La Provvidenza di
Restaurazione nella Famiglia di Abramo
A causa dell'atto caduto di
Cam, la provvidenza di restaurazione nella famiglia di Noè non poté
realizzarsi. Nonostante ciò, Dio aveva assolutamente predestinato che lo scopo
della creazione si sarebbe un giorno realizzato. Perciò, sulla fondazione del
cuore di lealtà verso il Cielo dimostrato da Noè, Dio chiamò Abramo e iniziò
con la sua famiglia un nuovo capitolo della provvidenza di restaurazione. La
famiglia di Abramo doveva restaurare la fondazione per il Messia, che la
famiglia di Noè non aveva completato, e ricevere il Messia su quella
fondazione. Perciò Abramo, come Noè prima di lui, doveva restaurare tramite
indennizzo la fondazione di fede e i suoi figli dovevano restaurare tramite indennizzo
la fondazione di sostanza.
La Fondazione di Fede
La Figura Centrale per la
Fondazione di Fede
Nella provvidenza di
restaurazione nella famiglia di Abramo, la figura centrale per restaurare la
fondazione di fede era Abramo stesso. Dio scelse Abramo perché ereditasse la
missione di restaurare la Sua Volontà, che Noè avrebbe dovuto realizzare.
Tuttavia, Abramo non poteva ereditare la missione senza prima restaurare
tramite indennizzo tutte le condizioni, realizzate da Noè, che erano state
prese da Satana a causa dell'errore di Cam.
Le prime condizioni della
famiglia di Noè prese da Satana furono le dieci generazioni da Adamo a Noè e il
periodo di quaranta giorni di giudizio. Perciò, Abramo dovette restaurare
tramite indennizzo altre dieci generazioni, ciascuna delle quali doveva
restaurare il numero quaranta, che rappresentava il giudizio del diluvio. Dopo
che i quaranta giorni di diluvio finirono in fallimento, la restaurazione di
ciascuna generazione doveva protrarsi per tutta la sua durata e non poteva compiersi
in soli quaranta giorni. La provvidenza per restaurare il diluvio in ciascuna
di quelle dieci generazioni dovette prendere un periodo più lungo: quarant'anni.
Una situazione simile si verificò al tempo di Mosè, quando la restaurazione del
fallimento dei quaranta giorni di spionaggio richiese quarant'anni di
vagabondaggio del popolo ebreo nel deserto (Nm. 14:34). Pertanto, dopo che dal tempo
di Noè fu trascorso un periodo d'indennizzo di dieci generazioni e 400 anni,8
Dio scelse Abramo per ereditare la missione di Noè.
Le altre condizioni perse
dalla famiglia di Noè furono la posizione di padre della fede e la posizione di
Cam, che avrebbe dovuto prendere il ruolo di Abele. Perciò, Abramo non poteva
stabilirsi nella posizione di Noè senza prima restaurare tramite indennizzo il
ruolo di padre della fede e il ruolo di Cam. Per prendere il ruolo di padre
della fede al posto di Noè, Abramo doveva fare un'offerta simbolica con fede e
cuore leale, così come aveva fatto Noè costruendo l'arca. Successivamente, in
che modo Abramo poteva restaurare la posizione di Cam? Cam avrebbe dovuto
rappresentare Abele, il prediletto di Dio: entrambi erano secondogeniti, scelti
per essere la figura centrale dell'offerta sostanziale. Poiché Satana aveva
preso Cam, in base al principio di restaurazione tramite indennizzo, Dio doveva
rivendicare un uomo molto amato da Satana. Per questo motivo Dio chiamò Abramo,
il primogenito di Terah, un idolatra (Gs. 24:2-3).
Abramo doveva ereditare la
missione di Noè e quindi la missione di Adamo. In questa posizione, Abramo
rappresentava Adamo restaurato. Come Dio aveva benedetto Adamo e Noè, Dio
benedisse anche Abramo:
E io farò di te una grande
nazione e ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di
benedizione: e benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà, e
in te saranno benedette tutte le famiglie della terra - Gn. 12:2-3
Dopo aver ricevuto questa
benedizione Abramo, obbedendo al comando di Dio, lasciò la casa di suo padre in
Aram e si recò in Canaan con la moglie Sara, il nipote Lot e tutti i suoi averi
e i suoi servi (Gn. 12:4-5). In questo senso, Dio stabilì il corso di Abramo
come il modello del corso per restaurare Canaan, che anche Giacobbe e Mosè
avrebbero seguito. Giacobbe e Mosè avrebbero portato le rispettive famiglie e
proprietà, l'uno da Aram e l'altro dall'Egitto, in Canaan, affrontando molte
difficoltà lungo la strada. Il corso di Abramo indicò anche il corso che Gesù
un giorno avrebbe seguito: ricondurre l'umanità e le cose dal mondo satanico al
mondo di Dio.
(Secondo la Bibbia, Dio
abbreviò la durata della vita umana immediatamente dopo la generazione di Noè.
Perciò, le dieci generazioni da Adamo a Noè durarono 1600 anni, mentre le dieci
generazioni da Noè ad Abramo durarono soltanto 400 anni.)
Gli Oggetti per la
condizione offerti per la Fondazione di Fede
L'offerta simbolica di
Abramo
Dio comandò ad Abramo di
offrire una tortora e un piccione, un montone e una capra, e una giovenca (Gn.
15:9), come oggetti per la condizione per restaurare la fondazione di fede. Ma
prima che potesse fare l'offerta simbolica, Abramo doveva dimostrare la sua
fede, proprio come, prima di lui, Noè si era dimostrato giusto, prima di
costruire l'arca come offerta simbolica. La Bibbia non spiega chiaramente come
Noè dimostrò la sua fede, ma possiamo dedurre che lo fece prima di essere
ritenuto degno di ricevere il comando di Dio e costruire l'arca, leggendo il
versetto:
Noè fu uomo giusto, integro
ai suoi tempi; Noè camminò con Dio - Gn. 6:9
In verità, coloro che
camminano nella provvidenza di restaurazione devono continuamente rinsaldare la
loro fede (Rm. 1:17). Esaminiamo come Abramo rafforzò la sua fede in
preparazione per l'offerta simbolica.
