La Provvidenza di
Restaurazione sotto la guida di Mosè
Il Secondo Corso Nazionale
per Restaurare Canaan
La fondazione di fede
Quando il primo corso
nazionale per restaurare Canaan finì in fallimento, a causa della mancanza di
fede degl'Israeliti, Satana reclamò i quarant'anni, vissuti nel palazzo del
Faraone, durante i quali Mosè aveva posto la fondazione di fede. Quindi, per
iniziare il secondo corso nazionale per restaurare Canaan, Mosè dovette
stabilire una nuova fondazione di fede, completando un altro periodo di
quarant'anni, per restaurare tramite indennizzo quello perduto nel palazzo.
Questo fu lo scopo dei quarant'anni di esilio di Mosè nel deserto di Madian
(At. 7:30). Durante questo periodo, la vita degli Israeliti in Egitto divenne
ancor più miserabile, come punizione per la mancanza di fede in Mosè.
Durante i quarant'anni
trascorsi nel deserto di Madian, Mosè terminò una seconda provvidenza per la
separazione di Satana basata sul numero quaranta, e restaurò la fondazione di
fede necessaria per intraprendere il secondo corso nazionale per restaurare
Canaan. Dio allora apparve a Mosè e disse:
Ho veduto, ho veduto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito il grido che gli strappano i suoi angariatori; perché conosco i suoi affanni; e sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani, e per farlo salire da quel paese in un paese buono e spazioso, in un paese ove scorre il latte e il miele, nel luogo dove sono i Cananei, gli Hittei, gli Amorei, i Fenezei, gli Hivvei e i Gebusei. Ed ora, ecco, le grida de' figliuoli d'Israele son giunte a me, ed ho anche veduto l'oppressione che gli Egiziani fanno loro soffrire. Or dunque vieni, e io ti manderò a Faraone perché tu faccia uscire il mio popolo, i figliuoli d'Israele, dall'Egitto - Es. 3: 7-10
La fondazione di sostanza
Restaurando la fondazione di
fede nel deserto di Madian, Mosè stabilì anche la posizione di Abele. Di
conseguenza, come nel primo corso nazionale per restaurare Canaan, se gli
Israeliti, nella posizione di Caino, avessero obbedito a Mosè e l'avessero
seguito con fede e obbedienza senza riserve, sarebbero entrati nella terra
promessa, la terra di latte e miele. In questo modo, avrebbero realizzato la
condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e stabilito la
fondazione di sostanza.
Dio aveva cominciato la
provvidenza per l'inizio del primo corso nazionale per restaurare Canaan con
l'uccisione di un Egiziano da parte di Mosè. Allo stesso modo, per mettere in
atto la provvidenza per l'inizio del secondo corso nazionale per restaurare
Canaan, Dio concesse a Mosè tre segni e dieci piaghe, con cui prevalere sugli
Egiziani. Le ragioni per cui Dio volle che Mosè colpisse il lato satanico
furono, come abbiamo già spiegato: restaurare tramite indennizzo la posizione
del figlio maggiore, che Satana aveva contaminato; tagliare l'attaccamento
degli Israeliti all'Egitto; informare gli Israeliti che Mosè era inviato da Dio
(Es. 4:1). C'era ancora un altro motivo per cui Mosè poté colpire gli Egiziani:
oltre ad aver completato il prescritto periodo d'indennizzo di 400 anni come
schiavi in Egitto, gli Israeliti avevano sofferto altri trent'anni di
afflizioni (Es. 12:41) e Dio, udite le loro grida di lamento, rispose con
compassione (Es. 2:24-25).
Dio diede a Mosè e Aaronne
la possibilità di eseguire tre segni, che prefiguravano l'opera di Gesù. Nel
primo segno, Dio comandò a Mosè di buttare a terra il suo bastone e questo si
trasformò in un serpente (Es. 4:3-9). Più tardi, quando Aaronne, su ordine di
Mosè, ripeté il segno davanti al Faraone, quest'ultimo chiamò i suoi maghi, che
buttarono a terra i loro bastoni. Anche questi si trasformarono in serpenti, ma
il serpente di Aaronne li divorò (Es. 7:10-12). Questo segno indicò
simbolicamente che Gesù sarebbe venuto come Salvatore e avrebbe distrutto il
mondo satanico.
