martedì 3 febbraio 2015

La Seconda Venuta d'Elia e Giovanni Battista

La Seconda Venuta d'Elia e Giovanni Battista

Il profeta Malachia predisse che Elia sarebbe ritornato:

“Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell'Eterno, giorno grande e spaventevole” - Ml. 4:5

Gesù testimoniò che la preannunziata venuta d'Elia si era compiuta in Giovanni Battista:

“Ma io vi dico: Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto ... Allora i discepoli intesero ch'era di Giovanni Battista ch'egli aveva loro parlato” - Mt. 17:12-13

Nonostante ciò, Giovanni Battista non riconobbe di essere la seconda venuta d'Elia (Gv. 1:21), e neppure gli Ebrei lo riconobbero come tale. L'ignoranza di Giovanni aumentò i dubbi su Gesù (Mt. 11:3) tra gli Ebrei, molti dei quali stimavano Giovanni Battista e ne rispettavano il punto di vista, e così esacerbò la loro mancanza di fede in Gesù. L'ignoranza di Giovanni fu un fattore determinante nel costringere Gesù a prendere la strada della croce.

La Fede degli Ebrei nel ritorno d'Elia

Durante il periodo del regno unito, l'ideale di Dio per il Suo Tempio sacro fu invaso da Satana, attraverso le trasgressioni di Salomone.4 Per restaurare il Tempio e preparare la strada per l'avvento del Messia - che è l'incarnazione del Tempio - Dio mandò in Israele quattro profeti maggiori e dodici minori, e attraverso di loro operò per purificare Israele da tutte le influenze sataniche. Inoltre, Dio mandò il profeta Elia, che affrontò i profeti di Baal sul Monte Carmelo. Elia sconfisse col potere di Dio i falsi profeti e distrusse i loro altari dedicati a Baal. Tuttavia, Elia ascese al cielo in un turbine, su un carro di fuoco (2 Re 2:11), prima di aver portato a termine la sua missione divina. Il potere satanico riprese vigore e continuò ad ostacolare la provvidenza di Dio. Non si poteva raddrizzare la via del Messia finché non fosse stata eliminata l'influenza di Satana. Perciò, prima che Gesù potesse realizzare l'ideale del Tempio incarnato, un altro profeta doveva ereditare e completare la missione, che Elia aveva interrotto a metà, di tagliare i legami dell'uomo con Satana. Per questa necessità provvidenziale, il profeta Malachia predisse il ritorno d'Elia (Ml. 4:5).

Gli Ebrei, che credevano nelle profezie delle Scritture, aspettavano fervidamente l'avvento del Messia. Dobbiamo però sapere che aspettavano altrettanto impazientemente il ritorno d'Elia, perché Dio aveva chiaramente promesso, attraverso Malachia, che avrebbe mandato il profeta Elia, prima dell'avvento del Messia, per preparargli la strada. Elia era asceso al cielo circa 850 anni prima della nascita di Gesù e d'allora in poi aveva dimorato nel mondo spirituale. Conosciamo bene la storia della Trasfigurazione, allorquando Elia e Mosè apparvero spiritualmente davanti ai discepoli di Gesù (Lc. 9:28-36). Molti Ebrei credevano che Elia sarebbe ritornato scendendo dal cielo, nello stesso modo in cui vi era asceso. Proprio come oggi ci sono dei Cristiani intenti a scrutare il cielo, nell'attesa che Gesù venga sulle nuvole, gli Ebrei del tempo di Gesù scrutavano il cielo, aspettando ansiosamente la venuta d'Elia.

Nonostante ciò, improvvisamente, prima che si potesse avere notizia del ritorno d'Elia, in adempimento della profezia di Malachia, Gesù apparve e si proclamò Messia. Non c'è da meravigliarsi che la comparsa e l'annuncio di Gesù abbiano messo in subbuglio tutta Gerusalemme. Dovunque andassero, i discepoli di Gesù erano bombardati di domande su Elia, che doveva venire per primo. Non avendo una risposta adeguata, i discepoli tornarono da Gesù per chiedergli:

“Perché dunque dicono gli scribi che prima deve venir Elia?” - Mt. 17:10

Gesù rispose che Giovanni Battista era proprio l'Elia che il popolo stava aspettando (Mt. 17:12-13). I discepoli, che già credevano che Gesù era il Messia, accettarono volentieri la sua testimonianza, che Giovanni Battista era Elia. Ma gli altri, che non conoscevano Gesù, come potevano accettare quella controversa affermazione? Gesù stesso immaginava che non sarebbero stati disposti a credergli e perciò disse:

“E se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire - Mt. 11:14

La precedente sconfessione di Giovanni Battista aveva reso ancor più difficile che gli Ebrei credessero alla proclamazione di Gesù. Giovanni aveva insistito di non essere Elia:

“Ed essi gli domandarono: Che dunque? Sei Elia? Ed egli rispose: Non lo sono” - Gv. 1:21

La direzione che gli Ebrei avrebbero scelto

Gesù chiarì che Giovanni Battista era proprio l'Elia che il popolo aspettava tanto ansiosamente mentre, al contrario, Giovanni Battista stesso negò decisamente tale affermazione. A chi avrebbero creduto gli Ebrei? Sarebbe dipeso, ovviamente, dalla credibilità e dalla rispettabilità di ciascuno dei due, Gesù e Giovanni, agli occhi del popolo di quel tempo.