Poiché Noè era il secondo
antenato dell'umanità, Abramo, per restaurare la posizione di Noè, doveva
anch'egli assumere la posizione di Adamo. Per questa ragione, gli fu richiesto
di fare una condizione d'indennizzo simbolica per restaurare la posizione della
famiglia di Adamo, prima di poter fare l'effettiva offerta simbolica. A questo
riguardo, la Bibbia racconta di un viaggio, che Abramo fece in Egitto durante
una carestia (Gn. 12:10-20). Quando arrivarono in Egitto, Abramo disse a sua
moglie Sara di farsi passare per sua sorella. Abramo temeva che il Faraone
potesse desiderare Sara e, sapendo che lui era il marito, ucciderlo. In
effetti, su ordine del Faraone, Abramo gli consegnò Sara, e lei finse di essere
sua sorella. Subito dopo, Dio punì il Faraone, Abramo riprese sua moglie,
insieme col nipote Lot e con le abbondanti ricchezze dategli dal Faraone, e
lasciò l'Egitto.
Senza saperlo, Abramo
percorse questo cammino provvidenziale per porre una condizione simbolica
d'indennizzo, intesa a restaurare la posizione della famiglia di Adamo. Quando
l'arcangelo prese Eva - ponendo sotto il suo dominio tutti i discendenti di Eva
e la natura - Adamo ed Eva erano ancora fratello e sorella. Affinché Abramo
ponesse la condizione d'indennizzo per restaurare questo, il Faraone, che
rappresentava Satana, gli tolse Sara, che svolgeva il ruolo di sua sorella.
Abramo dovette quindi riprendere da lui Sara come sua moglie, Lot come rappresentante
di tutta l'umanità e le ricchezze che simboleggiavano la natura. Il corso
seguito da Abramo fu il modello che anche Gesù avrebbe dovuto percorrere. Dopo
aver realizzato questa condizione d'indennizzo, Abramo fu qualificato per fare
l'offerta simbolica.
Qual era il significato
dell'offerta simbolica di Abramo? Per diventare il padre della fede, Abramo
doveva restaurare tramite indennizzo la posizione di Noè, che Dio intendeva
stabilire come padre della fede, e della famiglia di Noè. Inoltre, Abramo
doveva restaurare la posizione di Adamo e della sua famiglia. Ad Abramo fu
perciò richiesto di offrire in maniera accettabile degli oggetti per la condizione,
per restaurare tutto ciò che Caino e Abele avevano dovuto completare attraverso
i loro sacrifici, e tutto ciò che la famiglia di Noè aveva cercato di realizzare
con la provvidenza dell'arca. L'offerta simbolica di Abramo consisteva di oggetti
che avevano tale significato simbolico.
Abramo offrì tre tipi
d'oggetti come condizione per la sua offerta simbolica: primo, una tortora e un
piccione; secondo, un montone e una capra; terzo, una giovenca. Questi tre
sacrifici simboleggiavano il cosmo, che fu completato attraverso i tre stadi
del periodo di crescita. La tortora rappresentava lo stadio di formazione.
Quando Gesù fu battezzato da Giovanni Battista al fiume Giordano, lo Spirito di
Dio discese su di lui sotto forma di colomba (Mt. 3:16). Questo perché Gesù
venne per portare a compimento l'Era dell'Antico Testamento che, come stadio di
formazione della provvidenza, era simboleggiato dalla colomba. Inoltre, la
discesa della colomba su Gesù aveva un secondo significato: Gesù doveva
restaurare l'errore di Abramo nell'offerta della tortora, che, come vedremo,
era stata presa da Satana.
Il montone rappresentava lo
stadio di crescita. Dopo aver portato a compimento l'Era dell'Antico
Testamento, restaurando così tutto ciò che era rappresentato dalla colomba,
Gesù iniziò l'Era del Nuovo Testamento, allo stadio di crescita della
provvidenza, per restaurare tutto ciò che era rappresentato dal montone. Dopo
aver testimoniato di aver visto lo Spirito discendere su Gesù come una colomba
- volendo con ciò dire che Gesù completava lo stadio di formazione della provvidenza
- Giovanni Battista testimoniò che Gesù avrebbe iniziato la missione dello
stadio di crescita dicendo:
Ecco l'agnello di Dio, che
toglie il peccato del mondo - Gv. 1:29
La giovenca rappresentava lo
stadio di completamento. È scritto che una volta, quando Sansone pose un enigma
ai Filistei, questi ottennero la risposta attraverso la moglie di Sansone, che
insistette con lui per farselo svelare. Sansone chiamò metaforicamente la
moglie "giovenca", dicendo loro:
Se non aveste arato con la
mia giovenca, non avreste indovinato il mio enimma - Gdc. 14:18
Gesù venne come sposo di
tutta l'umanità e tutti i fervidi credenti devono diventare sue spose e
attendere il tempo del suo ritorno: dopo aver celebrato il matrimonio
dell'agnello con Gesù, loro sposo, vivranno nel Regno dei Cieli in unità con
lui come sue mogli (in senso metaforico). Pertanto, l'Era del Completo Testamento,
che segue il Secondo Avvento di Gesù, è l'era della giovenca o l'era della
moglie. Alcuni medium hanno ricevuto la rivelazione che l'era attuale è l'era della
mucca, o della giovenca, perché stiamo entrando nello stadio di completamento
della provvidenza.
Quali erano i tre sacrifici
da indennizzare? Abramo doveva restaurare con quest'offerta tutto ciò che Dio
non aveva potuto restaurare attraverso le offerte simboliche fatte dalle
famiglie di Adamo e Noè - offerte che, benché fatte in modo giusto, furono
prese da Satana a causa dei successivi fallimenti. L'offerta di Abramo doveva
essere anche una condizione simbolica d'indennizzo, come restituzione per i
fallimenti delle loro offerte sostanziali. In altre parole, lo scopo dell'offerta
simbolica, da parte di Abramo, dei tre tipi di oggetti per la condizione, era
quello di restaurare nella sua generazione (orizzontalmente) tutte le
condizioni d'indennizzo che si erano accumulate nel corso della provvidenza
(verticalmente) nelle tre generazioni di Adamo, Noè e Abramo.
