lunedì 8 dicembre 2014

Mose, Il Secondo Corso Nazionale per Restaurare Canaan

La Provvidenza di Restaurazione sotto la guida di Mosè

Il Secondo Corso Nazionale per Restaurare Canaan

La fondazione di fede

Quando il primo corso nazionale per restaurare Canaan finì in fallimento, a causa della mancanza di fede degl'Israeliti, Satana reclamò i quarant'anni, vissuti nel palazzo del Faraone, durante i quali Mosè aveva posto la fondazione di fede. Quindi, per iniziare il secondo corso nazionale per restaurare Canaan, Mosè dovette stabilire una nuova fondazione di fede, completando un altro periodo di quarant'anni, per restaurare tramite indennizzo quello perduto nel palazzo. Questo fu lo scopo dei quarant'anni di esilio di Mosè nel deserto di Madian (At. 7:30). Durante questo periodo, la vita degli Israeliti in Egitto divenne ancor più miserabile, come punizione per la mancanza di fede in Mosè.

Durante i quarant'anni trascorsi nel deserto di Madian, Mosè terminò una seconda provvidenza per la separazione di Satana basata sul numero quaranta, e restaurò la fondazione di fede necessaria per intraprendere il secondo corso nazionale per restaurare Canaan. Dio allora apparve a Mosè e disse:

Ho veduto, ho veduto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito il grido che gli strappano i suoi angariatori; perché conosco i suoi affanni; e sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani, e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese ove scorre il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Hittei, gli Amorei, i Fenezei, gli Hivvei e i Gebusei. Ed ora, ecco, le grida de' figliuoli d'Israele son giunte a me, ed ho anche veduto l'oppressione che gli Egiziani fanno loro soffrire. Or dunque vieni, e io ti manderò a Faraone perché tu faccia uscire il mio popolo, i figliuoli d'Israele, dall'Egitto - Es. 3: 7-10

La fondazione di sostanza

Restaurando la fondazione di fede nel deserto di Madian, Mosè stabilì anche la posizione di Abele. Di conseguenza, come nel primo corso nazionale per restaurare Canaan, se gli Israeliti, nella posizione di Caino, avessero obbedito a Mosè e l'avessero seguito con fede e obbedienza senza riserve, sarebbero entrati nella terra promessa, la terra di latte e miele. In questo modo, avrebbero realizzato la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e stabilito la fondazione di sostanza.

Dio aveva cominciato la provvidenza per l'inizio del primo corso nazionale per restaurare Canaan con l'uccisione di un Egiziano da parte di Mosè. Allo stesso modo, per mettere in atto la provvidenza per l'inizio del secondo corso nazionale per restaurare Canaan, Dio concesse a Mosè tre segni e dieci piaghe, con cui prevalere sugli Egiziani. Le ragioni per cui Dio volle che Mosè colpisse il lato satanico furono, come abbiamo già spiegato: restaurare tramite indennizzo la posizione del figlio maggiore, che Satana aveva contaminato; tagliare l'attaccamento degli Israeliti all'Egitto; informare gli Israeliti che Mosè era inviato da Dio (Es. 4:1). C'era ancora un altro motivo per cui Mosè poté colpire gli Egiziani: oltre ad aver completato il prescritto periodo d'indennizzo di 400 anni come schiavi in Egitto, gli Israeliti avevano sofferto altri trent'anni di afflizioni (Es. 12:41) e Dio, udite le loro grida di lamento, rispose con compassione (Es. 2:24-25).

Dio diede a Mosè e Aaronne la possibilità di eseguire tre segni, che prefiguravano l'opera di Gesù. Nel primo segno, Dio comandò a Mosè di buttare a terra il suo bastone e questo si trasformò in un serpente (Es. 4:3-9). Più tardi, quando Aaronne, su ordine di Mosè, ripeté il segno davanti al Faraone, quest'ultimo chiamò i suoi maghi, che buttarono a terra i loro bastoni. Anche questi si trasformarono in serpenti, ma il serpente di Aaronne li divorò (Es. 7:10-12). Questo segno indicò simbolicamente che Gesù sarebbe venuto come Salvatore e avrebbe distrutto il mondo satanico.

