Il Secondo Avvento di Cristo
Parallelismi tra I Giorni di
Gesù e Il nostro Tempo
Il periodo del Secondo
Avvento è parallelo al tempo di Gesù. Le situazioni che si sviluppano nel
Cristianesimo di oggi sono simili a quelle che si verificarono nel Giudaismo al
tempo di Gesù. Esaminiamo alcuni di questi parallelismi.
Il Cristianesimo di oggi,
come il Giudaismo del tempo di Gesù, segue troppo rigidamente le autorità
istituzionali e i cerimoniali, mentre interiormente è corrotto. Al tempo di
Gesù, molti sacerdoti e scribi erano diventati schiavi dei riti e delle leggi,
e la loro vita spirituale era corrotta. Perciò, gli Ebrei di fede sincera accorrevano
a Gesù, che era additato come un eretico, per appagare la loro sete spirituale.
Analogamente, nel Cristianesimo di oggi, molti autorevoli prelati e sacerdoti
sono legati alle autorità e invaghiti dei rituali, e intanto il loro spirito si
spegne ogni giorno di più. Per questo, i Cristiani devoti vagano per monti e
piani in cerca di nuove guide, che possano condurli fuori del deserto spirituale
e mostrare loro la via della luce interiore.
I capi della Cristianità di
oggi, come i capi ebrei del tempo di Gesù, saranno probabilmente i primi a
perseguitare Cristo al Secondo Avvento. Gesù venne per fondare una nuova era,
che realizzasse le promesse dell'Antico Testamento, proclamate dai profeti.
Gesù non si limitò a ripetere le parole dell'Antico Testamento, ma diede nuove
parole di verità adatte alla nuova era. I sacerdoti e gli scribi criticarono le
parole e le azioni di Gesù basandosi sulla loro ristretta comprensione delle
Scritture dell'Antico Testamento. I loro giudizi sbagliati li condussero a
mettere Gesù sulla croce.
Analogamente, lo scopo di
Cristo al Secondo Avvento è quello di costruire un nuovo cielo e una nuova terra
(Ap. 21:1-4), sulla fondazione della salvezza spirituale posta dal
Cristianesimo nell'Era del Nuovo Testamento. Quando tornerà, Cristo al Secondo
Avvento non ripeterà semplicemente le parole del Nuovo Testamento, risalenti a
2000 anni fa, ma sicuramente aggiungerà nuove parole di verità, necessarie per
la fondazione di un nuovo cielo e una nuova terra.
Tuttavia, quei Cristiani che
saranno ottusamente legati alla lettera del Nuovo Testamento, criticheranno le
parole e le azioni di Cristo al suo ritorno, basandosi sulla loro ristretta
comprensione delle Scritture. Perciò, ci si può aspettare che perseguitino il Signore,
bollandolo come eretico. Questa è la ragione per cui Gesù predisse che, al
Secondo Avvento, Cristo avrebbe sofferto molto e sarebbe stato rifiutato dalla sua
generazione (Lc. 17:25).
Quando riceveranno
rivelazioni riguardanti Cristo al Secondo Avvento o udranno le sue parole, le
persone risponderanno in maniera simile a quella in cui risposero gli Ebrei del
tempo di Gesù. Dio non rivelò la notizia della nascita di Gesù ai sacerdoti e
agli scribi, ma agli astrologi gentili e ai pastori puri di cuore. È come il
caso di un padre che, a causa dell'ignoranza dei suoi figli, deve confidarsi col
suo figliastro. Allo stesso modo, sarà ben possibile che Dio riveli dapprima la
notizia del ritorno di Cristo a persone laiche, a gruppi spirituali e chiese
marginali, che la maggioranza tratta con disprezzo, oppure a persone di
coscienza non credenti.
Solo più tardi l'annuncio potrà arrivare al tipico
clero cristiano, incurantemente intento alle manifestazioni di fede
convenzionali. Al tempo di Gesù, furono le persone comuni e i Gentili, e non i
capi ebrei, a ricevere sinceramente il Vangelo. Allo stesso modo, al ritorno di
Cristo, i Cristiani più semplici e i non credenti accetteranno le parole del
Signore prima dei capi cristiani, che si considerano prescelti da Dio. Questo è
il significato della parabola di Gesù del banchetto di nozze. Quando gli ospiti
invitati, gli uomini più in vista della comunità, declinarono l'invito del re,
Egli disse ai suoi servitori: Le nozze, sì, sono pronte; ma gl'invitati non ne erano degni. Andate dunque sui crocicchi delle strade e chiamate alle nozze quanti troverete. E quei servitori, usciti per le strade, raunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni; e la sala delle nozze fu ripiena di commensali - Mt. 22:8-10
Sia al tempo di Gesù che al
Secondo Avvento, molti fervidi credenti, incamminatisi sulla strada della fede
con la speranza di entrare in cielo, potranno in effetti ritrovarsi
all'inferno. Al tempo di Gesù, i sacerdoti e gli scribi, che avevano la
responsabilità di guidare il popolo scelto di Dio, avrebbero dovuto essere i
primi a riconoscere che il Messia era venuto e avrebbero dovuto condurre a lui
il popolo ebreo. Per aiutarli a compiere la loro missione, Gesù assunse
l'iniziativa, visitò il tempio e insegnò il Vangelo a loro prima che a chiunque
altro (Lc. 2:42- 47). Tuttavia, essi non lo ricevettero, e Gesù non ebbe altra
scelta che incamminarsi sulle rive della Galilea e scegliere i suoi discepoli
tra i pescatori, occupandosi della feccia della società e accompagnandosi a
peccatori, collettori di tasse e prostitute.