Perché Abramo pose i tre
sacrifici - la tortora e il piccione, il montone e la capra, e la giovenca, che
simboleggiavano gli stadi di formazione, crescita e completamento - su un unico
altare? Prima della Caduta, Adamo aveva la responsabilità, nella sua vita, di
completare tutti i tre stadi di crescita. Allo stesso modo Abramo, che era nella
posizione di Adamo, doveva restaurare, in una sola volta, tutta la provvidenza
che Dio aveva condotto attraverso le tre generazioni provvidenziali di Adamo
(formazione), Noè (crescita) e Abramo (completamento). Tramite un'unica
offerta, egli poteva restaurare tutte le condizioni basate sul numero tre
invase da Satana. La simbologia del sacrificio di Abramo rivela la Volontà di Dio
di completare in una sola volta e definitivamente l'intera provvidenza di
restaurazione. Consideriamo ora come Abramo fece l'offerta simbolica:
E l'Eterno gli rispose:
"Pigliami una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un montone di
tre anni, una tortora e un piccione".
Ed egli prese tutti questi
animali, li divise per mezzo, e pose ciascuna metà dirimpetto all'altra; ma non
divise gli uccelli. Or degli uccelli rapaci calarono sulle bestie morte, ma
Abramo li scacciò e, sul tramontare del sole, un profondo sonno cadde sopra
Abramo; ed ecco, uno spavento, una oscurità profonda, cadde su di lui. E
l'Eterno disse ad Abramo:
"Sappi per certo che i
tuoi discendenti dimoreranno come stranieri in un paese che non sarà loro e vi
saranno schiavi, e saranno oppressi per quattrocento anni" - Gn. 15:9-13
Poiché Abramo non tagliò la
tortora e il piccione in due come avrebbe dovuto, degli uccelli rapaci scesero
e contaminarono i sacrifici. Come risultato del suo errore, gli Israeliti
furono destinati ad andare in Egitto e soffrire per 400 anni. Perché fu un
peccato non tagliare gli uccelli a metà? Questa domanda può essere compresa solo
con l'aiuto del Principio.
Esaminiamo prima la ragione
per cui Abramo doveva tagliare i sacrifici a metà. Il lavoro di salvezza di Dio
si propone di restaurare la sovranità del bene dividendo per prima cosa il bene
dal male e poi distruggendo il male ed elevando il bene. Questa è la ragione
per cui Adamo dovette essere diviso in Caino e Abele, prima che potesse esser
fatto il sacrificio. Questa è la ragione per cui, al tempo di Noè, Dio colpì il
male col giudizio del diluvio, separando la famiglia di Noè come rappresentante
del bene. Dio chiese ad Abramo di tagliare i sacrifici in due prima di
offrirli, con l'intenzione di compiere l'atto simbolico di dividere il bene dal
male, che era stato lasciato incompiuto da Adamo e Noè.
I sacrifici dovevano essere divisi,
primo, per restaurare la situazione, nella famiglia di Adamo, in cui Abele e
Caino erano stati distinti come rappresentanti rispettivamente del bene e del
male. Secondo, doveva essere restaurata la situazione di aver diviso il bene
dal male durante i quaranta giorni del diluvio al tempo di Noè. Terzo, si
doveva porre la condizione simbolica di separare un regno della sovranità del
bene dall'universo governato da Satana. Quarto, si doveva fare la condizione di
santificare l'offerta, facendo defluire il sangue di morte che l'umanità caduta
aveva acquisito stabilendo un legame di sangue con Satana.
Perché fu un peccato non
dividere l'offerta? Primo, non dividere l'offerta ha il significato di non
dividere Abele da Caino. Non essendo stata divisa, l'offerta non fu
accettabile, perché Dio non ebbe un oggetto di tipo Abele da poter prendere. Di
conseguenza, gli errori nei sacrifici di Caino e Abele non furono restaurati. Secondo,
il non dividere l'offerta equivalse a ripetere il fallimento della provvidenza
al tempo di Noè, quando, nonostante il diluvio, bene e male non furono divisi.
Inoltre, il fallimento di Abramo nel dividere l'offerta, come il fallimento
della famiglia di Noè, privò Dio del suo oggetto di bene e ripeté l'errore che
aveva fatto fallire la provvidenza del diluvio. Terzo, il non dividere
l'offerta significò che non c'era alcuna condizione simbolica per separare un
regno della sovranità del bene di Dio dall'universo sotto il dominio di Satana.
Quarto, poiché il sangue di morte non era defluito, l'offerta indivisa non poté
essere un sacrificio santificato accettabile a Dio. In altre parole, il fatto
che Abramo offrì gli uccelli senza prima averli divisi, significò che egli
offrì quello che non era stato sottratto al possesso di Satana. Il suo errore
ebbe l'effetto di consentire a Satana di reclamare le offerte.
La tortora, che
simboleggiava lo stadio di formazione, rimase in possesso di Satana. Di
conseguenza, Satana reclamò anche il montone, che simboleggiava lo stadio di
crescita, e la giovenca, che simboleggiava lo stadio di completamento; infatti,
entrambi questi stadi dovevano essere completati sulla base dello stadio di formazione.
Il non dividere gli uccelli costituì un peccato, poiché ebbe l'effetto di consegnare
l'intera offerta simbolica a Satana.
Esaminiamo ora cosa
significa il versetto biblico, ove si dice che gli uccelli da preda discesero
sulle offerte. Fin dalla Caduta dei primi antenati, Satana ha sempre atteso al
varco le persone con cui Dio ha lavorato per realizzare la Sua Volontà. Quando
Caino e Abele stavano offrendo i loro sacrifici, Satana spiava alla porta (Gn.
4:7). Nella storia di Noè, il corvo che volava intorno all'arca stava a
significare come Satana cercasse un'occasione per invadere la famiglia di Noè subito
dopo il diluvio (Gn. 8:7). Anche quando Abramo stava facendo l'offerta simbolica,
Satana era in agguato per trovare l'opportunità d'impossessarsi del sacrificio
e, non appena vide che gli uccelli non erano stati divisi, lo profanò. La Bibbia
descrive questo episodio con l'immagine degli uccelli da preda che discesero
sul sacrificio.