Il bastone simboleggiava Gesù. Proprio come il bastone mostrò un potere miracoloso di fronte a Mosè, che rappresentava Dio, Gesù doveva venire con un simile potere, compiendo miracoli di fronte a Dio stesso. Inoltre, un bastone dà protezione ed è un sostegno su cui l'uomo può poggiarsi; colpisce l'ingiustizia e guida l'uomo sulla giusta strada. Come simbolo di Gesù, il bastone di Mosè rivelò la missione che Gesù doveva compiere alla sua venuta. La trasformazione del bastone di Mosè in un serpente simboleggiava anche il lavoro di Gesù. Gesù si paragonò a un serpente dicendo:

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato - Gv. 3:14

Gesù disse anche ai suoi discepoli:

Siate dunque prudenti come i serpenti - Mt. 10:16

Con queste parole Gesù volle dire che veniva come il buon serpente di saggezza, che attrae e guida l'uomo caduto sul sentiero della bontà. Egli doveva restaurare tramite indennizzo la Caduta, causata dal serpente malvagio che tentò astutamente i primi antenati. Perciò, i discepoli dovevano apprendere la saggezza di Gesù e guidare i peccatori sulla strada del bene. Inoltre, il serpente di Mosè, che divorò i serpenti dei maghi, significò che Gesù sarebbe venuto come serpente celeste per inghiottire e distruggere Satana, il serpente del male.

Nel secondo segno Mosè, su comando di Dio, mise la mano in petto ed essa divenne lebbrosa. Poi Dio gli comandò di mettere la mano in petto una seconda volta e, quando la ritrasse, era guarita (Es. 4:6-7). Questo miracolo indicò simbolicamente che Gesù sarebbe venuto come secondo Adamo e, insieme alla donna che egli avrebbe sposato (la seconda Eva, manifestatasi poi nello Spirito Santo), avrebbe compiuto il lavoro di redenzione. La prima volta, quando Mosè mise la mano in petto e questa divenne lebbrosa, simboleggiò l'arcangelo che strinse a sé Eva, contaminando l'umanità con un peccato incurabile. La seconda volta, quando Mosè mise la mano in petto e questa uscì guarita, indicò che Gesù, il Vero Padre, sarebbe venuto a restaurare la sua Sposa, la Vera Madre, ed essi avrebbero abbracciato l'umanità per farla rinascere "come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali" (Mt. 23:37). La restaurazione sarebbe stata allora completa.

Per compiere il terzo segno, Dio disse a Mosè di versare in terra l'acqua del Nilo, che sarebbe diventata sangue (Es. 4:9). Il simbolismo di questo segno sta nell'acqua, una sostanza inorganica, trasformata in sangue, la sostanza vitale. L'acqua è un simbolo biblico per le moltitudini cadute (Ap. 17:15) che non hanno vita in loro. Perciò, questo segno indicò che Gesù e lo Spirito Santo sarebbero venuti a resuscitare gli uomini caduti, senza vita, per farli diventare figli viventi di Dio. Dio volle che Mosè e Aaronne mettessero in atto questi tre segni per realizzare le condizioni d'indennizzo simboliche, sulle quali Gesù e lo Spirito Santo sarebbero venuti in Israele come Veri Genitori, restaurando la base originale delle quattro posizioni invasa da Satana e ridando vita a tutta l'umanità come loro figli.

Quando Mosè, che non aveva facilità di parola, chiese a Dio che qualcuno parlasse per lui, Dio gli disse di avvalersi del fratello maggiore Aaronne (Es. 4:14) e anche di Maria, la profetessa, sorella di Aaronne (Es. 15:20). Questo indicava simbolicamente che Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, le incarnazioni della Parola di Dio (Gv. 1:14) sarebbero venuti per restaurare a loro volta come incarnazioni della Parola di Dio gli uomini, che l'avevano persa con la Caduta. Nel corso per restaurare Canaan, Aaronne e Maria ricevettero la missione di sostenere la volontà di Mosè, che era nella posizione di Dio, ed esercitare il comando per suo conto. In seguito, Gesù e lo Spirito Santo avrebbero sostenuto la Volontà di Dio nel corso mondiale per restaurare Canaan, assumendo la missione di redimere i nostri peccati.

