la base per la Parola, è loro parte di responsabilità recuperare la base, per poterla ricevere nuovamente. Dio non interviene nelle azioni degli uomini che lavorano per restaurare la Parola. Per questa ragione Dio, sebbene avesse guidato gli Israeliti con segni e miracoli, non intervenne quando essi peccarono.

Quando Mosè vide il popolo adorare l'idolo e danzargli attorno, andò su tutte le furie, buttò giù le Tavole e le spaccò (Es. 32:19). Come risultato, Satana invase la fondazione di fede per il Tabernacolo. Com'è stato spiegato, le due Tavole di pietra simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, che dovevano venire come secondi, restaurati, Adamo ed Eva. Quest'evento indicò la possibilità che Gesù, trovando alla sua venuta il popolo ebreo senza fede, morisse sulla croce senza completare, insieme alla donna che egli doveva sposare, la missione originale datagli da Dio. La mancanza di fede degli Israeliti ai piedi del Monte Sinai rovinò la provvidenza di Dio per stabilire la fondazione per il Tabernacolo e annullò i Suoi strenui sforzi per separare Satana ed educare il popolo all'obbedienza a Mosè. A causa della loro persistente mancanza di fede, la provvidenza di Dio per stabilire la fondazione per il Tabernacolo dovette essere prolungata in un secondo e quindi in un terzo tentativo.

La Seconda Fondazione per il Tabernacolo

Gli Israeliti, nella provvidenza per ricevere le Tavole di pietra e quindi costruire il Tabernacolo, si dimostrarono senza fede, ma ebbero una seconda possibilità, perché stavano sulla fondazione di aver bevuto l'acqua dalla roccia - la radice simbolica delle Tavole - in Refidim. Dio apparve a Mosè, che aveva spezzato le Tavole, e gli promise di dare ancora la Sua Parola. Questa volta, Dio chiese a Mosè stesso di scolpire le Tavole in bianco, su cui Egli avrebbe scritto i Suoi Comandamenti. Comunque, Mosè non poteva restaurare le Tavole di pietra o costruire il Tabernacolo intorno ad esse, senza aver prima restaurato la fondazione di fede per il Tabernacolo completando, ancora una volta, una fondazione basata sul numero quaranta per la separazione di Satana. Perciò, Mosè dovette digiunare per altri quaranta giorni, prima di ottenere il secondo paio di Tavole con iscritti i Dieci Comandamenti (Es. 34:28) e stabilire il Tabernacolo come oggetto di fede. Questa volta, gli Israeliti aspettarono con fede il ritorno di Mosè.

L'impegno vittorioso di Mosè nel restaurare le Tavole spezzate attraverso i quaranta giorni di digiuno e la fede degli Israeliti in lui, indicarono che Gesù, sebbene crocifisso, avrebbe potuto ritornare e ricominciare il suo lavoro di salvezza, se i credenti avessero devotamente realizzato la condizione d'indennizzo di riceverlo durante i quaranta giorni della resurrezione del Signore - una fondazione basata sul numero quaranta per la separazione di Satana.

Conservando la fede mentre Mosè digiunava sulla montagna, e quindi obbedendo alle sue istruzioni di costruire il Tabernacolo, gli Israeliti realizzarono la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta. Fu posta così la fondazione di sostanza per il Tabernacolo e quindi la fondazione per il Tabernacolo. Il Tabernacolo fu costruito il primo giorno del primo mese del secondo anno (Es. 40:17). Tuttavia, com'è stato già menzionato, la fondazione di sostanza nel secondo corso nazionale per restaurare Canaan richiedeva ben più che la semplice costruzione del Tabernacolo. Infatti gli Israeliti, finché fossero entrati in Canaan e avessero costruito il tempio, dovevano onorare il Tabernacolo più di quanto tenessero alla loro vita, e mantenere la stessa fede fino a ricevere il Messia.

Il ventesimo giorno del secondo mese del secondo anno, gli Israeliti partirono dal deserto di Sinai, schierati in formazione attorno al Tabernacolo e guidati dalla colonna di nubi (Nm. 10:11-12), ma ben presto cominciarono a lamentarsi per le difficoltà e mormorare contro Mosè. Gli Israeliti non si pentirono neppure quando Dio, nella Sua collera, distrusse il loro campo: continuarono a lamentarsi, perché non avevano da mangiare altro che manna, mostrarono risentimento verso Mosè e desiderarono la carne, la frutta, le verdure e le comodità dell'Egitto (Nm. 11:1-6). Perciò, gli Israeliti non mantennero la seconda fondazione per il Tabernacolo, che fu invasa da Satana. La provvidenza per restaurare questa fondazione fu prolungata in un terzo tentativo.

