mercoledì 29 ottobre 2014

Gesù e l'uomo che ha realizzato lo scopo della Creazione

Gesù e l'uomo che ha realizzato lo scopo della Creazione

Adamo Perfetto, Gesù e la Restaurazione dell'albero della Vita

La storia umana, che è la storia della provvidenza di restaurazione, ha come meta la realizzazione del Regno dei Cieli in terra: riconquistare, alla fine della storia, l'albero della vita perduto nel Giardino di Eden (Ap. 22:14; Gn. 3:24). Possiamo comprendere la relazione fra Adamo perfetto e Gesù confrontando l'albero della vita nel Giardino di Eden con l'albero della vita che dev'essere restaurato negli Ultimi Giorni.

Come abbiamo già esaminato, Adamo, se avesse realizzato pienamente l'ideale di creazione, sarebbe diventato l'albero della vita, e lo stesso avrebbero fatto tutti i suoi discendenti. Invece, la caduta di Adamo frustrò la Volontà di Dio e d'allora in poi l'umanità caduta ha sperato di essere restaurata come albero della vita (Pr. 13:12; Ap. 22:14). Poiché l'uomo caduto, coi suoi soli sforzi, non potrà mai restaurarsi completamente come albero della vita, deve venire un uomo che, dopo aver completato l'ideale di creazione come albero della vita, possa innestare di sé tutti gli uomini. Gesù è l'albero della vita descritto nella Bibbia: perciò Adamo, se avesse realizzato l'ideale di perfezione simboleggiato dall'albero della vita nel Giardino dell'Eden, sarebbe stato identico a Gesù, rappresentato dall'albero della vita nel libro dell'Apocalisse, nel senso della realizzazione dello scopo della creazione, ed entrambi avrebbero avuto lo stesso valore.

Gesù, l'uomo e la realizzazione dello scopo della creazione

Confrontiamo il valore di Gesù con quello di un uomo che ha perfezionato la propria individualità. Dal punto di vista dello scopo della creazione, un uomo completamente maturo è perfetto come Dio è perfetto (Mt. 5:48) ed è infinitamente prezioso, perché ha la stessa natura divina di Dio. Poiché Dio è un essere eterno, anche l'uomo, creato per diventare, con la perfezione, il Suo oggetto incarnato, deve avere una vita eterna. Un uomo pienamente maturo è unico in tutto il cosmo e inoltre, come signore di tutta la natura, che non può realizzare il suo pieno valore senza di lui, possiede il valore del cosmo.

Non c'è valore più grande di quello di un uomo che ha realizzato l'ideale di creazione. Gesù ebbe questo valore, sicuramente il più alto immaginabile. La tradizionale fede cristiana nella divinità di Gesù è basata sul fatto che, come uomo perfetto, Gesù è totalmente unito a Dio. Affermare che Gesù non è altro che un uomo che ha completato lo scopo della creazione non ne sminuisce affatto il valore. Piuttosto, il Principio di Creazione esalta il vero valore di tutti gli uomini che realizzano lo scopo della creazione a un livello paragonabile a quello di Gesù.

Esaminiamo alcune prove bibliche, che testimoniano che Gesù è un uomo che ha realizzato lo scopo della creazione. È scritto:

“Poiché v'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” - 1 Tim. 2:5

“Poiché, siccome per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'ubbidienza d'un solo, i molti saran costituiti giusti” - Rm. 5:19

“Infatti, poiché per mezzo d'un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d'un uomo è venuta la risurrezione dei morti” - 1 Cor. 15:21

“Perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell'uomo ch'Egli ha stabilito” – At. 17:31

Così, la Bibbia mostra chiaramente che Gesù è un uomo. Soprattutto, Gesù doveva venire come essere umano per poter diventare il Vero Genitore, capace di dare la rinascita all'umanità.

Gesù è Dio stesso?