L'errore di Abramo nel fare
l'offerta simbolica ne causò la contaminazione. Tutte le condizioni che Dio
intendeva restaurare attraverso di essa furono perse e, di conseguenza, i
discendenti di Abramo dovettero soffrire in schiavitù, per 400 anni, nella
terra d'Egitto. Esaminiamone i motivi.
Dio chiamò Abramo e gli
comandò di fare l'offerta simbolica dopo il completamento di un periodo di 400
anni per la separazione di Satana. Questo periodo era stato stabilito per
restaurare tramite indennizzo le dieci generazioni da Adamo a Noè e il periodo
di quaranta giorni del giudizio del diluvio, presi da Satana a causa del
peccato di Cam. Quel periodo d'indennizzo era stato necessario anche per stabilire
Abramo come padre della fede, una volta che avesse completato l'offerta
simbolica. Quando sbagliò l'offerta, Abramo permise a Satana di reclamarla come
sua e d'impossessarsi anche di quel periodo di 400 anni. Per ricreare a livello
nazionale la situazione precedente al fallimento di Abramo nell'offerta simbolica,
che era parallela a quella di Noè prima di essere chiamato a costruire l'arca,
Dio stabilì un altro periodo di 400 anni per la separazione di Satana. Durante
questo periodo, gli Israeliti dovettero sopportare la schiavitù in Egitto e
restaurare così, a livello nazionale, la situazione di Noè e Abramo all'inizio
della loro missione come padri della fede. In tal modo gli Israeliti avrebbero
stabilito la fondazione affinché Mosè iniziasse la sua missione. Pertanto,
questo periodo di schiavitù fu sia il tempo di punizione degli Israeliti per
l'errore di Abramo, sia il tempo in cui essi stabilirono la fondazione per
tagliare i legami con Satana e iniziare la nuova provvidenza di Dio.
Com'è stato già spiegato,
col successo di Abramo nell'offerta simbolica dei tre tipi di sacrifici su un
unico altare, Dio sperava di realizzare, in una volta sola, la provvidenza
degli stadi di formazione, crescita e completamento. Abramo però fallì,
ripetendo gli errori del passato e, di conseguenza, la provvidenza centrata su
di lui fu prolungata nelle tre generazioni di Abramo, Isacco e Giacobbe.
L'offerta d'Isacco da parte
di Abramo
Dopo il fallimento
dell'offerta simbolica, Dio ordinò ad Abramo di sacrificare in olocausto il suo
unico figlio Isacco (Gn. 22:2). In questo modo, Dio cominciò una nuova
provvidenza, per restaurare tramite indennizzo il fallimento di Abramo. Secondo
il principio di predestinazione, quando un uomo che Dio ha predestinato per
compiere una determinata parte della Sua Volontà, fallisce nel completare la
responsabilità assegnatagli, Dio non lo chiama una seconda volta. Perché,
allora, Dio si rivolse ancora ad Abramo chiedendogli di offrire Isacco?
Possiamo indicare tre
ragioni. In primo luogo, il numero tre rappresenta il completamento.10 Il
Principio di Dio prescrive che la provvidenza per stabilire la fondazione per
il Messia debba essere completata quando ha luogo per la terza volta. Perciò,
la provvidenza di Dio per porre la fondazione per il Messia, cominciata nella
famiglia di Adamo come primo tentativo e continuata nella famiglia di Noè come
secondo tentativo, doveva concludersi nella famiglia di Abramo, che era il
terzo tentativo. Per questo motivo, Abramo ebbe l'opportunità di realizzare una
condizione d'indennizzo, sia pure a un prezzo più grande, per restaurare simbolicamente
tutto ciò che aveva perduto fallendo nella precedente offerta simbolica. Questa
condizione d'indennizzo più grande fu l'offerta in sacrificio di suo figlio
Isacco.
In secondo luogo, come
abbiamo già spiegato, Abramo, nel fare il sacrificio, era nella posizione di
Adamo. Satana aveva attaccato sia Adamo che suo figlio Caino, contaminando due
generazioni di quella famiglia. Perciò, secondo il principio di restaurazione
tramite indennizzo, Dio poteva lavorare per riprendere Abramo e suo figlio
Isacco nel corso di due generazioni.
In terzo luogo, abbiamo
visto come Noè poté fare lui stesso l'offerta simbolica dell'arca, sebbene
fosse nella stessa posizione di Adamo, che non aveva potuto fare il sacrificio
direttamente. Questo perché Noè veniva sulla base dei meriti di Abele, che
aveva dimostrato il suo cuore fedele, col successo nell'offerta simbolica.
Quando fu chiamato da Dio, Abramo veniva sulla base sia dei meriti di Abele, e
del suo successo nell'offerta simbolica allo stadio di formazione, sia di quelli
di Noè, e del suo successo nell'offerta simbolica allo stadio di crescita. Su questa
doppia fondazione, Abramo doveva fare l'offerta simbolica allo stadio di completamento.
Di conseguenza, anche se Abramo fallì, Dio poté ristabilirlo e dargli la
possibilità di fare un'altra offerta, basata sui meriti accumulati dal cuore fedele
di Abele e di Noè.
Prima di poter offrire in
sacrificio Isacco, Abramo dovette ancora una volta dimostrare la sua fede,
ripetendo la stessa condizione simbolica d'indennizzo per la restaurazione
della famiglia di Adamo, che aveva stabilito prima di fare l'offerta simbolica.
Questa è la ragione per cui Abramo pose nuovamente Sara nella posizione di
sorella e lasciò che fosse presa da un re, questa volta Abimelec di Gherar.
Dopo che lei divenne la moglie del re, Abramo la riprese. E questa vol ta prese
anche degli schiavi, che simboleggiavano l'umanità, e delle ricchezze, che simboleggiavano
la natura (Gn. 20:1-18).
In che modo Abramo offrì
Isacco?