Su ordine di Dio, Mosè andò a incontrare il Faraone, ma Dio gli apparve sulla strada e cercò di ucciderlo. La vita di Mosè fu salva quando sua moglie Sefora circoncise il figlio (Es. 4:24-26). Così Sefora aiutò Mosè a superare la prova e salvò la famiglia. La circoncisione rese possibile la liberazione degli Israeliti dall'Egitto, indicando che anche alla venuta di Gesù, il lavoro di salvezza di Dio avrebbe potuto compiersi soltanto se il popolo si fosse sottoposto a una circoncisione interiore. Esaminiamo il significato più profondo della circoncisione. Con la Caduta, i primi antenati ereditarono il sangue di morte tramite l'organo sessuale maschile, a causa della relazione sessuale con Satana. Dio stabilì il rito della circoncisione come condizione d'indennizzo nel corso per restaurare l'uomo caduto come Suo figlio: tagliare il prepuzio dell'organo sessuale maschile e far scorrere il sangue significava eliminare il sangue di morte. La circoncisione era anche un segno della restaurazione della signoria dell'uomo e della promessa di Dio di restaurarlo come Suo vero figlio. Ci sono tre tipi di circoncisione: circoncisione del cuore (Dt. 10:16), del prepuzio (Gn. 17:10) e di tutte le cose (Lv. 19:22-23).

Con le dieci piaghe, Dio fece in modo che Mosè liberasse gli Israeliti dall'Egitto (Es. 7:14-12:36), a indicare che Gesù sarebbe poi venuto con miracoli e segni per salvare il popolo scelto di Dio. Durante i ventun anni di sofferenze e fatiche in Aram, per dieci volte Labano ingannò Giacobbe e gli negò il giusto salario (Gn. 31:7). Allo stesso modo, nel corso di Mosè, modellato sul corso di Giacobbe, il Faraone continuò ad perseguitare gli Israeliti oltre il tempo stabilito, e li ingannò dieci volte con la falsa promessa di liberarli. Per compensazione, Dio poté colpire il Faraone con le dieci piaghe.

La nona e la decima piaga ebbero un significato particolare. Nella nona piaga, Dio ammantò per tre giorni l'Egitto in una fitta oscurità, lasciando nella luce solo i luoghi abitati dagli Israeliti (Es. 10:21-23). Ciò indicò che, alla venuta di Gesù, il regno di Satana, coperto dall'oscurità, sarebbe stato separato dal popolo di Dio, sul quale avrebbe brillato la luce. Con la decima piaga, Dio uccise i primogeniti degli Egiziani e del loro bestiame. Gli Israeliti, invece, avevano segnato col sangue dell'agnello la trave e gli stipiti della porta di casa, in modo che gli angeli della morte passassero oltre. Dio colpì i primi nati degli Egiziani che, dal lato satanico, erano nella posizione di Caino, per restaurare gli Israeliti dalla posizione del secondo figlio Abele a quella del primogenito. Impadronendosi della posizione del primogenito, Satana aveva assunto la guida del corso storico, costringendo Dio a rincorrerlo. Questa piaga indicò che, alla venuta di Gesù, il lato di Satana sarebbe crollato, mentre il lato di Dio, nella posizione del secondogenito, sarebbe stato salvato attraverso la redenzione del sangue di Gesù. Mosè portò fuori dall'Egitto grandi ricchezze (Es. 12:35-36), a indicare la restaurazione di tutte le cose alla venuta di Gesù.

Dopo ciascuna piaga, Dio indurì il cuore del Faraone (Es. 4:21; 10:27), per diverse ragioni. Primo, mostrando ripetutamente il Suo potere, Dio voleva manifestare Sé stesso agli Israeliti (Es. 10:1-2). Secondo, Dio voleva che il Faraone, prima d'essere costretto a liberare gli Israeliti, facesse tutto il possibile per trattenerli e in tal modo, rendendosi conto della sua impotenza, abbandonasse ogni residuo attaccamento agli Israeliti dopo la loro partenza. Terzo, Dio voleva tagliare l'attaccamento degli Israeliti all'Egitto, suscitando in loro un forte senso di ostilità contro il Faraone.