Quando Filippo chiese a Gesù di mostrargli Dio, Gesù disse:

“Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre? Non credi tu ch'io sono nel Padre e il Padre è in me? - Gv. 14:9 -10

Di Gesù è scritto:

“Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l'ha conosciuto” - Gv. 1:10

“In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono” – Gv. 8:58

Basandosi su questi versi biblici, molti cristiani hanno creduto che Gesù fosse Dio, il Creatore. Gesù può essere chiamato Dio perché‚ come uomo che ha realizzato lo scopo della creazione e vive in unità con Dio, ha una natura divina; tuttavia, Gesù non è Dio stesso. La relazione fra Dio e Gesù può essere paragonata a quella tra la mente e il corpo. Il corpo, che è l'oggetto sostanziale della mente, le assomiglia e agisce in unità con essa, può essere considerato come una seconda mente, ma non è la mente stessa. Analogamente Gesù, che è uno con Dio ed è l'incarnazione di Dio, può essere considerato un secondo Dio, ma non Dio stesso. Anche dicendo che chi ha visto Gesù ha visto Dio (Gv. 14:9-10), Gesù non intendeva affermare di essere Dio stesso.

La Bibbia si riferisce a Gesù come alla Parola fatta carne (Gv. 1:14). Questo versetto significa che Gesù è l'incarnazione della Parola; vale a dire è un uomo in cui la Parola diventa viva. È scritto che tutte le cose furono fatte attraverso la Parola e inoltre che la Parola fu fatta attraverso Gesù (Gv. 1:3-10). Perciò, si potrebbe dire che Gesù sia il creatore. Per capire il significato di questi versi, dobbiamo considerare che l'universo, secondo il Principio di Creazione, è lo sviluppo sostanziale della natura interiore e della forma esteriore di un uomo di perfetto carattere. Tutti gli elementi dell'universo sono incapsulati in un uomo pienamente maturo e rispondono in armonia attorno a lui. In questo senso, si può affermare che l'universo è creato attraverso l'uomo perfetto. Inoltre, Dio diede all'uomo il carattere e il potere del creatore perché voleva farlo diventare, una volta raggiunta la perfezione attraverso la realizzazione della sua responsabilità, creatore e signore della natura. Visti da questa prospettiva, questi versi sono coerenti con la nostra visione di Gesù come l'uomo che ha completato lo scopo della creazione e non significano che egli sia il Creatore stesso. Gesù disse anche:

“Prima che Abramo fosse nato, io sono” - Gv. 8:58

Gesù era un discendente di Abramo ma, dal punto di vista della provvidenza di restaurazione, ne è l'antenato, perché, come colui che dà la rinascita a tutta l'umanità, è venuto nella posizione di primo antenato. Dobbiamo capire che con queste parole Gesù non intendeva sostenere di essere Dio stesso. Quando viveva sulla terra, Gesù non era diverso da noi, se non per il fatto di non avere il peccato originale. Anche nel mondo spirituale, dove dimora dopo la resurrezione, Gesù vive come uno spirito, al pari dei suoi discepoli. La sola differenza è che Gesù è un spirito divino, che emana brillanti raggi di luce, mentre i suoi discepoli sono spiriti di vita, che riflettono quella luce. 

È scritto che, dopo la sua resurrezione, Gesù ha interceduto per noi davanti a Dio (Rm. 8:34) come aveva fatto mentre era sulla terra (Lc. 23:34). Se Gesù fosse Dio, come potrebbe intercedere per noi davanti a sé stesso? Inoltre, Gesù chiamò Dio "Padre", riconoscendo perciò di non essere Dio (Gv. 17:1). Infine, se Gesù fosse Dio, come potrebbe essere tentato da Satana, come in effetti avvenne? Possiamo definitivamente concludere che Gesù non era Dio stesso, dalle parole che pronunciò sulla croce:

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” - Mt. 27:46.


Continua a leggere:

Cristologia, Rinascita e Trinità


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