E giunsero al luogo che Dio
gli aveva detto, e Abramo edificò quivi l'altare, e vi accomodò la legna; legò
Isacco, suo figliuolo e lo mise sull'altare, sopra la legna. E Abramo stese la
mano e prese il coltello per scannare il suo figliuolo. Ma l'angelo dell'Eterno
gli gridò dal cielo e disse: "Abramo, Abramo". E quegli rispose:
"Eccomi". E
l'angelo: "Non metter la mano addosso al ragazzo, e non gli fare alcun
male; poiché ora so che tu temi Iddio, giacché tu non m'hai rifiutato il tuo figliuolo,
l'unico tuo" - Gn. 22:9-12
La fede di Abramo fu
assoluta. In obbedienza al comandamento di Dio, egli stava per uccidere Isacco,
suo unico figlio, per offrirlo come olocausto. In quel momento, Dio intervenne
e disse ad Abramo di non uccidere il ragazzo.
Lo zelo di Abramo nel fare
la Volontà di Dio e la sua azione decisa, condotta con fede, obbedienza e
lealtà assolute, lo innalzarono alla stessa posizione che avrebbe avuto se
avesse ucciso Isacco. Così, egli separò completamente Satana da Isacco. Dio
comandò ad Abramo di non uccidere Isacco, perché quest'ultimo, separato da
tutti i legami con Satana, stava ora dal lato di Dio. Dobbiamo anche capire che
dicendo "ora so che tu temi Iddio" Dio espresse sia il suo rimprovero
ad Abramo per il precedente fallimento nell'offerta simbolica, sia la sua gioia
per l'offerta vittoriosa di Isacco. Poiché Abramo ebbe successo nell'offerta di
Isacco, la provvidenza di restaurazione nella famiglia di Abramo poté essere
continuata da Isacco.
Abramo impiegò tre giorni
per raggiungere il luogo, sul monte Moriah, dove doveva offrire in olocausto
suo figlio Isacco. Il periodo di tre giorni per la purificazione di Isacco
servì a iniziare un nuovo corso nella provvidenza. Da allora in poi è stato
necessario un periodo di tre giorni per la separazione di Satana all'inizio di
ogni nuova provvidenza. Possiamo trovare molti esempi di tali periodi nella
storia provvidenziale. Quando Giacobbe partì da Aram con la sua famiglia per
iniziare il corso familiare per restaurare Canaan, ci fu un periodo di tre
giorni per la separazione di Satana (Gn. 31:20-22). Anche Mosè guidò gli
Israeliti, quando lasciarono l'Egitto per iniziare il corso nazionale per
restaurare Canaan, attraverso un periodo di tre giorni per la separazione di
Satana (Es. 8:27). Anche Gesù, quando iniziò il corso spirituale mondiale per
restaurare Canaan, passò tre giorni nella tomba per realizzare la separazione
di Satana.
La posizione d'Isacco e la
sua offerta simbolica agli occhi di Dio
È già stato spiegato che,
sebbene l'offerta simbolica di Abramo fosse finita con un fallimento, c'era
ancora la possibilità, secondo il Principio, di stabilire la fondazione per il
Messia centrata su di lui. Tuttavia Abramo, che aveva fallito nel realizzare la
sua responsabilità, non era qualificato a ripetere l'offerta simbolica. Dio
doveva trovare il modo per considerare Abramo come se non avesse fallito nell'offerta
simbolica e non avesse causato il prolungamento della provvidenza. Per ottenere
ciò, Dio comandò ad Abramo di offrire in olocausto Isacco.
In precedenza, Dio aveva
promesso ad Abramo che la discendenza di Isacco sarebbe divenuta un popolo
scelto, dicendo:
Allora la parola dell'Eterno
gli fu rivolta: "... colui che uscirà dalle tue viscere sarà erede
tuo". E lo menò fuori e gli disse: "Mira il cielo e conta le stelle,
se le puoi contare". E gli disse: "Così sarà la tua progenie" -
Gen. 15:4-5
Mostrandosi pronto a
uccidere suo figlio, addirittura il figlio della promessa, Abramo dimostrò la
massima lealtà al Cielo. Quest'atto di fede di Abramo equivalse a uccidere sé
stesso - un sé stesso contaminato da Satana a causa del precedente fallimento
nell'offerta simbolica. Quindi, quando Dio salvò dalla morte Isacco, anche
Abramo fu resuscitato a nuova vita, sciolto da tutti i lacci con cui Satana
l'aveva costretto, quando aveva contaminato la sua offerta simbolica. Inoltre,
Abramo e Isacco raggiunsero un'unità inseparabile nella loro fedeltà alla
Volontà di Dio.
Sebbene Isacco e Abramo
fossero due individui distinti, quando Dio li riportò in vita essi divennero ai
Suoi occhi come un'unica persona. Anche se la provvidenza attraverso Abramo era
fallita e aveva dovuto essere prolungata a Isacco, finché Isacco avesse avuto
successo, la sua vittoria sarebbe stata anche la vittoria di Abramo, e Dio
avrebbe considerato Abramo come se non avesse fallito e la provvidenza come se
non fosse stata prolungata.
Non è chiaro quanti anni
avesse Isacco quando Abramo lo offrì in sacrificio: era comunque abbastanza
grande da portare la legna per il sacrificio (Gn. 22:6) e, quando vide che non
c'era nessun agnello da offrire, interrogò suo padre in proposito (Gn. 22:7).
Isacco era evidentemente abbastanza grande da comprendere le intenzioni di suo
padre. Possiamo immaginare che aiutò il padre, pur sapendo che questi si stava
preparando a offrirlo in sacrificio.
Se Isacco avesse opposto
resistenza al proposito del padre di offrirlo in sacrificio, sicuramente Dio
non avrebbe accettato l'offerta. In effetti, Isacco dimostrò una fede grande
quanto quella di Abramo. Insieme, la loro fede rese l'offerta vittoriosa, e
Satana non ebbe alcun modo di mantenere il dominio su di loro. Nel fare
l'offerta, Isacco e Abramo attraversarono un processo di morte e resurrezione, con
un duplice risultato. Primo, Abramo ebbe successo nella separazione di Satana,
che l'aveva invaso a causa del suo errore nell'offerta simbolica, così da
restaurare, tramite indennizzo, la posizione che aveva prima di commettere
l'errore e, da questa posizione restaurata, trasferire la sua missione
provvidenziale a Isacco. Secondo, Isacco, obbedendo fedelmente alla Volontà di
Dio, ereditò la missione divina da Abramo e dimostrò la fede che lo qualificava
per fare l'offerta simbolica.
