La Seconda Venuta d'Elia e Giovanni Battista
Il profeta Malachia predisse
che Elia sarebbe ritornato:
“Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell'Eterno, giorno grande e spaventevole” - Ml. 4:5
Gesù testimoniò che la
preannunziata venuta d'Elia si era compiuta in Giovanni Battista:
“Ma io vi dico: Elia è già venuto, e non l'hanno riconosciuto; anzi, gli hanno fatto tutto quello che hanno voluto ... Allora i discepoli intesero ch'era di Giovanni Battista ch'egli aveva loro parlato” - Mt. 17:12-13
Nonostante ciò, Giovanni
Battista non riconobbe di essere la seconda venuta d'Elia (Gv. 1:21), e neppure
gli Ebrei lo riconobbero come tale. L'ignoranza di Giovanni aumentò i dubbi su
Gesù (Mt. 11:3) tra gli Ebrei, molti dei quali stimavano Giovanni Battista e ne
rispettavano il punto di vista, e così esacerbò la loro mancanza di fede in Gesù.
L'ignoranza di Giovanni fu un fattore determinante nel costringere Gesù a
prendere la strada della croce.
La Fede degli Ebrei nel
ritorno d'Elia
Durante il periodo del regno
unito, l'ideale di Dio per il Suo Tempio sacro fu invaso da Satana, attraverso
le trasgressioni di Salomone.4 Per restaurare il Tempio e preparare la strada
per l'avvento del Messia - che è l'incarnazione del Tempio - Dio mandò in
Israele quattro profeti maggiori e dodici minori, e attraverso di loro operò
per purificare Israele da tutte le influenze sataniche. Inoltre, Dio mandò il
profeta Elia, che affrontò i profeti di Baal sul Monte Carmelo. Elia sconfisse
col potere di Dio i falsi profeti e distrusse i loro altari dedicati a Baal.
Tuttavia, Elia ascese al cielo in un turbine, su un carro di fuoco (2 Re 2:11),
prima di aver portato a termine la sua missione divina. Il potere satanico
riprese vigore e continuò ad ostacolare la provvidenza di Dio. Non si poteva
raddrizzare la via del Messia finché non fosse stata eliminata l'influenza di
Satana. Perciò, prima che Gesù potesse realizzare l'ideale del Tempio
incarnato, un altro profeta doveva ereditare e completare la missione, che Elia
aveva interrotto a metà, di tagliare i legami dell'uomo con Satana. Per questa
necessità provvidenziale, il profeta Malachia predisse il ritorno d'Elia (Ml.
4:5).
Gli Ebrei, che credevano
nelle profezie delle Scritture, aspettavano fervidamente l'avvento del Messia.
Dobbiamo però sapere che aspettavano altrettanto impazientemente il ritorno
d'Elia, perché Dio aveva chiaramente promesso, attraverso Malachia, che avrebbe
mandato il profeta Elia, prima dell'avvento del Messia, per preparargli la
strada. Elia era asceso al cielo circa 850 anni prima della nascita di Gesù e
d'allora in poi aveva dimorato nel mondo spirituale. Conosciamo bene la storia
della Trasfigurazione, allorquando Elia e Mosè apparvero spiritualmente davanti
ai discepoli di Gesù (Lc. 9:28-36). Molti Ebrei credevano che Elia sarebbe
ritornato scendendo dal cielo, nello stesso modo in cui vi era asceso. Proprio
come oggi ci sono dei Cristiani intenti a scrutare il cielo, nell'attesa che
Gesù venga sulle nuvole, gli Ebrei del tempo di Gesù scrutavano il cielo,
aspettando ansiosamente la venuta d'Elia.
Nonostante ciò,
improvvisamente, prima che si potesse avere notizia del ritorno d'Elia, in
adempimento della profezia di Malachia, Gesù apparve e si proclamò Messia. Non
c'è da meravigliarsi che la comparsa e l'annuncio di Gesù abbiano messo in
subbuglio tutta Gerusalemme. Dovunque andassero, i discepoli di Gesù erano
bombardati di domande su Elia, che doveva venire per primo. Non avendo una
risposta adeguata, i discepoli tornarono da Gesù per chiedergli:
“Perché dunque dicono gli scribi che prima deve venir Elia?” - Mt. 17:10
Gesù rispose che Giovanni
Battista era proprio l'Elia che il popolo stava aspettando (Mt. 17:12-13). I
discepoli, che già credevano che Gesù era il Messia, accettarono volentieri la
sua testimonianza, che Giovanni Battista era Elia. Ma gli altri, che non
conoscevano Gesù, come potevano accettare quella controversa affermazione? Gesù
stesso immaginava che non sarebbero stati disposti a credergli e perciò disse:
“E se lo volete accettare, egli è l'Elia che doveva venire - Mt. 11:14
La precedente sconfessione
di Giovanni Battista aveva reso ancor più difficile che gli Ebrei credessero
alla proclamazione di Gesù. Giovanni aveva insistito di non essere Elia:
“Ed essi gli domandarono: Che dunque? Sei Elia? Ed egli rispose: Non lo sono” - Gv. 1:21
La direzione che gli Ebrei
avrebbero scelto
Gesù chiarì che Giovanni
Battista era proprio l'Elia che il popolo aspettava tanto ansiosamente mentre,
al contrario, Giovanni Battista stesso negò decisamente tale affermazione. A
chi avrebbero creduto gli Ebrei? Sarebbe dipeso, ovviamente, dalla credibilità
e dalla rispettabilità di ciascuno dei due, Gesù e Giovanni, agli occhi del
popolo di quel tempo.