Dio aveva cominciato la provvidenza per l'inizio del primo corso nazionale per restaurare Canaan con l'uccisione dell'Egiziano da parte di Mosè, ma questo corso era fallito, perché il popolo non s'era fidato di Mosè. Nella provvidenza per l'inizio del secondo corso nazionale, Dio diede agli Israeliti i tre segni e le dieci piaghe. Vedendo questi miracoli, gli Israeliti credettero che Mosè era veramente

l'uomo inviato da Dio per guidarli e lo seguirono come la figura Abele che aveva posto la fondazione nazionale di fede. Così, gli Israeliti poterono intraprendere il secondo corso nazionale per restaurare Canaan.

Tuttavia, nella condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta, gli Israeliti dovevano dimostrare ben più di una precaria fiducia e obbedienza a Mosè, limitata al momento in cui egli compiva i miracoli. A causa del precedente fallimento in questa condizione, Satana aveva reclamato l'intero corso provvidenziale per restaurare Canaan. Ora, gli Israeliti dovevano restaurare quel corso rimanendo fedeli e obbedienti a Mosè durante tutto il loro viaggio. Solo in questo modo avrebbero realizzato la condizione d'indennizzo nazionale per rimuovere la natura caduta. La fondazione nazionale di sostanza non si sarebbe stabilita, se non dopo che avessero attraversato il deserto con incrollabile fede in Mosè e fossero entrati nella terra di Canaan.

La provvidenza per l'inizio del secondo corso nazionale per restaurare Canaan fu condotta con una grazia più grande rispetto al primo corso. Tuttavia, poiché il prolungamento era stato causato dalla loro mancanza di fede, la condizione d'indennizzo che gli Israeliti dovettero realizzare fu proporzionalmente maggiore. Se avessero seguito Mosè nel primo corso, gli Israeliti sarebbero stati guidati lungo la via più diretta, attraverso il territorio dei Filistei, e sarebbero entrati in Canaan in un periodo di ventun giorni, corrispondente ai ventun anni del corso di Giacobbe in Aram. Invece, nel secondo corso, per la preoccupazione che gli Israeliti, incontrando i bellicosi Filistei, potessero ancora perdere la fede e ritornare in Egitto (Es. 13:17), Dio non li guidò lungo la via più diretta, ma programmò di portarli in Canaan in ventun mesi, con una lunga deviazione attraverso il Mar Rosso e il deserto. Così, gli Israeliti cominciarono un corso nel deserto di ventun mesi sotto la guida di Mosè. Studieremo ora questo corso, esaminando come esso servì da modello a Gesù per guidare l'umanità nel corso mondiale per restaurare Canaan.

Quando il Faraone, di malavoglia, disse a Mosè che gli Israeliti avrebbero potuto fare i loro sacrifici in Egitto, Mosè pretese di più e disse:

Non si può far così; poiché offriremmo all'Eterno, ch'è l'Iddio nostro, dei sacrifici che sono un abominio per gli Egiziani. Ecco, se offrissimo sotto i loro occhi dei sacrifici che sono un abominio per gli Egiziani, non ci lapiderebbero essi? Andremo tre giornate di cammino nel deserto, e offriremo sacrifici all'Eterno, ch'è il nostro Dio, com'egli ci ordinerà" - Es. 8:26-27

Mosè chiese tre giorni di tempo, con l'intenzione d'ingannare il Faraone e allontanarsi abbastanza, da poter guidare il popolo direttamente fuori dall'Egitto. Questo periodo di tre giorni ebbe lo stesso significato dei tre giorni del viaggio di Abramo sul monte Moriah, necessari per recidere i legami con Satana prima di offrire in sacrificio Isacco. Dal tempo di Abramo in avanti, questo è stato il periodo d'indennizzo richiesto per la separazione di Satana all'inizio di un corso provvidenziale. Quando Giacobbe intraprese il corso per restaurare Canaan, ci fu un periodo di tre giorni in cui egli tagliò i legami con Satana ingannando Labano e lasciando Aram (Gn. 31:19-22). Allo stesso modo, all'inizio di questo corso nazionale, Mosè chiese di allontanarsi per tre giorni, con l'intenzione d'ingannare il Faraone e liberare il popolo dalla schiavitù. Anche Gesù avrebbe iniziato il corso spirituale di restaurazione solo dopo aver trascorso, prima della sua vittoriosa resurrezione, tre giorni per la separazione di Satana.