Esaminiamo come Gesù doveva apparire agli Ebrei. Gesù era un giovane privo d'istruzione, cresciuto nella casa umile e povera d'un falegname. Questo giovane sconosciuto apparve all'improvviso definendosi il "Signore del Sabato", e ostentatamente profanò il Sabato, che gli Ebrei osservavano con estremo rispetto (Mt. 12:1-8). Così, Gesù si guadagnò la fama di voler abolire la Legge, che gli Ebrei consideravano la base della salvezza (Mt. 5:17), e perciò i capi delle comunità lo perseguitarono. Gesù fu costretto a trovare i suoi discepoli tra semplici pescatori e accompagnarsi a collettori di tasse, prostitute e peccatori, coi quali mangiava e beveva (Mt. 11:19). Ancora peggio, dal punto di vista dei capi ebrei, Gesù asseriva che i collettori di tasse e le prostitute sarebbero entrati nel Regno dei Cieli davanti a loro (Mt. 21:31).

In una certa occasione, una prostituta s'avvicinò a Gesù piangendo, e cominciò a bagnargli i piedi di lacrime, asciugarglieli coi capelli, baciarli e ungerli con una boccetta d'olio pregiato (Lc. 7:37-38). Accettare un simile trattamento da una prostituta sarebbe sconveniente anche nella società moderna; ed era sicuramente scandaloso in quella ebraica, retta da un austero codice morale, secondo il quale le donne adultere dovevano essere lapidate a morte. Tuttavia, Gesù non solo approvò il generoso servizio della donna, ma anche la elogiò e, nello stesso tempo, redarguì i discepoli che l'avevano rimproverata (Lc. 7:44-50).

Inoltre, Gesù sembrava porsi sullo stesso piano di Dio (Gv. 14:9) e affermava che nessuno sarebbe entrato nel Regno di Dio se non per mezzo di lui (Gv. 14:6). Gesù ripeteva che tutti dovevano amare lui più dei propri genitori, fratelli e sorelle, coniugi e figli (Mt. 10:37; Lc. 14:26). Così, agli occhi dei più, le parole e il comportamento di Gesù apparirono blasfemi.

Non c'è da sorprendersi che i capi ebrei l'abbiano biasimato e schernito, accusandolo di essere posseduto da Beelzebub, il principe dei demoni (Mt. 12:24). Da tutto ciò possiamo desumere che Gesù era tutt'altro che credibile agli occhi degli Ebrei del suo tempo.

Come appariva invece Giovani Battista? Giovanni era nato in una famiglia insigne: era il figlio del sacerdote Zaccaria. I miracoli e i segni che avevano accompagnato il concepimento e la nascita di Giovanni avevano destato stupore in tutta la regione montuosa della Giudea. Un giorno, mentre Zaccaria stava bruciando l'incenso nel Tempio, un angelo gli apparve e gli annunciò che sua moglie, benché vecchia e sterile, avrebbe presto concepito un figlio. Come castigo per non aver creduto alle parole dell'angelo, Zaccaria rimase muto e la sua lingua si sciolse solo dopo la nascita del figlio (Lc. 1:9-66). Giovanni condusse una vita esemplare di fede e disciplina nel deserto, cibandosi di locuste e miele selvatico. Per queste ragioni, molti Ebrei si domandavano se magari Giovanni non fosse il Cristo, e una delegazione di sacerdoti e Leviti andò a chiederglielo direttamente (Lc. 3:15; Gv. 1:20). Tanto gli Ebrei rispettavano Giovanni.

Considerando queste circostanze, quando gli Ebrei del tempo paragonarono Gesù e Giovanni Battista, chi apparve loro più credibile? Senza alcun dubbio, le parole di Giovanni avevano più credibilità. Perciò, naturalmente, gli Ebrei credettero a Giovanni, quando questi negò di essere Elia, più di quanto credettero alla testimonianza di Gesù che Giovanni era Elia. Credendo a Giovanni, gli Ebrei considerarono le parole di Gesù nient'altro che una menzogna, intesa a suffragare la sua dubbia affermazione di essere il Messia. Di conseguenza, Gesù fu bollato come un impostore.

Una volta che fu tacciato di falsità, gli Ebrei ebbero sempre meno fede in Gesù e trovarono le sue parole e il suo comportamento ogni giorno più oltraggiosi. Stimando le parole di Giovanni al di sopra di quelle di Gesù, gli Ebrei rimasero convinti che Elia non fosse ancora arrivato e, di conseguenza, non riuscirono neppure a immaginare che il Messia potesse essere già venuto.

Finché avessero mantenuto fede alla profezia di Malachia, gli Ebrei avrebbero rifiutato Gesù, che affermava di essere il Messia, perché dal loro punto di vista Elia non era ancora venuto. D'altra parte, per credere in Gesù, avrebbero dovuto rinnegare la profezia biblica, secondo cui il Messia sarebbe venuto soltanto dopo il ritorno d'Elia. Gli Ebrei, che non consideravano neppure la possibilità di rinnegare le profezie delle Scritture, rimasero senz'altra scelta che quella di non credere in Gesù.


Continua a leggere:

La Mancanza di Fede di Giovanni Battista


Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

Il Principio Divino, Prefazione

Il Principio Divino Insegnamento fondamentale di Rev. Sun Myung Moon Un primo manoscritto sul Principio Divino andò perduto, in Corea del ...

Post più popolari