Alla fine, i sacerdoti e gli scribi
perseguitarono Gesù, fino a costringerlo ad accettare il destino della croce, e
si macchiarono del suo omicidio, credendo di aver operato per il meglio,
eliminando un eretico pericoloso e blasfemo. Poi, ripresero i loro abituali
compiti sacerdotali, recitando le Sacre Scritture, pagando la decima e offrendo
i sacrifici nel Tempio per il resto della loro vita, con la sicurezza di essere
destinati al Cielo. Invece, alla loro morte, si trovarono inaspettatamente
all'inferno. Ironicamente, proprio il cammino che avevano intrapreso per arrivare
in Cielo, li aveva condotti fuori strada.
Riconoscendo che avvenimenti
simili potranno ripetersi negli Ultimi Giorni, ciascuno di noi dovrebbe
esaminarsi seriamente. Molti Cristiani oggi stanno correndo su una strada che
credono li porterà in Cielo e, invece, potrebbero fare un passo falso e finire
all'inferno. Questo è il motivo per cui Gesù una volta disse che negli Ultimi
Giorni avrebbe deplorato molti fervidi credenti, sebbene dedicati al punto di
scacciare i demoni e compiere miracoli nel suo nome:
Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d'iniquità - Mt. 7:23
In verità, nessuno ha mai
avuto di fronte una situazione più precaria di quella dei credenti che vivono in
un periodo di transizione storica come quello odierno. Per quanta fede possiamo
aver dimostrato nella nostra vita, se noi, come i capi ebrei del tempo di Gesù,
facciamo il passo sbagliato di opporci a Cristo che ritorna, tutti i nostri
sforzi saranno stati inutili. Di queste persone, Daniele aveva detto:
Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente, e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i savi - Dan. 12:10
Sezione 5
La caotica profusione delle
lingue e la necessità della loro unificazione
Se l'uomo non fosse caduto,
avremmo formato un'unica famiglia globale, paragonabile a un corpo in cui le
membra sarebbero state tutte collegate tra loro, e di cui Dio sarebbe stato il
capo. Tutti avrebbero parlato la stessa lingua e non si sarebbe generata una
profusione di lingue incomprensibili l'una all'altra. La nascita delle diverse
lingue, che hanno impedito la libera comunicazione tra gli uomini, fu causata
dal fatto che, con l'interruzione della relazione verticale degli uomini con
Dio, prodotta dalla Caduta, furono tagliate anche tutte le relazioni
orizzontali tra loro. L'umanità si è frantumata, dispersa in varie aree
geografiche e divisa in comunità isolate.
C'è anche un racconto
biblico che ci dà una spiegazione spirituale della confusione delle lingue: è
la storia della Torre di Babele (Gn. 11:1-9). I discendenti di Noè parlavano
un'unica lingua, ma un giorno i discendenti del secondo figlio di Noè, Cam, che
aveva peccato contro Dio, iniziarono a costruire la Torre di Babele, per
esaltare sé stessi al di sopra di Dio, secondo la volontà di Satana. Quando i
discendenti di Sem e Jafet, che stavano dal lato di Dio, collaborarono alla
costruzione, Dio creò una tale confusione nelle loro lingue, che non riuscirono
più a comunicare tra loro per compiere la volontà di Satana.
Come figli degli stessi
genitori, tutti noi abbiamo comuni sentimenti di gioia, collera, sofferenza e
piacere. Tuttavia, non possiamo esprimere i nostri sentimenti più profondi agli
altri, perché parliamo lingue diverse. Non è questa una delle peggiori sventure
dell'umanità? Per realizzare il mondo ideale di un'unica famiglia globale, che
possa onorare Cristo al Secondo Avvento come nostro Vero Genitore, le nostre
lingue dovranno essere sicuramente unificate. Come è spiegato nel racconto
della costruzione della Torre di Babele, il caos è venuto nelle nostre lingue
quando abbiamo esaltato la volontà di Satana. Il principio di restaurazione tramite
indennizzo impone che la nostra cooperazione nel costruire la torre di Dio e
glorificare la Sua Volontà sia la strada per unificare tutte le lingue.
Quale lingua sarà la base
per unificare tutte le altre? La risposta a questa domanda è ovvia. I figli
imparano la lingua dei genitori. Se Cristo ritornerà in Corea, certamente userà
la lingua coreana, che diventerà così la lingua madre di tutta l'umanità. Alla
fine, tutti gli uomini parleranno la lingua dei Veri Genitori come propria
lingua madre. Tutta l'umanità diverrà un solo popolo e userà una sola lingua,
stabilendo così un'unica nazione globale sotto Dio.
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