Dopo che la missione divina
era passata da Abramo a Isacco, Abramo offrì al posto d'Isacco il montone
procurato da Dio:
E Abramo alzò gli occhi,
guardò, ed ecco dietro a sé un montone, preso per le corna in un cespuglio. E
Abramo andò, prese il montone e l'offerse in olocausto invece del suo figliuolo
- Gn. 22:13
In effetti, questa fu
l'offerta simbolica con la quale Isacco restaurò la fondazione di fede.
Possiamo dedurre che Isacco, il quale aveva portato la legna per il sacrificio,
partecipò all'offerta del montone. Perciò, anche se è scritto che Abramo fece
l'offerta simbolica, Isacco, che si era unito ad Abramo e ne aveva ereditato la
missione, ricevette il beneficio provvidenziale dell'offerta. In questo modo
Isacco, che aveva ereditato la missione di Abramo, fece l'offerta simbolica e
restaurò, tramite indennizzo, la fondazione di fede.
La Fondazione di Sostanza
Isacco, divenuto così la
figura centrale al posto di Abramo, stabilì la fondazione di fede, facendo in
modo accettabile a Dio l'offerta simbolica del montone. Dopo di ciò, per stabilire
la fondazione per il Messia nella famiglia di Isacco, bisognava porre la
fondazione di sostanza. A questo scopo i figli d'Isacco, Esaù e Giacobbe, nelle
posizioni rispettivamente di Caino e Abele, erano responsabili di realizzare la
condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta e stabilire la
fondazione di sostanza, facendo l'offerta sostanziale.
Se Abramo non avesse fallito
nell'offerta simbolica, Isacco e il fratellastro Ismaele sarebbero stati nella
posizione di Abele e Caino e quindi responsabili di realizzare la condizione
d'indennizzo, necessaria per rimuovere la natura caduta, non realizzata da
Caino e Abele. Tuttavia, poiché Abramo fallì nell'offerta, Dio pose Isacco
nella posizione di Abramo, ed Esaù e Giacobbe nelle posizioni originariamente
destinate a Ismaele e Isacco. Era quindi compito di Esaù e Giacobbe realizzare
la condizione d'indennizzo per restaurare la natura caduta.
Per la realizzazione
dell'offerta sostanziale, Esaù e Giacobbe erano, nei confronti del padre
Isacco, nella stessa posizione di Caino e Abele nei confronti di Adamo, e di
Sem e Cam nei confronti di Noè. Il figlio maggiore d'Isacco, Esaù, rappresentava
la prima offerta simbolica di Abramo, contaminata da Satana, mentre il secondo
figlio, Giacobbe, rappresentava l'offerta d'Isacco, dalla quale Satana era
stato separato. Esaù aveva inoltre il ruolo di Caino, come rappresentante del male,
mentre Giacobbe era nella posizione di Abele, come rappresentante del bene.
Esaù e Giacobbe incominciarono a combattere nel grembo della madre (Gn. 25:22-23)
perché erano in queste posizioni antagoniste. Già d'allora Dio, per un motivo
provvidenziale, amava Giacobbe e odiava Esaù (Rm. 9:11-13). Esaù e Giacobbe
dovevano restaurare tramite indennizzo gli errori nelle offerte di Caino e
Abele. Tuttavia, prima che Esaù e Giacobbe potessero realizzare le condizioni d'indennizzo
per rimuovere la natura caduta e fare l'offerta sostanziale, Giacobbe doveva
realizzare la condizione d'indennizzo per restaurare la posizione di Abele. Giacobbe
ebbe dunque le seguenti missioni: primo, doveva realizzare la condizione
d'indennizzo per restaurare la posizione di Abele, la figura centrale
dell'offerta sostanziale; secondo, doveva fare l'offerta sostanziale; infine,
come si vedrà nella prossima sezione, doveva andare in Egitto per cominciare il
corso d'indennizzo di 400 anni, richiesto ai suoi discendenti a causa
dell'errore di Abramo nell'offerta simbolica.
Giacobbe realizzò la
condizione d'indennizzo per restaurare la posizione di Abele nel modo che descriveremo
qui di seguito. Per prima cosa, Giacobbe realizzò la condizione di vittoria
nella lotta per restaurare la primogenitura a livello individuale. Arrogandosi
il dominio sull'universo creato da Dio, Satana aveva assunto la posizione del
figlio maggiore, e Dio, costretto nella posizione del figlio minore, dovette
trovare il modo per restaurare la primogenitura. Questo è il motivo per cui Dio
ha preferito i secondogeniti rispetto ai primi nati, come nel caso di Esaù e
Giacobbe:
Ho amato Giacobbe e ho odiato
Esaù - Ml. 1:2
Giacobbe ottenne da Esaù la
primogenitura – che, come secondogenito, aveva la responsabilità di restaurare
- con l'astuzia, scambiandola con un pezzo di pane e un piatto di lenticchie
(Gn. 25:29-34). Poiché Giacobbe aveva dato valore alla primogenitura e si era
adoperato per riscattarla dal fratello, Dio gli fece ottenere la benedizione
d'Isacco (Gn. 27:27-29). Al contrario, Dio non benedisse Esaù, perché aveva
tenuto in così scarsa considerazione la sua primogenitura da venderla per una
scodella di minestra.
Secondo, Giacobbe andò in
Aram, che rappresentava il mondo satanico e, dopo aver sopportato ventun anni
di fatiche, prevalse su Labano nella lotta per restaurare la primogenitura,
conquistandosi, come eredità dovutagli, famiglia e ricchezze. Dopo aver
ottenuto la vittoria, Giacobbe ripartì alla volta di Canaan.
Terzo, sulla strada del
ritorno verso Canaan, la terra della benedizione e della promessa, Giacobbe
sconfisse un angelo al guado di Jabbok e restaurò così il dominio sull'angelo
in una lotta sostanziale. Attraverso queste tre vittorie, Giacobbe restaurò
tramite indennizzo la posizione di Abele e si qualificò come la figura centrale
dell'offerta sostanziale.