Esaminiamo come Gesù doveva
apparire agli Ebrei. Gesù era un giovane privo d'istruzione, cresciuto nella
casa umile e povera d'un falegname. Questo giovane sconosciuto apparve
all'improvviso definendosi il "Signore del Sabato", e ostentatamente
profanò il Sabato, che gli Ebrei osservavano con estremo rispetto (Mt. 12:1-8).
Così, Gesù si guadagnò la fama di voler abolire la Legge, che gli Ebrei consideravano
la base della salvezza (Mt. 5:17), e perciò i capi delle comunità lo
perseguitarono. Gesù fu costretto a trovare i suoi discepoli tra semplici
pescatori e accompagnarsi a collettori di tasse, prostitute e peccatori, coi
quali mangiava e beveva (Mt. 11:19). Ancora peggio, dal punto di vista dei capi
ebrei, Gesù asseriva che i collettori di tasse e le prostitute sarebbero
entrati nel Regno dei Cieli davanti a loro (Mt. 21:31).
In una certa occasione, una
prostituta s'avvicinò a Gesù piangendo, e cominciò a bagnargli i piedi di
lacrime, asciugarglieli coi capelli, baciarli e ungerli con una boccetta d'olio
pregiato (Lc. 7:37-38). Accettare un simile trattamento da una prostituta
sarebbe sconveniente anche nella società moderna; ed era sicuramente scandaloso
in quella ebraica, retta da un austero codice morale, secondo il quale le donne
adultere dovevano essere lapidate a morte. Tuttavia, Gesù non solo approvò il
generoso servizio della donna, ma anche la elogiò e, nello stesso tempo,
redarguì i discepoli che l'avevano rimproverata (Lc. 7:44-50).
Inoltre, Gesù sembrava porsi
sullo stesso piano di Dio (Gv. 14:9) e affermava che nessuno sarebbe entrato
nel Regno di Dio se non per mezzo di lui (Gv. 14:6). Gesù ripeteva che tutti
dovevano amare lui più dei propri genitori, fratelli e sorelle, coniugi e figli
(Mt. 10:37; Lc. 14:26). Così, agli occhi dei più, le parole e il comportamento
di Gesù apparirono blasfemi.
Non c'è da sorprendersi che
i capi ebrei l'abbiano biasimato e schernito, accusandolo di essere posseduto
da Beelzebub, il principe dei demoni (Mt. 12:24). Da tutto ciò possiamo
desumere che Gesù era tutt'altro che credibile agli occhi degli Ebrei del suo
tempo.
Come appariva invece Giovani
Battista? Giovanni era nato in una famiglia insigne: era il figlio del
sacerdote Zaccaria. I miracoli e i segni che avevano accompagnato il
concepimento e la nascita di Giovanni avevano destato stupore in tutta la
regione montuosa della Giudea. Un giorno, mentre Zaccaria stava bruciando
l'incenso nel Tempio, un angelo gli apparve e gli annunciò che sua moglie,
benché vecchia e sterile, avrebbe presto concepito un figlio. Come castigo per
non aver creduto alle parole dell'angelo, Zaccaria rimase muto e la sua lingua
si sciolse solo dopo la nascita del figlio (Lc. 1:9-66). Giovanni condusse una
vita esemplare di fede e disciplina nel deserto, cibandosi di locuste e miele
selvatico. Per queste ragioni, molti Ebrei si domandavano se magari Giovanni
non fosse il Cristo, e una delegazione di sacerdoti e Leviti andò a
chiederglielo direttamente (Lc. 3:15; Gv. 1:20). Tanto gli Ebrei rispettavano
Giovanni.
Considerando queste
circostanze, quando gli Ebrei del tempo paragonarono Gesù e Giovanni Battista,
chi apparve loro più credibile? Senza alcun dubbio, le parole di Giovanni
avevano più credibilità. Perciò, naturalmente, gli Ebrei credettero a Giovanni,
quando questi negò di essere Elia, più di quanto credettero alla testimonianza
di Gesù che Giovanni era Elia. Credendo a Giovanni, gli Ebrei considerarono le
parole di Gesù nient'altro che una menzogna, intesa a suffragare la sua dubbia
affermazione di essere il Messia. Di conseguenza, Gesù fu bollato come un
impostore.
Una volta che fu tacciato di
falsità, gli Ebrei ebbero sempre meno fede in Gesù e trovarono le sue parole e
il suo comportamento ogni giorno più oltraggiosi. Stimando le parole di
Giovanni al di sopra di quelle di Gesù, gli Ebrei rimasero convinti che Elia
non fosse ancora arrivato e, di conseguenza, non riuscirono neppure a
immaginare che il Messia potesse essere già venuto.
Finché avessero mantenuto
fede alla profezia di Malachia, gli Ebrei avrebbero rifiutato Gesù, che
affermava di essere il Messia, perché dal loro punto di vista Elia non era
ancora venuto. D'altra parte, per credere in Gesù, avrebbero dovuto rinnegare la
profezia biblica, secondo cui il Messia sarebbe venuto soltanto dopo il ritorno
d'Elia. Gli Ebrei, che non consideravano neppure la possibilità di rinnegare le
profezie delle Scritture, rimasero senz'altra scelta che quella di non credere
in Gesù.
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La Mancanza di Fede di Giovanni Battista
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