Gesù e
l'uomo che ha realizzato lo scopo della Creazione
Adamo
Perfetto, Gesù e la Restaurazione dell'albero della Vita
La storia
umana, che è la storia della provvidenza di restaurazione, ha come meta la
realizzazione del Regno dei Cieli in terra: riconquistare, alla fine della
storia, l'albero della vita perduto nel Giardino di Eden (Ap. 22:14; Gn. 3:24).
Possiamo comprendere la relazione fra Adamo perfetto e Gesù confrontando
l'albero della vita nel Giardino di Eden con l'albero della vita che dev'essere
restaurato negli Ultimi Giorni.
Come
abbiamo già esaminato, Adamo, se avesse realizzato pienamente l'ideale di
creazione, sarebbe diventato l'albero della vita, e lo stesso avrebbero fatto
tutti i suoi discendenti. Invece, la caduta di Adamo frustrò la Volontà di Dio
e d'allora in poi l'umanità caduta ha sperato di essere restaurata come albero
della vita (Pr. 13:12; Ap. 22:14). Poiché l'uomo caduto, coi suoi soli sforzi,
non potrà mai restaurarsi completamente come albero della vita, deve venire un
uomo che, dopo aver completato l'ideale di creazione come albero della vita,
possa innestare di sé tutti gli uomini. Gesù è l'albero della vita descritto
nella Bibbia: perciò Adamo, se avesse realizzato l'ideale di perfezione
simboleggiato dall'albero della vita nel Giardino dell'Eden, sarebbe stato
identico a Gesù, rappresentato dall'albero della vita nel libro
dell'Apocalisse, nel senso della realizzazione dello scopo della creazione, ed
entrambi avrebbero avuto lo stesso valore.
Gesù,
l'uomo e la realizzazione dello scopo della creazione
Confrontiamo
il valore di Gesù con quello di un uomo che ha perfezionato la propria
individualità. Dal punto di vista dello scopo della creazione, un uomo
completamente maturo è perfetto come Dio è perfetto (Mt. 5:48) ed è
infinitamente prezioso, perché ha la stessa natura divina di Dio. Poiché Dio è
un essere eterno, anche l'uomo, creato per diventare, con la perfezione, il Suo
oggetto incarnato, deve avere una vita eterna. Un uomo pienamente maturo è
unico in tutto il cosmo e inoltre, come signore di tutta la natura, che non può
realizzare il suo pieno valore senza di lui, possiede il valore del cosmo.
Non c'è
valore più grande di quello di un uomo che ha realizzato l'ideale di creazione.
Gesù ebbe questo valore, sicuramente il più alto immaginabile. La tradizionale
fede cristiana nella divinità di Gesù è basata sul fatto che, come uomo
perfetto, Gesù è totalmente unito a Dio. Affermare che Gesù non è altro che un
uomo che ha completato lo scopo della creazione non ne sminuisce affatto il
valore. Piuttosto, il Principio di Creazione esalta il vero valore di tutti gli
uomini che realizzano lo scopo della creazione a un livello paragonabile a
quello di Gesù.
Esaminiamo
alcune prove bibliche, che testimoniano che Gesù è un uomo che ha realizzato lo
scopo della creazione. È scritto:
“Poiché v'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” - 1 Tim. 2:5
“Poiché, siccome per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'ubbidienza d'un solo, i molti saran costituiti giusti” - Rm. 5:19
“Infatti, poiché per mezzo d'un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d'un uomo è venuta la risurrezione dei morti” - 1 Cor. 15:21
“Perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito” – At. 17:31
Così, la
Bibbia mostra chiaramente che Gesù è un uomo. Soprattutto, Gesù doveva venire
come essere umano per poter diventare il Vero Genitore, capace di dare la
rinascita all'umanità.
Gesù è
Dio stesso?