Il bastone simboleggiava
Gesù. Proprio come il bastone mostrò un potere miracoloso di fronte a Mosè, che
rappresentava Dio, Gesù doveva venire con un simile potere, compiendo miracoli
di fronte a Dio stesso. Inoltre, un bastone dà protezione ed è un sostegno su
cui l'uomo può poggiarsi; colpisce l'ingiustizia e guida l'uomo sulla giusta
strada. Come simbolo di Gesù, il bastone di Mosè rivelò la missione che Gesù
doveva compiere alla sua venuta. La trasformazione del bastone di Mosè in un
serpente simboleggiava anche il lavoro di Gesù. Gesù si paragonò a un serpente
dicendo:
E come Mosè innalzò il
serpente nel deserto, così bisogna che il Figliuol dell'uomo sia innalzato -
Gv. 3:14
Gesù disse anche ai suoi
discepoli:
Siate dunque prudenti come i serpenti - Mt. 10:16
Con queste parole Gesù volle
dire che veniva come il buon serpente di saggezza, che attrae e guida l'uomo
caduto sul sentiero della bontà. Egli doveva restaurare tramite indennizzo la
Caduta, causata dal serpente malvagio che tentò astutamente i primi antenati.
Perciò, i discepoli dovevano apprendere la saggezza di Gesù e guidare i
peccatori sulla strada del bene. Inoltre, il serpente di Mosè, che divorò i
serpenti dei maghi, significò che Gesù sarebbe venuto come serpente celeste per
inghiottire e distruggere Satana, il serpente del male.
Nel secondo segno Mosè, su
comando di Dio, mise la mano in petto ed essa divenne lebbrosa. Poi Dio gli
comandò di mettere la mano in petto una seconda volta e, quando la ritrasse,
era guarita (Es. 4:6-7). Questo miracolo indicò simbolicamente che Gesù sarebbe
venuto come secondo Adamo e, insieme alla donna che egli avrebbe sposato (la
seconda Eva, manifestatasi poi nello Spirito Santo), avrebbe compiuto il lavoro
di redenzione. La prima volta, quando Mosè mise la mano in petto e questa
divenne lebbrosa, simboleggiò l'arcangelo che strinse a sé Eva, contaminando
l'umanità con un peccato incurabile. La seconda volta, quando Mosè mise la mano
in petto e questa uscì guarita, indicò che Gesù, il Vero Padre, sarebbe venuto
a restaurare la sua Sposa, la Vera Madre, ed essi avrebbero abbracciato
l'umanità per farla rinascere "come la gallina raccoglie i suoi pulcini
sotto le ali" (Mt. 23:37). La restaurazione sarebbe stata allora completa.
Per compiere il terzo segno,
Dio disse a Mosè di versare in terra l'acqua del Nilo, che sarebbe diventata
sangue (Es. 4:9). Il simbolismo di questo segno sta nell'acqua, una sostanza
inorganica, trasformata in sangue, la sostanza vitale. L'acqua è un simbolo
biblico per le moltitudini cadute (Ap. 17:15) che non hanno vita in loro.
Perciò, questo segno indicò che Gesù e lo Spirito Santo sarebbero venuti a
resuscitare gli uomini caduti, senza vita, per farli diventare figli viventi di
Dio. Dio volle che Mosè e Aaronne mettessero in atto questi tre segni per
realizzare le condizioni d'indennizzo simboliche, sulle quali Gesù e lo Spirito
Santo sarebbero venuti in Israele come Veri Genitori, restaurando la base
originale delle quattro posizioni invasa da Satana e ridando vita a tutta
l'umanità come loro figli.
Quando Mosè, che non aveva
facilità di parola, chiese a Dio che qualcuno parlasse per lui, Dio gli disse
di avvalersi del fratello maggiore Aaronne (Es. 4:14) e anche di Maria, la
profetessa, sorella di Aaronne (Es. 15:20). Questo indicava simbolicamente che
Gesù e la donna che egli avrebbe sposato, le incarnazioni della Parola di Dio
(Gv. 1:14) sarebbero venuti per restaurare a loro volta come incarnazioni della
Parola di Dio gli uomini, che l'avevano persa con la Caduta. Nel corso per
restaurare Canaan, Aaronne e Maria ricevettero la missione di sostenere la
volontà di Mosè, che era nella posizione di Dio, ed esercitare il comando per
suo conto. In seguito, Gesù e lo Spirito Santo avrebbero sostenuto la Volontà
di Dio nel corso mondiale per restaurare Canaan, assumendo la missione di
redimere i nostri peccati.