Gli Israeliti, che secondo la Bibbia erano circa seicentomila, partirono da Ramses il quindicesimo giorno del primo mese del calendario ebraico (Es. 12:37; Nm. 33:3), osservando la Volontà di Dio durante tutto il viaggio di tre giorni fino al primo campo a Succoth. D'allora in poi, Dio diede loro la grazia di una colonna di nubi di giorno e una colonna di fuoco di notte, per mostrare loro la strada (Es. 13:21). La colonna di nubi che guidava gli Israeliti di giorno (Yang) simboleggiava Gesù, che avrebbe un giorno guidato il popolo d'Israele nel corso mondiale per restaurare Canaan. La colonna di fuoco di notte (Yin) simboleggiava lo Spirito Santo che li avrebbe guidati come spirito femminile.

Sulla riva del Mar Rosso, al comando di Dio, Mosè stese il bastone e divise le acque, quindi condusse gli Israeliti dall'altra parte passando sul terreno asciutto, mentre gli Egiziani che li inseguivano coi carri annegarono, perché le acque si richiusero su di loro e li inghiottirono (Es. 14:21-28). Com'è stato già spiegato, Mosè rappresentava Dio davanti al Faraone (Es. 7:1) e il bastone di Mosè simboleggiava Gesù che avrebbe in futuro manifestato il potere di Dio. Così, questo miracolo indicò quello che sarebbe accaduto alla venuta di Gesù. Satana avrebbe attaccato i seguaci di Gesù sulla strada del corso mondiale per restaurare Canaan, ma Gesù avrebbe alzato la verga di ferro (Ap. 2:27; Salmi 2:9) e colpito il mare tempestoso10 di questo mondo. Le acque si sarebbero divise, lasciando ai credenti un agevole passaggio sul quale camminare, mentre Satana sarebbe perito nell'inseguimento. Gli Israeliti attraversarono il Mar Rosso e arrivarono nel deserto di Sin il quindicesimo giorno del secondo mese. Da allora e finché non arrivarono in una terra abitabile, Dio li nutrì con manna e quaglie (Es. 16:13-35). La manna e le quaglie significavano la carne e il sangue vivificanti di Gesù, che Dio avrebbe dato durante il corso mondiale per restaurare Canaan. Perciò Gesù disse:

I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia ... se non mangiate la carne del Figliuol dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi - Gv. 6:49-53.

Quando gli Israeliti lasciarono il deserto di Sin e si accamparono in Refidim, il popolo non aveva da bere. Dio ordinò a Mosè di colpire la roccia ad Horeb, così che potesse sgorgarne acqua. In questo modo, Mosè diede al popolo l'acqua che salvò loro la vita (Es. 17:6). San Paolo scrisse:

La roccia era Cristo - 1 Cor. 10:4

Perciò, il miracolo dell'acqua sgorgata dalla roccia indicò che il Messia avrebbe salvato tutta l'umanità con l'acqua di vita. Gesù disse infatti:

Chi beve dell'acqua che io gli darò non avrà mai più sete - Gv. 4:14

Le due Tavole di pietra che Mosè ricevette sul Monte Sinai simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe sposato; la roccia, che era la radice delle Tavole di pietra, simboleggiava Dio. Quando Mosè colpì la roccia e diede l'acqua al popolo, si stabilì la condizione su cui Mosè poté ricevere le Tavole di pietra e costruire l'Arca dell'Alleanza e il Tabernacolo.

Giosuè combatté contro gli Amalechiti a Refidim. Quando Mosè alzava le mani, gli Israeliti prevalevano; se invece le abbassava, perdevano. Aaronne e Hur fecero sedere Mosè su un cumulo di pietre e tennero alte le sue mani a destra e a sinistra, permettendo così a Giosuè di sconfiggere il re degli Amalechiti e le sue truppe (Es. 17:10-13). Anche questo indicò cosa sarebbe accaduto alla venuta di Gesù. Giosuè simboleggiava i credenti, gli Amalechiti il mondo satanico e Aaronne e Hur Gesù e lo Spirito Santo. Col tenere in alto le mani di Mosè, permettendo a Giosuè di sconfiggere gli Amalechiti, Aaronne e Hur indicarono che i fedeli che adorano la Trinità - Dio, Gesù e lo Spirito Santo - sconfiggeranno tutti i diavoli che dovranno affrontare.


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