Esaù e Giacobbe
ripristinarono le posizioni che erano state di Caino e Abele nel momento in cui
Dio accettò l'offerta di Abele. Di conseguenza, affinché Giacobbe e Esaù
realizzassero la condizione d'indennizzo per rimuovere la natura caduta, Esaù
doveva amare Giacobbe, rispettarlo come suo mediatore nei confronti di Dio,
sottomettersi obbedientemente alle sue direttive e, infine, moltiplicare il bene,
ereditandolo da Giacobbe, che aveva la benedizione di Dio. In effetti, quando
Giacobbe, dopo aver sopportato ventun anni di difficoltà in Aram, ritornò in Canaan
con la famiglia e le ricchezze, toccò il cuore di Esaù, che superò il suo sentimento
di ostilità:
Giacobbe alzò gli occhi,
guardò, ed ecco Esaù che veniva, avendo seco quattrocento uomini. Allora divise
i figliuoli fra Lea, Rachele, e le due serve. E mise davanti le serve e i loro
figliuoli, poi Lea e i suoi figliuoli, e da ultimo Rachele e Giuseppe. Ed egli
stesso passò dinanzi a loro, s'inchinò fino a terra sette volte, finché si fu
avvicinato al suo fratello. Ed Esaù gli corse incontro, l'abbracciò, gli si
gettò al collo, e lo baciò: e piansero - Gn. 33:1-4
Quando Esaù abbracciò e
accolse affettuosamente Giacobbe, si realizzò la condizione d'indennizzo per
rimuovere la natura caduta. Per la prima volta, la fondazione di sostanza fu
posta vittoriosamente.
Giacobbe ed Esaù ebbero
perciò successo nel fare l'offerta sostanziale e restaurarono tramite
indennizzo i precedenti fallimenti di Caino e Abele nella famiglia di Adamo, e
di Cam e Sem nella famiglia di Noè. La loro vittoria nella provvidenza centrata
su Abramo restaurò inoltre tramite indennizzo, orizzontalmente in un'unica
famiglia, il corso verticale della storia, in cui Dio aveva lungamente lavorato
per restaurare la fondazione di sostanza.
Esaù si era trovato nella
posizione di essere odiato da Dio sin da quando era dentro il grembo materno
(Rm. 9:11-13) solo perché gli era stato assegnato il ruolo di Caino, dal lato
di Satana, per porre una condizione d'indennizzo nella provvidenza di
restaurazione. Sottomettendosi a Giacobbe e completando la sua parte di
responsabilità, Esaù conseguì la posizione di Caino restaurato e poté finalmente
ricevere l'amore di Dio.
La Fondazione per il Messia
Il lavoro per porre la
fondazione per il Messia, che Dio cercò di stabilire per la prima volta nella
famiglia di Adamo, dovette essere ripetuto tre volte perché le figure centrali
della provvidenza di restaurazione non seppero realizzare la loro parte di
responsabilità. Anche il terzo tentativo, al tempo di Abramo, fu prolungato a
causa del fallimento nell'offerta simbolica. Isacco e la sua famiglia
ereditarono la Volontà di Dio e posero la fondazione di fede e la fondazione di
sostanza, stabilendo infine la fondazione per il Messia. Ci si aspetterebbe
quindi che il Messia fosse venuto sulla terra in quel tempo.
Tuttavia, la fondazione per
il Messia richiede anche un ambiente sociale favorevole alla sua venuta, in cui
risulti possibile la restaurazione del mondo satanico nel Regno di Dio,
governato dal Messia. Nella provvidenza basata sulle famiglie di Adamo e di
Noè, non c'erano altre famiglie che avrebbero potuto attaccare o corrompere la
famiglia centrale e, se una o l'altra di queste famiglie avesse posto la
fondazione familiare per il Messia, il Messia avrebbe potuto venire senza trovare
opposizione. Invece, al tempo di Abramo, l'uomo caduto aveva già costruito
nazioni sataniche, capaci di schiacciare facilmente la sua famiglia. Perciò, anche
se a quel tempo era stata posta la fondazione per il Messia, si trattava di una
fondazione limitata, a livello familiare, non abbastanza sicura per la venuta
del Messia. Per tenere testa alle nazioni del mondo satanico era necessaria la
fondazione di uno stato sovrano.
Un sostegno di questo tipo
sarebbe stato necessario anche se Abramo, anziché fallire nell'offerta
simbolica, avesse avuto successo, insieme ai figli Isacco e Ismaele, nel fare
l'offerta sostanziale per porre la fondazione familiare per il Messia. In ogni
caso, fino a che i discendenti di Abramo, moltiplicatisi in Canaan, non avessero
stabilito una fondazione nazionale per il Messia, non ci sarebbe stata la sicurezza
necessaria perché il Messia potesse venire. In effetti, anche se avevano stabilito
la fondazione familiare per il Messia, i discendenti d'Isacco dovevano lasciare
la loro patria e soffrire per 400 anni in una terra straniera, come punizione per
l'errore di Abramo. Nonostante le sofferenze in Egitto, avrebbero prosperato e si
sarebbero consolidati come popolo; sarebbero poi ritornati in Canaan e
avrebbero realizzato la fondazione nazionale per il Messia, stabilendosi come
nazione sovrana preparata per il Messia e per il suo lavoro.
I discendenti di Abramo
dovettero sottoporsi a un corso d'indennizzo, a causa del suo errore
nell'offerta simbolica. Giacobbe, anziché Isacco, dovette iniziare questo corso
d'indennizzo. Infatti, la persona di tipo Abele, che serve come figura centrale
nell'offerta sostanziale, deve assumersi il maggiore onere, nel seguire il
corso d'indennizzo. Abele nella famiglia di Adamo, Cam nella famiglia di Noè,
Isacco nella famiglia di Abramo, e Giacobbe nella famiglia d'Isacco portarono
il peso più grande, nel condurre il corso d'indennizzo stabilito per le loro
famiglie. Fra di loro, Giacobbe fu la sola figura Abele che si pose sulla
fondazione per il Messia. Perciò, egli stabilì il modello del corso per la separazione
di Satana, e fissò l'esempio che il Messia avrebbe seguito alla sua venuta.
La famiglia di Giacobbe
stava sulla fondazione per il Messia completata nella famiglia d'Isacco.