Su ordine di Dio, Mosè andò
a incontrare il Faraone, ma Dio gli apparve sulla strada e cercò di ucciderlo.
La vita di Mosè fu salva quando sua moglie Sefora circoncise il figlio (Es.
4:24-26). Così Sefora aiutò Mosè a superare la prova e salvò la famiglia. La
circoncisione rese possibile la liberazione degli Israeliti dall'Egitto,
indicando che anche alla venuta di Gesù, il lavoro di salvezza di Dio avrebbe
potuto compiersi soltanto se il popolo si fosse sottoposto a una circoncisione
interiore. Esaminiamo il significato più profondo della circoncisione. Con la
Caduta, i primi antenati ereditarono il sangue di morte tramite l'organo
sessuale maschile, a causa della relazione sessuale con Satana. Dio stabilì il
rito della circoncisione come condizione d'indennizzo nel corso per restaurare
l'uomo caduto come Suo figlio: tagliare il prepuzio dell'organo sessuale maschile
e far scorrere il sangue significava eliminare il sangue di morte. La
circoncisione era anche un segno della restaurazione della signoria dell'uomo e
della promessa di Dio di restaurarlo come Suo vero figlio. Ci sono tre tipi di
circoncisione: circoncisione del cuore (Dt. 10:16), del prepuzio (Gn. 17:10) e
di tutte le cose (Lv. 19:22-23).
Con le dieci piaghe, Dio
fece in modo che Mosè liberasse gli Israeliti dall'Egitto (Es. 7:14-12:36), a
indicare che Gesù sarebbe poi venuto con miracoli e segni per salvare il popolo
scelto di Dio. Durante i ventun anni di sofferenze e fatiche in Aram, per dieci
volte Labano ingannò Giacobbe e gli negò il giusto salario (Gn. 31:7). Allo
stesso modo, nel corso di Mosè, modellato sul corso di Giacobbe, il Faraone
continuò ad perseguitare gli Israeliti oltre il tempo stabilito, e li ingannò
dieci volte con la falsa promessa di liberarli. Per compensazione, Dio poté
colpire il Faraone con le dieci piaghe.
La nona e la decima piaga
ebbero un significato particolare. Nella nona piaga, Dio ammantò per tre giorni
l'Egitto in una fitta oscurità, lasciando nella luce solo i luoghi abitati
dagli Israeliti (Es. 10:21-23). Ciò indicò che, alla venuta di Gesù, il regno
di Satana, coperto dall'oscurità, sarebbe stato separato dal popolo di Dio, sul
quale avrebbe brillato la luce. Con la decima piaga, Dio uccise i primogeniti
degli Egiziani e del loro bestiame. Gli Israeliti, invece, avevano segnato col
sangue dell'agnello la trave e gli stipiti della porta di casa, in modo che gli
angeli della morte passassero oltre. Dio colpì i primi nati degli Egiziani che,
dal lato satanico, erano nella posizione di Caino, per restaurare gli Israeliti
dalla posizione del secondo figlio Abele a quella del primogenito.
Impadronendosi della posizione del primogenito, Satana aveva assunto la guida
del corso storico, costringendo Dio a rincorrerlo. Questa piaga indicò che,
alla venuta di Gesù, il lato di Satana sarebbe crollato, mentre il lato di Dio,
nella posizione del secondogenito, sarebbe stato salvato attraverso la
redenzione del sangue di Gesù. Mosè portò fuori dall'Egitto grandi ricchezze
(Es. 12:35-36), a indicare la restaurazione di tutte le cose alla venuta di
Gesù.
Dopo ciascuna piaga, Dio
indurì il cuore del Faraone (Es. 4:21; 10:27), per diverse ragioni. Primo,
mostrando ripetutamente il Suo potere, Dio voleva manifestare Sé stesso agli
Israeliti (Es. 10:1-2). Secondo, Dio voleva che il Faraone, prima d'essere
costretto a liberare gli Israeliti, facesse tutto il possibile per trattenerli
e in tal modo, rendendosi conto della sua impotenza, abbandonasse ogni residuo
attaccamento agli Israeliti dopo la loro partenza. Terzo, Dio voleva tagliare
l'attaccamento degli Israeliti all'Egitto, suscitando in loro un forte senso di
ostilità contro il Faraone.
Dio aveva cominciato la
provvidenza per l'inizio del primo corso nazionale per restaurare Canaan con
l'uccisione dell'Egiziano da parte di Mosè, ma questo corso era fallito, perché
il popolo non s'era fidato di Mosè. Nella provvidenza per l'inizio del secondo
corso nazionale, Dio diede agli Israeliti i tre segni e le dieci piaghe.