La Terza Fondazione per il Tabernacolo

Anche se Satana aveva contaminato la seconda fondazione per il Tabernacolo, la fede e la devozione di Mosè verso il Tabernacolo rimasero immutate. Perciò, il Tabernacolo rimase saldo sulla fondazione di fede posta da Mosè, mentre gli Israeliti avevano ancora la fondazione di aver bevuto l'acqua dalla roccia in Refidim (Es. 17:6). La roccia, ricordiamo, era la radice delle Tavole di pietra, che erano al centro del Tabernacolo. Su questa base, gli Israeliti poterono tentare di stabilire una nuova fondazione basata sul numero quaranta per la separazione di Satana e - obbedendo a Mosè, che aveva continuato a onorare il Tabernacolo - restaurare tramite indennizzo, al terzo tentativo, la fondazione per il Tabernacolo. La missione di quaranta giorni di spionaggio nella terra di Canaan fu la condizione per ottenere questo scopo. Dio chiese a Mosè di scegliere un capo da ciascuna delle dodici tribù d'Israele e di inviarli come spie nella terra di Canaan per quaranta giorni (Nm. 13:1, 25). Al loro ritorno, tutte le spie, eccetto Giosuè e Caleb, presentarono resoconti ispirati dalla mancanza di fede:

Soltanto, il popolo che abita il paese è potente, le città sono fortificate e grandissime ... è un paese che divora i suoi abitanti; e tutta la gente che vi abbian veduta è gente d'alta statura ... ci pareva d'esser locuste; e tali parevamo a loro - Num. 13:28, 32-33

Le spie conclusero che gli Israeliti non erano in grado di conquistare le città fortificate di Canaan o sconfiggerne le genti. Udendo questi rapporti, gli Israeliti mormorarono ancora contro Mosè e reclamarono un'altra guida che li riportasse in Egitto. Solo Giosuè e Caleb chiesero al popolo di non aver paura, e andare all'attacco dei Canaaniti obbedendo al comando di Dio:

Soltanto, non vi ribellate all'Eterno, e non abbiate paura del popolo di quel paese; poiché ne faremo nostro pascolo; l'ombra che li copriva s'è ritirata, e l'Eterno è con noi; non ne abbiate paura - Num.14:9

Gli Israeliti non accettarono questa esortazione e cercarono di lapidare Giosuè e Caleb. In quel momento, la gloria del Signore apparve a tutto il popolo e Dio disse a Mosè:

Fino a quando mi disprezzerà questo popolo? E fino a quando non avranno fede in me, dopo tutti i miracoli che ho fatto in mezzo a loro? ... I vostri piccini, che avete detto sarebbero preda de' nemici, quelli vi farò entrare; ed essi conosceranno il paese che voi avete disdegnato. Ma quanto a voi, i vostri cadaveri cadranno in questo deserto. E i vostri figliuoli andran pascendo i greggi nel deserto per quarant'anni e porteranno la pena della vostra infedeltà, finché i vostri cadaveri non siano consunti nel deserto. Come avete messo quaranta giorni a esplorare il paese, porterete la pena delle vostre iniquità quarant'anni; un anno per ogni giorno; e saprete cosa sia incorrere nella mia disgrazia - Num. 14:11;31-34

A causa della mancanza di fede, la terza fondazione per il Tabernacolo finì in fallimento e il corso di ventun mesi nel deserto fu esteso a quarant'anni.

Il fallimento del secondo corso nazionale per restaurare Canaan

A causa della mancanza di fede degli Israeliti, la fondazione per il Tabernacolo fu invasa da Satana tre volte. Perciò, non fu realizzata la condizione d'indennizzo nazionale per rimuovere la natura caduta, né fu posta la fondazione di sostanza per il secondo corso nazionale per restaurare Canaan. Conseguentemente l'intero secondo corso nazionale per restaurare Canaan finì in fallimento e la provvidenza di Dio fu prolungata in un terzo corso nazionale.


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Mose, Terzo Corso Nazionale per Restaurare Canaan



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