Quando
Filippo chiese a Gesù di mostrargli Dio, Gesù disse:
“Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre? Non credi tu ch'io sono nel Padre e il Padre è in me? - Gv. 14:9 -10
Di Gesù è
scritto:
“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto” - Gv. 1:10
“In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono” – Gv. 8:58
Basandosi
su questi versi biblici, molti cristiani hanno creduto che Gesù fosse Dio, il
Creatore. Gesù può essere chiamato Dio perché‚ come uomo che ha realizzato lo
scopo della creazione e vive in unità con Dio, ha una natura divina; tuttavia,
Gesù non è Dio stesso. La relazione fra Dio e Gesù può essere paragonata a
quella tra la mente e il corpo. Il corpo, che è l'oggetto sostanziale della
mente, le assomiglia e agisce in unità con essa, può essere considerato come
una seconda mente, ma non è la mente stessa. Analogamente Gesù, che è uno con
Dio ed è l'incarnazione di Dio, può essere considerato un secondo Dio, ma non
Dio stesso. Anche dicendo che chi ha visto Gesù ha visto Dio (Gv. 14:9-10),
Gesù non intendeva affermare di essere Dio stesso.
La Bibbia
si riferisce a Gesù come alla Parola fatta carne (Gv. 1:14). Questo versetto
significa che Gesù è l'incarnazione della Parola; vale a dire è un uomo in cui
la Parola diventa viva. È scritto che tutte le cose furono fatte attraverso la
Parola e inoltre che la Parola fu fatta attraverso Gesù (Gv. 1:3-10). Perciò,
si potrebbe dire che Gesù sia il creatore. Per capire il significato di questi
versi, dobbiamo considerare che l'universo, secondo il Principio di Creazione,
è lo sviluppo sostanziale della natura interiore e della forma esteriore di un
uomo di perfetto carattere. Tutti gli elementi dell'universo sono incapsulati
in un uomo pienamente maturo e rispondono in armonia attorno a lui. In questo
senso, si può affermare che l'universo è creato attraverso l'uomo perfetto.
Inoltre, Dio diede all'uomo il carattere e il potere del creatore perché voleva
farlo diventare, una volta raggiunta la perfezione attraverso la realizzazione
della sua responsabilità, creatore e signore della natura. Visti da questa
prospettiva, questi versi sono coerenti con la nostra visione di Gesù come
l'uomo che ha completato lo scopo della creazione e non significano che egli
sia il Creatore stesso. Gesù disse anche:
“Prima che Abramo fosse nato, io sono” - Gv. 8:58
Gesù era un discendente di Abramo ma, dal punto di vista della provvidenza di restaurazione, ne è l'antenato, perché, come colui che dà la rinascita a tutta l'umanità, è venuto nella posizione di primo antenato. Dobbiamo capire che con queste parole Gesù non intendeva sostenere di essere Dio stesso. Quando viveva sulla terra, Gesù non era diverso da noi, se non per il fatto di non avere il peccato originale. Anche nel mondo spirituale, dove dimora dopo la resurrezione, Gesù vive come uno spirito, al pari dei suoi discepoli. La sola differenza è che Gesù è un spirito divino, che emana brillanti raggi di luce, mentre i suoi discepoli sono spiriti di vita, che riflettono quella luce.
È
scritto che, dopo la sua resurrezione, Gesù ha interceduto per noi davanti a
Dio (Rm. 8:34) come aveva fatto mentre era sulla terra (Lc. 23:34). Se Gesù
fosse Dio, come potrebbe intercedere per noi davanti a sé stesso? Inoltre, Gesù
chiamò Dio "Padre", riconoscendo perciò di non essere Dio (Gv. 17:1).
Infine, se Gesù fosse Dio, come potrebbe essere tentato da Satana, come in
effetti avvenne? Possiamo definitivamente concludere che Gesù non era Dio
stesso, dalle parole che pronunciò sulla croce:
“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” - Mt. 27:46.
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Cristologia, Rinascita e Trinità
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