Vedendo questi miracoli, gli Israeliti credettero che Mosè era veramente
l'uomo inviato da Dio per guidarli e lo seguirono come la figura Abele che aveva posto la fondazione nazionale di fede. Così, gli Israeliti poterono intraprendere il secondo corso nazionale per restaurare Canaan.
Tuttavia, nella condizione
d'indennizzo per rimuovere la natura caduta, gli Israeliti dovevano dimostrare
ben più di una precaria fiducia e obbedienza a Mosè, limitata al momento in cui
egli compiva i miracoli. A causa del precedente fallimento in questa condizione,
Satana aveva reclamato l'intero corso provvidenziale per restaurare Canaan.
Ora, gli Israeliti dovevano restaurare quel corso rimanendo fedeli e obbedienti
a Mosè durante tutto il loro viaggio. Solo in questo modo avrebbero realizzato
la condizione d'indennizzo nazionale per rimuovere la natura caduta. La
fondazione nazionale di sostanza non si sarebbe stabilita, se non dopo che
avessero attraversato il deserto con incrollabile fede in Mosè e fossero
entrati nella terra di Canaan.
La provvidenza per l'inizio
del secondo corso nazionale per restaurare Canaan fu condotta con una grazia
più grande rispetto al primo corso. Tuttavia, poiché il prolungamento era stato
causato dalla loro mancanza di fede, la condizione d'indennizzo che gli
Israeliti dovettero realizzare fu proporzionalmente maggiore. Se avessero
seguito Mosè nel primo corso, gli Israeliti sarebbero stati guidati lungo la
via più diretta, attraverso il territorio dei Filistei, e sarebbero entrati in
Canaan in un periodo di ventun giorni, corrispondente ai ventun anni del corso
di Giacobbe in Aram. Invece, nel secondo corso, per la preoccupazione che gli
Israeliti, incontrando i bellicosi Filistei, potessero ancora perdere la fede e
ritornare in Egitto (Es. 13:17), Dio non li guidò lungo la via più diretta, ma
programmò di portarli in Canaan in ventun mesi, con una lunga deviazione
attraverso il Mar Rosso e il deserto. Così, gli Israeliti cominciarono un corso
nel deserto di ventun mesi sotto la guida di Mosè. Studieremo ora questo corso,
esaminando come esso servì da modello a Gesù per guidare l'umanità nel corso
mondiale per restaurare Canaan.
Quando il Faraone, di
malavoglia, disse a Mosè che gli Israeliti avrebbero potuto fare i loro
sacrifici in Egitto, Mosè pretese di più e disse:
Non si può far così; poiché
offriremmo all'Eterno, ch'è l'Iddio nostro, dei sacrifici che sono un abominio
per gli Egiziani. Ecco, se offrissimo sotto i loro occhi dei sacrifici che sono
un abominio per gli Egiziani, non ci lapiderebbero essi? Andremo tre giornate
di cammino nel deserto, e offriremo sacrifici all'Eterno, ch'è il nostro Dio,
com'egli ci ordinerà" - Es. 8:26-27
Mosè chiese tre giorni di
tempo, con l'intenzione d'ingannare il Faraone e allontanarsi abbastanza, da
poter guidare il popolo direttamente fuori dall'Egitto. Questo periodo di tre
giorni ebbe lo stesso significato dei tre giorni del viaggio di Abramo sul
monte Moriah, necessari per recidere i legami con Satana prima di offrire in
sacrificio Isacco. Dal tempo di Abramo in avanti, questo è stato il periodo
d'indennizzo richiesto per la separazione di Satana all'inizio di un corso
provvidenziale. Quando Giacobbe intraprese il corso per restaurare Canaan, ci
fu un periodo di tre giorni in cui egli tagliò i legami con Satana ingannando
Labano e lasciando Aram (Gn. 31:19-22). Allo stesso modo, all'inizio di questo
corso nazionale, Mosè chiese di allontanarsi per tre giorni, con l'intenzione
d'ingannare il Faraone e liberare il popolo dalla schiavitù. Anche Gesù avrebbe
iniziato il corso spirituale di restaurazione solo dopo aver trascorso, prima
della sua vittoriosa resurrezione, tre giorni per la separazione di Satana.