Ereditandone la posizione, la famiglia di Giacobbe si avviò a completare la
provvidenza affidata ad Abramo, prendendo responsabilità per il suo peccato e
iniziando i 400 anni del corso d'indennizzo. Nella famiglia d'Isacco, Giacobbe,
nella posizione di Abele, seguì l'intero corso d'indennizzo. Nella famiglia di
Giacobbe, Giuseppe, il figlio di Rachele - la moglie di Giacobbe dal lato di
Dio - dovette stabilire la posizione di Abele, andando in Egitto e seguendo il
corso d'indennizzo. Dopo essere stato venduto come schiavo dai suoi fratelli e portato
in Egitto, Giuseppe ottenne la carica di primo ministro all'età di trent'anni. Egli
vide realizzarsi una profezia che Dio gli aveva dato in sogno quando era ancora
un ragazzo (Gn. 37:5-11). Dapprima i fratellastri di Giuseppe, nati da Lea - la
moglie di Giacobbe dal lato satanico - arrivarono in Egitto e si sottomisero a Giuseppe.
Successivamente, tutti i figli di Giacobbe giunsero in Egitto e, alla fine, portarono
là anche il padre. In questo modo, la famiglia di Giacobbe iniziò il corso
d'indennizzo per stabilire una nazione, che un giorno avrebbe ricevuto il Messia.
Giacobbe, come figura
centrale che pose la fondazione per il Messia nella famiglia d'Isacco, ebbe la
responsabilità di prendere su di sé il peccato di Abramo e iniziare un corso
d'indennizzo per la realizzazione, a livello nazionale, della Volontà di Dio
ch'era stata affidata a Isacco. Perciò, come nel caso di Abramo e Isacco, Dio
considerò Abramo, Isacco e Giacobbe come un'unica persona, dal punto di vista
della Sua Volontà, anche se si trattava di tre individui diversi. Di conseguenza,
il successo di Giacobbe significò il successo d'Isacco, e il successo d'Isacco
significò il successo di Abramo. Dio considerò la provvidenza di restaurazione
centrata su Abramo come se fosse stata realizzata nella sua stessa generazione,
senza alcun prolungamento, nonostante avesse dovuto essere estesa a Isacco e
Giacobbe. È scritto:
Io sono l'Iddio di tuo
padre, l'Iddio di Abramo, l'Iddio di Isacco e l'Iddio di Giacobbe - Es. 3:6
Questo versetto indica che
Dio considerò questi antenati, che collettivamente realizzarono la sua Volontà,
come un'unica generazione anche se ne rappresentavano tre.
Dio intendeva realizzare la
meta della Sua provvidenza, stabilendo la fondazione nazionale per il Messia, e
mandare il Messia nella nazione preparata. Per questo scopo, Dio fece sì che la
famiglia di Giacobbe andasse in Egitto, il mondo satanico, dove i discendenti
di Giacobbe avrebbero sofferto come schiavi per 400 anni ma poi, divenuti il
popolo scelto, come Dio aveva promesso ad Abramo, sarebbero tornati in Canaan.
La fondazione per il Messia
stabilita nella famiglia d'Isacco divenne la base, sulla quale iniziò il corso
d'indennizzo per stabilire la fondazione nazionale per il Messia. Nel periodo
di 2000 anni da Adamo ad Abramo, in effetti, erano state poste le basi, per
iniziare questa provvidenza a livello nazionale nell'era successiva.
In conclusione, Giacobbe
prese la responsabilità e fu vittorioso nel corso d'indennizzo per espiare
l'errore di Abramo. Usando la sua saggezza per la Volontà di Dio, Giacobbe
trionfò nella lotta con Esaù per conquistare la primogenitura a livello
individuale, andò in Aram e trionfò in una lotta di ventun anni con lo zio Labano
per conquistare la primogenitura a livello familiare. Sulla via del ritorno da
Aram in Canaan, Giacobbe vinse la lotta con l'angelo e fu così il primo uomo caduto
a realizzare la condizione d'indennizzo per restaurare il dominio sull'angelo.
Da quel momento ebbe il nome "Israele" (Gn. 32:28) a significare che
aveva fissato il modello e posto le basi, su cui sarebbe stato stabilito il
popolo scelto. Dopo esser tornato in Canaan con queste vittorie, Giacobbe
conquistò il cuore di Esaù e, insieme a lui, realizzò la condizione
d'indennizzo per rimuovere la natura caduta.
Insegnamenti tratti dal
Corso di Abramo
Primo, il corso di Abramo
dimostra che la predestinazione, da parte di Dio, del modo in cui realizzare la
Sua Volontà è condizionale. La provvidenza di restaurazione può realizzarsi
solamente col concorso della parte di responsabilità dell'uomo, e non con il
semplice potere di Dio. Perciò, sebbene Dio avesse chiamato Abramo, con lo
scopo di portare a termine la provvidenza di restaurazione, quando Abramo fallì
nel completare la sua responsabilità, la Volontà di Dio non si realizzò.
Secondo, il corso di Abramo
dimostra che la predestinazione di Dio per l'uomo è condizionale. Sebbene Dio
avesse predestinato che Abramo, facendo vittoriosamente la sua offerta, sarebbe
diventato il padre della fede, quando Abramo non seppe completare la sua
responsabilità, la sua missione fu estesa a Isacco e Giacobbe.
Terzo, il corso di Abramo
dimostra che, ogni volta che l'uomo fallisce nella sua responsabilità, la
realizzazione della Volontà di Dio viene ritardata e la sua restaurazione
richiede la realizzazione di una condizione d'indennizzo maggiore. Nel caso di
Abramo, la Volontà di Dio doveva essere realizzata semplicemente offrendo in
sacrificio degli animali, ma, a causa del fallimento di Abramo, dovette compiersi
con l'offerta in sacrificio del suo amato figlio Isacco ed essere completata
tramite Isacco e Giacobbe.
Quarto, il fatto che Abramo
dovette tagliare in due i sacrifici insegna che ciascuno di noi, per separare
il bene dal male, deve dividere se stesso come un'offerta. La vita di fede
richiede di porre sé stessi nella posizione di offerta. Solo dividendo il bene
dal male dentro di noi, possiamo diventare offerte viventi gradite a Dio.
Dobbiamo costantemente separare in noi il bene dal male, in base allo standard
della Volontà di Dio e, se non lo facciamo, poniamo una condizione per l'invasione
di Satana.
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