Gli Israeliti, che secondo
la Bibbia erano circa seicentomila, partirono da Ramses il quindicesimo giorno
del primo mese del calendario ebraico (Es. 12:37; Nm. 33:3), osservando la
Volontà di Dio durante tutto il viaggio di tre giorni fino al primo campo a
Succoth. D'allora in poi, Dio diede loro la grazia di una colonna di nubi di
giorno e una colonna di fuoco di notte, per mostrare loro la strada (Es.
13:21). La colonna di nubi che guidava gli Israeliti di giorno (Yang)
simboleggiava Gesù, che avrebbe un giorno guidato il popolo d'Israele nel corso
mondiale per restaurare Canaan. La colonna di fuoco di notte (Yin)
simboleggiava lo Spirito Santo che li avrebbe guidati come spirito femminile.
Sulla riva del Mar Rosso, al
comando di Dio, Mosè stese il bastone e divise le acque, quindi condusse gli
Israeliti dall'altra parte passando sul terreno asciutto, mentre gli Egiziani
che li inseguivano coi carri annegarono, perché le acque si richiusero su di
loro e li inghiottirono (Es. 14:21-28). Com'è stato già spiegato, Mosè
rappresentava Dio davanti al Faraone (Es. 7:1) e il bastone di Mosè
simboleggiava Gesù che avrebbe in futuro manifestato il potere di Dio. Così,
questo miracolo indicò quello che sarebbe accaduto alla venuta di Gesù. Satana
avrebbe attaccato i seguaci di Gesù sulla strada del corso mondiale per
restaurare Canaan, ma Gesù avrebbe alzato la verga di ferro (Ap. 2:27; Salmi
2:9) e colpito il mare tempestoso10 di questo mondo. Le acque si sarebbero
divise, lasciando ai credenti un agevole passaggio sul quale camminare, mentre
Satana sarebbe perito nell'inseguimento. Gli Israeliti attraversarono il Mar
Rosso e arrivarono nel deserto di Sin il quindicesimo giorno del secondo mese.
Da allora e finché non arrivarono in una terra abitabile, Dio li nutrì con
manna e quaglie (Es. 16:13-35). La manna e le quaglie significavano la carne e
il sangue vivificanti di Gesù, che Dio avrebbe dato durante il corso mondiale
per restaurare Canaan. Perciò Gesù disse:
I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia ... se non mangiate la carne del Figliuol dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi - Gv. 6:49-53.
Quando gli Israeliti
lasciarono il deserto di Sin e si accamparono in Refidim, il popolo non aveva
da bere. Dio ordinò a Mosè di colpire la roccia ad Horeb, così che potesse
sgorgarne acqua. In questo modo, Mosè diede al popolo l'acqua che salvò loro la
vita (Es. 17:6). San Paolo scrisse:
La roccia era Cristo - 1 Cor. 10:4
Perciò, il miracolo
dell'acqua sgorgata dalla roccia indicò che il Messia avrebbe salvato tutta
l'umanità con l'acqua di vita. Gesù disse infatti:
Chi beve dell'acqua che io
gli darò non avrà mai più sete - Gv. 4:14
Le due Tavole di pietra che
Mosè ricevette sul Monte Sinai simboleggiavano Gesù e la donna che egli avrebbe
sposato; la roccia, che era la radice delle Tavole di pietra, simboleggiava
Dio. Quando Mosè colpì la roccia e diede l'acqua al popolo, si stabilì la
condizione su cui Mosè poté ricevere le Tavole di pietra e costruire l'Arca
dell'Alleanza e il Tabernacolo.
Giosuè combatté contro gli Amalechiti a Refidim. Quando Mosè alzava le mani, gli Israeliti prevalevano; se invece le abbassava, perdevano. Aaronne e Hur fecero sedere Mosè su un cumulo di pietre e tennero alte le sue mani a destra e a sinistra, permettendo così a Giosuè di sconfiggere il re degli Amalechiti e le sue truppe (Es. 17:10-13). Anche questo indicò cosa sarebbe accaduto alla venuta di Gesù. Giosuè simboleggiava i credenti, gli Amalechiti il mondo satanico e Aaronne e Hur Gesù e lo Spirito Santo. Col tenere in alto le mani di Mosè, permettendo a Giosuè di sconfiggere gli Amalechiti, Aaronne e Hur indicarono che i fedeli che adorano la Trinità - Dio, Gesù e lo Spirito Santo - sconfiggeranno tutti i diavoli che dovranno affrontare.
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